Parlare di un fumetto come Solitudine di Josephin Ritschel non è per niente facile. Una difficoltà che deriva dal dover considerare non soltanto il livello superficiale della storia, il che porterebbe a un’analisi non molto equa verso il lavoro dell’artista, ma quasi esclusivamente il livello profondo, la regione del “voleva dire” molto più di quella del “detto, mostrato”.
Questo soprattutto perché la Ritschel utilizza una narrazione quasi completamente scevra di dialoghi e didascalie, presenti in piccolissime quantità, e soprattutto un disegno quantomeno minimale, emozionale, assolutamente sprovvisto della pur minima anatomia stilistica. No, per parlare di Solitudine bisogna scendere in profondità, con un’analisi più rispettosa delle volontà dell’artista, per non derubricare a “stranezza” un lavoro comunque ragionato e sicuramente interessante.
La giovane artista tedesca – e già la sua provenienza è una peculiarità, vista la quasi completa assenza di un panorama fumettistico in Germania – ha scritto e disegnato un libro quantomeno labirintico. La protagonista, una donna afflitta da una forte forma d’ansia, si barcamena in una città del tutto indifferente, in cui si muovono una miriade di personaggi ambigui e cinici con cui la protagonista raramente riesce a scambiare anche solo poche frasi; in più la paventata presenza di un enorme verme, che dorme nell’oscurità delle fondamenta cittadine, la immerge in un continuo terrore dell’ignoto.
Ma il verme rappresenta unicamente una cosa che lei conosce invece molto bene: la solitudine che imperversa regina su tutti noi. Interconnessi, sempre in comunicazione, bombardati dai mass media, ma irrimediabilmente soli. Anzi, non solo abbandonati, spesso siamo anche torturati, presi in giro, additati come anormali, quando proviamo a uscire dal nostro isolamento e a confrontarci con la (nostra) società.
Questo la Ritschel ce lo mostra chiaramente: in treno la donna viene canzonata per le sue visioni e in ufficio la sua situazione non è più rosea, mentre soltanto un vicino di casa pare interessarsi a lei, unicamente per volontà voyeuristica. Complicato per lei ancorarsi alla realtà, avere i giusti riferimenti, riuscire a vivere.
Pur chiudendo il tutto con un messaggio più positivo e solare, è difficile non sottolineare lo sguardo cupo che la Ritschel riserva alla società e alla nostra vita di tutti i giorni. E come avviene a molte persone nella realtà, deriva mostrata molto spesso dallo specchio del nostro mondo, i social network, anche la nostra protagonista è accompagnata da un piccolo cagnolino – che l’autrice ritrae con il volto umano.
Forse è esagerata come interpretazione, ma sicuramente il proliferare dell’accompagnarsi ad un animale domestico, tanto in voga nei nostri tempi, è stato l’input all’inserimento di questo piccolo personaggio, l’unico fedele alla donna, l’unico elemento per combattere la sua disperazione e la sua solitudine.
Tutti i personaggi, i palazzi, le architetture della città, compresi i mezzi pubblici, sono ritratti nella loro forma più elementare, spesso sottolineandone una certa bruttezza di base, con la chiara volontà alle volte di depistare il lettore inserendo particolari e situazioni che rimangono poi semplicemente abbozzati e dimenticati, altri invece per evidenziare un certo punto nodale – cosa importante vista la brevità della storia e la sua comunque complessa volontà artistica.
Sicuramente è impossibile gridare al capolavoro sul versante grafico: la mancanza di qualunque simmetria, sia nel bilanciamento della tavola sia nella rappresentazione dei personaggi – spesso mostruosi nel disequilibrio simmetrico e anatomico a cui vengono sottoposti – potrebbe far pensare ad un disegno dilettantesco. Ma a venire in soccorso della disegnatrice sono proprio gli enormi e palpabili sottotesti del racconto, che travolgono i difetti grafici e le tavole, anche quelle più abbozzate. La forza di Solitudine è sempre e comunque molto visibile e di questo bisogna dare atto alla Ritschel e ai suoi disequilibri.
Solitudine è stato portato in Italia da Canicola, casa editrice da sempre molto vicina a questo tipo di fumetto, che per la Ritschel ha organizzato, in collaborazione con il Napoli Comicon – Off, serie di appuntamenti collaterali della fiera partenopea, un tour italiano nell’inverno di quest’anno, in concomitanza con la mostra Canicola-Germania, votata alla promozione del movimento della nona arte in Germania.
Come al solito l’edizione della Canicola è molto curata, anche se il prezzo di copertina un po’ alto può spaventare i lettori,possibilmente già intimiditi da un prodotto molto complicato a livello visivo. Insomma, un libro che rischia di soffrire di solitudine, cosa che sicuramente non gli auguriamo.
Abbiamo parlato di:
Solitudine
Josephin Ritschel
Canicola, Novembre 2014
64 pagina b/n, brossurato – 12,00€
ISBN: 9788890694189