Barattare ritratti in cambio di sogni. Detta così è poca cosa, certo. Però… C’è un però. Se il ritratto te lo fa un poeta e se il sogno appartiene ad un abitante della città più violenta del mondo allora magari di questo scambio ad una prima lettura un po’ tanto retorico se ne può parlare.
Prendi due nomi, Baudoin e Troubs. Prendi una città di confine, Ciudad Juarez, Messico. Pochi passi e c’è la libertà, la terra di Stati Uniti, dicono. Pochi passi e tra te, il tuo sogno e quella terra ci sono posti di blocco e filo spinato. Fermali, i passi che non puoi fare. Resta al di qua. Resta tra la vita che gronda morte.
Qual è il tuo sogno?
Provate a farla ad un cittadino di una qualunque città di pace vera o presunta, una domanda così.
Una donna bellissima, gioielli, un viaggio di tre mesi, un paio di scarpe di Jimmy Choo, diventare tesoriere di un partito, un toy boy.
Qual è il tuo sogno?
Baudoin e Troubs lo chiedono agli abitanti di una città perduta nella violenza e nel narcotraffico.
Il sogno è grande, troppo, per tutti. Avverarlo, come vincere una lotteria.
Il sogno è avere la fortuna di crescere. Il sogno è un lavoro pulito. Il sogno è proteggere i propri figli.
Il sogno è la vita, mica una cosa banale.
Viva la vida è un reportage giornalistico umano, delicato e duro insieme. E’ un lavoro sociologicamente esatto. E’ denuncia e arte.
L’esperienza di Baudoin guida e non soffoca la genialità di Troubs. Le immagini che raccontano il viaggio portano la cifra del tratto di entrambi e si aprono allo spirito del luogo. Chiunque abbia avuto la fortuna di vedere la danza della mano di Baudoin mentre crea a velocità supersonica i suoi mondi su carta non potrà non restare senza fiato.
Dalle pagine pubblicate in Italia da Coconino si alzano la polvere delle strade di Ciudad e il silenzio dello sguardo di chi ti sta affidando una speranza. Ci sono donne che sognano di arrivare vive a domani mentre allacci intorno alla tua sottile caviglia il cinturino della tua scarpa tacco 12… questo sogno lo senti? Lo senti? Lo riesci a capire? Ha sapore?
Nella prefazione, Paco Ignacio Taibo II ha scritto:
Ciudad Juàrez… la prima città dove l’orrore sopraggiunge organizzato… come per miracolo rimane in piedi, metafora del meglio e del peggio di questo paese. Ed è qui che Edmond Baudoin e Troubs, disegnatori e narratori per mestiere, arrivano per rendere conto dell’indicibile: dei sogni dei superstiti. (…) Hanno la vocazione di camminare e di raccontare, di ascoltare, di ascoltare e di dare la parola a chi non ce l’ha. Quello che state per leggere è un lavoro meraviglioso. Per ciò che racconta, ma anche perché utilizza una delle più grandi Arti del XXI secolo, il fumetto.
Viva la vida, y buena suerte.
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Abbiamo parlato di:
Viva la vida
Edmond Baudoin, Troubs
Traduzione di Federica Iacobelli
Coconino Press, 2012
144 pagine, brossurato, bianco e nero – 17,00€
ISBN: 9788876182037
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Tiziana Pasetti
26 Maggio 2012 a 09:06
Commento da sola :-). Quei due qual è apostrofati…muoio!!!!!!! Non poteva cominciare peggio, questo sabato mattina. Che dire…Viva la Vida! ;-)
Lo Spazio Bianco
30 Maggio 2012 a 08:22
Grazie ai moderni prodigi della tecnica, niente più errore! Peraltro, scagioniamo Tiziana, è stato un problema in fase di revisione per un correttore automatico mal settato. I moderni prodigi della tecnica danno, i moderni prodigi della tecnica tolgono… :)