Sio – all’anagrafe Simone Albrigi – è un fumettista e youtuber in attività ormai da circa un decennio. Negli ultimi anni la fama dell’autore è cresciuta a dismisura, partendo dal suo canale YouTube in cui presenta racconti animati di vario tipo, per arrivare alle sue strisce a fumetti per il web e condivise quotidianamente su Facebook.
Il suo stile, caratterizzato da una comicità surreale e demenziale unita a dialoghi veloci e a un segno grafico volutamente minimale, fa sì che il suo successo conosca una continuazione anche “su carta”, dal momento che Shockdom pubblica volumi che raccolgono i suoi webcomic e manda in edicola Scottecs Megazine, un trimestrale nel quale Sio riversa un condensato della sua “poetica” tra rubriche folli e storie inedite.
L’autore non ha mai nascosto la sua passione e il suo debito nei confronti del fumetto Disney in ogni sua declinazione, con il quale è cresciuto e che continua a seguire con interesse.
In particolare la testata Ridi Topolino costituisce un punto di non ritorno nella formazione fumettistica di Sio, in considerazione del fatto che quella rivista portava ai massimi livelli il tipo di umorismo che il fumettista avrebbe poi adottato nella sua produzione, e che negli anni ’90 era partito da alcune rubriche e storie di Topolino e PKNA.
Uno dei principali responsabili di Ridi Topolino era Tito Faraci: non è un caso che sia stato proprio quest’ultimo a prendere il primo contatto con Sio, attraverso un tweet che lo invitava a scrivere una storia per il settimanale Disney.
Così, per Sio, il cerchio si chiude, ma contemporaneamente si apre un nuovo orizzonte per il fumetto Disney.
Nel segno di Ridi Topolino
L’esordio di Sio in Disney avviene su Topolino #3127, disponibile in fumetteria nella sua versione con variant cover e nell’albetto speciale Topolino incontra Sio, uno spillato di dimensioni simili a Scottecs Megazine, che si occupa di presentare l’autore ai lettori disneyani.
Come dimostra l’incontro di presentazione tenutosi a Lucca Comics & Games 2015 (vedi ultima sezione di questo articolo), Albrigi ha la grande capacità di riuscire a “parlare” ai giovanissimi, soprattutto grazie alla sua comicità surreale e spesso priva di senso. Indubbiamente questa era una cifra stilistica presente nella più volte citata Ridi Topolino, testata esilarante che non solo ha ristampato alcune delle migliori storie brillanti disneyane di produzione italiana e un certo numero di storie brevi per lo più brasiliane, ma che proponeva anche redazionali assurdi sullo stile della posta di PKNA e storie inedite scritte da Tito Faraci (che con Massimo Marconi curava anche i redazionali1) e disegnate da Giuseppe Ferrario.
Queste brevi avventure non solo prendevano in giro i personaggi disneyani stessi, ma esploravano anche soluzioni tecniche e narrative decisamente inedite: ad esempio, alcune storie con Paperinik o PaperBat erano in bicromia, usando solo il bianco e il colore tipico del numero, che cambiava di volta in volta.
La ricerca tecnica proseguiva, poi, nella copertina di Carlo Limido e nella prima pagina della rivista, disegnata da Ferrario, confezionando in definitiva una rivista innovativa, che però sulla lunga distanza ha finito per divertire più gli autori che i lettori. D’altra parte, per citare un forumista del Papersera, la testata era strutturata intorno a poche gag ripetitive (come quelle sui nanetti di gesso) che alla lunga annoiavano.
Le storie di Sio per Shockdom presentano sicuramente alcuni degli elementi che comunque hanno permesso al bimestrale disneyano di arrivare fino al tredicesimo numero, ma non sono mai risultate altrettanto efficaci come quelle brevi inedite proposte da Faraci e Ferrario o come quelle scritte dallo stesso Sio per Topolino: sia quelle storiche avventure, sia le tre pubblicate sul #3127 godono del giusto equilibrio tra la gag comico-surreale, il contesto narrativo e lo stile del disegnatore chiamato a visualizzarle.
Pillole di comicità
La prima breve avventura di quattro pagine, Super Pippo e il fraintendibile suono vocalico, viene giocata sulla ripetizione di una gag comica abbastanza coerente con la caratterizzazione tipica di Super Pippo. A parere di chi scrive unica stonatura è la vignetta d’apertura, più efficace con un personaggio come Paperoga che non con Pippo, il cui giardino viene spesso visualizzato molto simile a una piccola giungla incolta.
Da parte sua, Stefano Intini, che si occupa della storia forse più semplice da rendere per immagini, grazie al suo stile molto morbido e dinamico compie un lavoro decisamente efficace e azzeccato con le espressioni del goffo supereroe.
Zio Paperone e non mi ricordo più come finiva il titolo è probabilmente la migliore del terzetto di storie.
La sua efficacia risiede essenzialmente in due elementi: l’ottimo uso dell’umorismo verbale e la costruzione di un contesto narrativo che permette di dare un senso alla gag. Questi due elementi vengono ulteriormente esaltati dallo stile di Silvia Ziche: il veloce scambio di battute tra Paperone e Battista viene giostrato molto bene dalla fumettista, la quale attinge a piene mani da quel set di espressioni basite con cui ha spesso dipinto i paperi all’interno delle sue storie. Il Battista della prima vignetta dell’ultima tavola appare forse una variazione sul tema meno consueta e più debitrice nei confronti di Bonvi, soprattutto per la disposizione delle mani e in qualche dettaglio del volto.
Sempre restando sull’ultima pagina, è la terza vignetta a contestualizzare l’intera vicenda, proponendo ai lettori un’idea narrativa efficace e disneyanamente coerente, un po’ come le quattro pagine surreali proposte da Carlo Panaro e Romano Scarpa in Miraggi notturni, ultimo episodio di Chi ha rubato Topolino 2000?
Risulta leggermente meno efficace Topolino e l’inseguimento a incastro, con un Topolino di stampo brasiliano la cui comicità ed efficacia risiede soprattutto nelle capacità recitative ed espressive fornitegli da Corrado Mastantuono. In questo caso possiamo confrontare la versione definitiva con lo storyboard dello sceneggiatore, pubblicato su Topolino incontra Sio, osservando come in diversi casi il disegno di Mastantuono riesca addirittura ad accrescere l’effetto comico delle situazioni ideate da Sio. Ne sono un esempio le ultime due vignette della terza tavola ma anche la prima e la terza della seconda pagina.
La storia si regge su una doppia gag a ripetizione: una basata su uno dei più classici cliché degli inseguimenti, vale a dire l’abuso della frase “è tutta la vita che aspetto che me lo chiedano“, il cui utilizzo risulta naturale all’interno della storia (sebbene l’ultima vignetta ne vanifichi in parte l’efficacia); l’altra basata sugli incastri del titolo, ma il cui uso risulta più forzato rispetto alla prima.
Evidentemente, con il giusto tratto, anche un disegno fatto e finito può mantenere intatta la carica umoristica derivata dalle idee dello sceneggiatore. A vario titolo Intini, Ziche e Mastantuono sono riusciti a trovare la giusta chiave per far sì che il loro stile traducesse adeguatamente in vignette quanto hanno visto negli storyboard.
Un altro nome che in futuro potrebbe ricoprire il ruolo è Enrico Faccini, che in special modo con i paperi è certamente in grado di fornire il giusto assist allo stile surreale di Sio.
Tra omaggio e parodia
Se con le tre storie brevi buona parte dell’efficacia può essere spiegata dall’ottimo lavoro dei tre disegnatori assegnati a ciascuna di esse, per la storia lunga Zio Paperone e la monetona della terra dei talpuri possiamo basarci solo e unicamente sullo storyboard presente su Topolino incontra Sio.
La storia mostra un Simone Albrigi sorprendentemente efficace sia nella caratterizzazione dei personaggi sia nella costruzione di un’avventura di ampio respiro, pur non rinunciando alla nutrita presenza di gag, ora di stampo classico ora tipicamente surreali. A dare un valore aggiunto all’avventura raccontata ci sono poi le evidenti influenze di autori classici disneyani, che rendono la storia godibile anche per i lettori tradizionali di Topolino.
Citazioni e omaggi iniziano sin dal titolo, che ricorda quelli delle avventure esotiche scritte da Rodolfo Cimino. La trama, d’altra parte, ricorda quella di Zio Paperone e il decreto reale di Michele Gazzarri e Giorgio Bordini: in entrambi i casi Paperone si prepara a inaugurare una collezione di monete unica (su cui Sio si diverte a ideare variazioni inesistenti di monete reali), cui risulta mancare un pezzo fondamentale, una “monetona”.
Mentre nel caso di Gazzarri e Bordini la ricerca della “monetona” costituisce solo la prima parte della storia, per Sio è invece lo spunto per spedire i paperi in Australia: è in questo caso che l’autore spiazza il lettore sostituendo, con una più che plausibile motivazione, Paperino con Paperina.
Il viaggio permette, poi, al fumettista di citare “l’opale grande quanto un uovo di struzzo” de Il leggendario papero del deserto d’Australia, settimo capitolo della Saga di Don Rosa, in un dialogo che risulta forse gratuito nel voler sottolineare questo riferimento.
Sempre in relazione al fumettista del Kentucky, la gag ricorrente della storia, basata sull’impossibilità di distinguere i tre gemelli Qui, Quo, Qua da parte di Paperone e Paperina, può essere vista come un richiamo a Occhio ai dettagli!, dove Paperino era l’unico in grado di distinguere i suoi tre iperattivi nipoti.
Ultima citazione rilevante, pur indiretta, è inerente ai talpuri, che sono accostabili a terrini e fermini de I terremoratri di Carl Barks.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, il lavoro svolto da Sio nel complesso risulta buono: si passa dagli ottimi Paperone e Cuordipietra Famedoro, scelto da Albrigi come antagonista per questo suo esordio lungo, a dei nipotini forse anacronistici, un po’ troppo discoli e con la classica parlata spezzata in cui la frase iniziata da uno dei tre viene proseguita dal secondo e conclusa dal terzo, di fatto proponendo una caratterizzazione che lo stesso Barks aveva abbandonato abbastanza velocemente, ma che permette allo sceneggiatore di giocare molto su questo fattore per creare diverse gag verbali.
Per contro Paperina viene rappresentata come il classico personaggio idiota “siano“, che però non risulta eccessivamente fuori luogo viste le atmosfere al limite del parodistico proposte dalla storia.
Tra l’altro la lunghezza dell’avventura, che costringe Sio a costruire la storia in maniera differente rispetto alle saghe a spezzoni tipiche della sua produzione, permette di diluire gag e battute generalmente apprezzate solo dal suo giovanissimo pubblico, rendendo la narrazione molto più leggibile e fluida rispetto alla sua usuale produzione.
Non è una storia perfetta e siamo infatti lontani dagli esempi più blasonati delle storie disneyane di ampio respiro. Le citazioni risultano un ottimo modo, forse un po’ furbo, per accattivarsi i lettori classici di Topolino e mostrare la sua conoscenza e la sua passione verso questi personaggi, mentre si potevano accorciare alcune sequenze (come quelle alla dogana).
Indubbiamente l’autore deve prendere ancora bene le misure su una storia di largo respiro, e soprattutto deve trovare quel giusto equilibrio, che lo rappresenti come artista, tra la classica narrazione disneyana e il suo modo di scrivere.
L’incontro a Lucca Comics and Games 2015
Domenica 1° novembre 2015 si è tenuta, nell’ambito di Lucca Comics and Games, una conferenza per dare ufficialmente il benvenuto a Sio nelle fila degli autori Disney.
A fare gli onori di casa c’erano la direttrice di Topolino Valentina De Poli, lo sceneggiatore Tito Faraci e i tre disegnatori che per primi hanno lavorato su storie del nuovo arrivato: Stefano Intini, Silvia Ziche e Corrado Mastantuono.
Il tono dell’incontro è stato molto informale, coerentemente con la naturalezza dell’approccio che Sio ha sempre in pubblico, mostrando di essere tutto sommato molto simile a come appare su internet e a come sono i suoi fumetti.
Tito Faraci ha spiegato il modo con cui ha conosciuto il suo lavoro e di come ha scoperto, leggendo un’intervista, della passione dell’autore per Ridi Topolino e per alcune storie Disney faraciane.
Faraci, da qualche anno talent-scout ufficiale per il settimanale, ha studiato quanto prodotto da Sio e ha concluso che l’autore aveva le potenzialità per scrivere anche fumetto Disney.
Da tutto questo è nato quel tweet a cui si accennava più sopra, un invito che Sio non poteva rifiutare.
Quello che sorprendeva positivamente durante la conferenza era l’atmosfera rilassata e gioviale che si respirava: si percepiva che, al di là della brillante operazione commerciale che in questo momento storico rappresenta avere un autore come Sio su Topolino, la guest star è stata accolta molto bene dei colleghi. Ziche, Intini e Mastantuono hanno avuto solo belle e divertite parole riguardo al nuovo acquisto della scuderia disneyana e al tipo di storie che sono stati chiamati a disegnare. Ciascuno di loro ci ha rivisto un tono congeniale al suo modo di lavorare, delle buone idee alla base, un modo interessante di servire le battute.
Faraci ha sottolineato anche la conoscenza dei caratteri dei personaggi, questione che come visto sopra, almeno per ora nei fatti emerge poco o comunque con qualche incertezza. Ma il succo del discorso è che Sio conosce e ama l’universo disneyano, il che costituisce certamente un primo passo importante, una base fondamentale sulla quale costruire grazie all’esperienza anche storie più solide sotto quell’aspetto.
In ultimo, è doveroso e significativo notare come tra il pubblico dell’incontro ci fosse un gran numero di bambini, che solitamente non si vedono a questo tipo di incontri. Si tratta di un ulteriore segno della mossa vincente operata dalla redazione, che è andata a risvegliare il loro interesse verso Topolino grazie a uno degli autori che riesce meglio a parlare all’attuale generazione dei giovanissimi.
Attualmente Sio ha le potenzialità per rappresentare una voce nuova, diversa rispetto a quello che il fumetto Disney offre. Costituisce un’alternativa, che può piacere o non piacere ma che per essere pienamente valutata ha bisogno di tempo per trovare il proprio spazio. Il giudizio deve necessariamente essere rimandato alla luce di un maggior numero di storie, ma che per ora promette di essere una delle scelte più lungimiranti e soprattutto più “sul pezzo” che Topolino abbia fatto negli ultimi anni.
Del resto, questa mossa potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova politica, volta ad accogliere sulle pagine del libretto fumettisti già affermati in altri ambiti e rendendoli autori Disney in maniera continuativa, con lo scopo di attirare nuovi lettori. Un ampliamento della comparsata “one-shot“, presente attraverso omaggi all’interno di rubriche celebrative o di collaborazioni estemporanee, come la recente incursione di Massimo Bonfatti.
Allo stato attuale delle cose nulla fa pensare a un progetto di questo tipo al di fuori di Sio, ma il caso stesso crea un precedente che induce a riflettere.
Abbiamo parlato di:
Topolino #3127: Super Pippo e il fraintendibile suono vocalico, Zio Paperone e non mi ricordo più come finiva il titolo, Topolino e l’inseguimento a incastro
Sio, Stefano Intini, Silvia Ziche, Corrado Mastantuono
Panini Comics, novembre 2015
164 pagine, brossurato, colori – 5,00 €
ISSN: 9 771120 611926
Più Disney #63 – Topolino incontra Sio
Sio, Corrado Mastantuono
Panini Comics, novembre 2015
66 pagine, spillato, bianco e nero e colori – 3,50 €
ISSN: 9 771125 541907 50063