Andrea Benei, oltre che fondatore della casa editrice Sido, per la quale esce Pubblicare come un’artista, è stato anche socio fondatore con Silvana Ghersetti della Grrrz Comic Art Book, casa editrice nata nel 2014 dall’esperienza Grrržetic (2006-2016).
La collaborazione fra i due nacque nel 2011, a seguito di un corso sull’editoria e le sue professioni tenuto dalla Ghersetti, al termine del quale Benei entrò come stagista in Grrržetic. Da quell’esperienza, del percorso umano e professionale che lo ha portato dal ruolo di stagista a quello di editore, Benei raccoglie spunti, riflessioni e ricordi, li miscela con uno stile ricco, che diventa enfatico quando mette in scena le proprie emozioni e più distaccato quando allude alle questioni gestionali e organizzative della casa editrice.
Ben chiare e piene di calore le prime, le seconde avrebbero meritato maggiore spazio, maggiore approfondimento e, soprattutto, maggiori dati. D’altra parte, nella primavera-estate 2019 dovrebbe finalmente uscire Modesta Proposta, sua inchiesta sul mondo editoriale fumettistico, annunciata e attesa da tempo e che ci aspettiamo proponga analisi e argomentazioni ben ancorate ai numeri del sistema.
Organizzato in brevi capitoli disposti non cronologicamente, il libro di Benei fornisce non solo (e non tanto) in forma appassionata un’aneddotica di base sul percorso della Grrržetic, ma soprattutto, con una lucidità non offuscata dalla partecipazione, un gran numero di spunti di riflessione sul senso dell’attività di editore. Secondo Benei, la caratteristica speciale della Grrržetic fu il suo muoversi in un terreno di confine fra artigianato e industria, con un approccio alla progettazione e realizzazione dei volumi riconducibile a quello proprio di un artista. Nell’interpretazione di Benei infatti, la Ghersetti non si limitava a produrre arte, ma intendeva il proprio catalogo come opera in sé; se gli autori contribuivano al catalogo con le proprie opere, l’editrice lavorava sulla scelta di autori e titoli sulla loro materializzazione e materialità secondo una propria visione, sintetizzata nel mantra/slogan “portare la bellezza”.
In questa lettura, la varietà, la ricchezza e l’identità dei volumi prodotti dalla Grrržetic derivarono direttamente dalla necessità di rendere unico ogni elemento del catalogo, poiché era proprio nella qualità e unicità dell’oggetto-libro che la personalità della Ghersetti aveva la possibilità di manifestarsi.
Ed è proprio per far apprezzare la centralità della valorizzazione dell’oggetto libro che Benei, raccontando le vicende dei volumi pubblicati, si sofferma sia sul processo di selezione sia su quello di realizzazione, sulle caratteristiche cartotecniche, dal tipo di carta alla scelta dei colori passando per lo studio delle copertine: ogni volume si propone quindi in sé come oggetto di design.
Nel racconto di Benei abbondano le notazioni di colore, che avvolgono di un’aura di bohème stereotipata la vita della casa editrice e del milieu associato. Vita che appare letteralmente illuminata dall’attività instancabile e appassionata della Ghersetti: l’ammirazione per la sua personalità è tale che, particolarmente nella prima parte, si ha l’impressione di trovarsi di fronte al racconto di un mito fondativo (dell’esperienza editoriale ordinaria?) e l’assenza di ironia indica la totale immersione dell’autore in quell’esperienza, vero e proprio cammino di formazione accanto alla figura della sapiente illuminata. Difatti l’autore stesso scrive del proprio rapporto con l’editrice in termini di “devozione” (p. 117).
In questa parte, risulta particolarmente interessante l’utilizzo del temine “predazione”, con il quale Benei indica il rapporto della Ghersetti con gli autori. Se ci rivolgiamo al dizionario, vediamo che il termine indica un atto (tipicamente violento), “che comporta la cattura e l’assunzione, come alimento, di un organismo di una specie (preda) da parte di uno di altra specie (predatore)” (Dizionario Treccani). Ecco quindi l’immagine forte di una personalità che letteralmente fagocita e metabolizza altre personalità per costruire con le loro opere la propria. Tuttavia, Benei lo sottolinea opportunamente, quella metabolizzazione non risultava nella distruzione bensì nella valorizzazione.
E su questo punto si innesta la seconda linea di ragionamenti dell’autore, per noi decisamente più stimolante, che considera il rapporto fra l’approccio della Ghersetti e il ruolo e le responsabilità di una casa editrice, intesa come impresa economica e attore di un sistema di mercato.
Nella politica editoriale di Grrržetic, accanto all’unicità di ciascun volume, che intendeva riportare l’oggetto libro nell’ambito dell’artigianato e design creativo, sta il principio dell’edizione unica, peraltro raramente superiore alle mille copie, e di un basso numero di titoli annuali (tre o quattro); questi principi discendono coerentemente dalla visione della Ghersetti e l’editrice li ha utilizzati come guida lungo tutta la vita della Grrržetic, nonostante Benei ne mostrasse i rischi dal punto di vista della sostenibilità economica. La bassa tiratura da una parte è coerente con la volontà di costruire un oggetto non massificato, dall’altra indica la consapevolezza che le opere proposte possano avere circolazione in un ambito molto ristretto.
Il risultato è che per gli autori la pubblicazione con Grrržetic può rappresentare una tappa di prestigio nel proprio percorso ma sicuramente non offre risvolti economici interessanti (cfr. pp. 82-3). Detto altrimenti, propone Benei, per un autore lavorare con Grrržetic è un investimento per il futuro, ma non dà i mezzi per vivere il presente, caso particolare di quanto osserva Castaldi nelle sue riflessioni su Che senso ha fare l’autore di graphic novel in Italia: non si vive di graphic novel. Merita inoltre osservare che la scarsa disponibilità dei volumi li trasforma di fatto in oggetti da collezione (Benei coglie questa natura di sfuggita a pag. 50), il cui valore deriva tanto dal contenuto quanto dalla propria qualità intrinseca di contenitore.
Benei pone con grande chiarezza la questione della sostenibilità economica dell’“azienda Grrržetic”; purtroppo gli accenni offerti si limitano ad alimentare l’interesse, ma, in assenza di cifre, lasciano la questione sostanzialmente nebulosa e non chiariscono se, oltre a quella artistica, la casa editrice producesse ricchezza economica o drenasse risorse dall’esterno (del ciclo produzione-vendita) per finanziare le pubblicazioni. Di sicuro, l’editrice era comunque attenta agli equilibri di bilancio. In questa prospettiva, le basse tirature diminuivano il rischio di incrementare il magazzino e i costi associati alla sua gestione, così come la scelta di tipografie meno costose fuori Italia contribuiva a diminuire i costi di realizzazione (pp. 64-7).
Possiamo invece ricondurre la scelta di pubblicare pochi titoli, contestata dall’autore, alla volontà dell’editrice di dirigere personalmente ogni fase di ogni singolo progetto – secondo un approccio che Benei denota come “propriamente artistico” (p. 69) – e di assicurarne il livello di qualità e coerenza al catalogo richiesto dalla sua visione di “portare il bello nel mondo”.
Grrržetic è stata attiva per una manciata di anni, pubblicando opere e volumi che hanno suscitato larghissimo plauso fra gli addetti ai lavori, loro destinatari primi. La domanda di fondo sollevata dal testo di Benei è sul senso di un simile approccio alla produzione, ma l’autore si concentra sul racconto della propria esperienza esistenziale per trasmettere la peculiarità di un’esperienza editoriale.
Dal punto di vista dell’evoluzione del fumetto, sarà interessante studiare se e che cosa di quell’esperienza andrà a modificare la visione e l’approccio generale alla produzione, composizione, creazione e lettura del fumetto stesso, magari seguendo le carriere degli artisti che pubblicarono con Grrržetic e cercando le influenze dei loro lavori in lavori altrui, cercando di mappare la circolazione dei loro approcci, per capire se restano patrimonio di una piccola comunità o se e in che modo arrivano e modificano quello che chiamiamo mainstream.
Abbiamo parlato di:
Andrea Benei
Pubblicare come un’artista
Sido, 2017
117 pagine, brossurato, bianco e nero – 11,90 €
ISBN: 9788894293517