Il secondo capitolo dedicato a Seaguy, strampalato supereroe senza scopo, è un classico esempio dei lavori più “indipendenti” firmati da Grant Morrison: pieni di riferimenti simbolici sull’andamento della società contemporanea, ricchi di sottotesti filosofici, infarciti di citazioni e situazioni magari non facilmente comprensibili ad una prima lettura. Lo scozzese, uno degli autori contemporanei più chiacchierati e famosi, mostra il suo modo di divertire e divertirsi attraverso scene irrealiste, dialoghi ficcanti, non-sense e personaggi incredibili.
Basti pensare all’amico immaginario del protagonista: un tonno morto, che manda in bestia il pappagallo che ne vuole prendere il posto nel cuore del protagonista; o la donna di cui Seaguy è innamorato, che ha la barba e che può essere conquistata solo dopo essere stata battuta in duello. Ai disegni, ottima prova di Cameron Stewart, abile a ritrarre graficamente i
deliri dello sceneggiatore di Multiversity, compito non semplice. Morrison, con questo secondo capitolo di Seaguy,
sembra voler dimostrare che, alla fine, l’amore trionfa sempre. Unico consiglio che ci sentiamo di dare è che, per una comprensione migliore, è quasi necessario leggere il primo capitolo delle avventure di Seaguy, edito qualche anno fa da Planeta DeAgostini.
Abbiamo parlato di:
Seaguy – Gli schiavi di Mickey Eye
Grant Morrison, Cameron Stewart
Traduzione di Fulvio Gambotto
RW Lion – 2014
108 pagine, colore, brossurato – 10,95€
ISBN: 9788866918875