Alla scoperta di MalEdizioni: linea editoriale e fumetti

Alla scoperta di MalEdizioni: linea editoriale e fumetti

Intervistiamo Luigi Filippelli e Nadia Bordonali per scoprire la casa editrice MalEdizioni, la sua linea editoriale e i suoi fumetti.

si definisce una piccola “officina editoriale per il perfezionamento dell'uomo”. Nasce a Brescia nel 2011 e si occupa di narrativa, poesia illustrata e fumetto. Organizza il festival itinerante Tra le nuvole. Nel 2013 la casa editrice MalEdizioni dà vita alla collana “consequenza! fumetti fuori dai margini”.
Durante l'ultima edizione di – presso Ono arte contemporanea – ha presentato Remi Tot In Stunt, fumetto d'esordio di Martoz.
In occasione di questa seconda presenza al BBB, conosciamo e Nadia Bordonali.

Copertina fronte lightSalve ragazzi! Cominciamo parlando dell'opera che avete presentato domenica 22 novembre al BilBOlBul, Remi Tot in Stunt di Martoz, un fumetto che avete definito “un'apocalisse disegnata”.
Parlateci di Remi Tot, della realtà caotica in cui si muove e dello stile con cui Martoz narra le vicende.
Remi Tot è uno stuntman della realtà: un geniale matematico in grado di intrufolarsi nelle geometrie segrete degli eventi, uno spregiudicato funambolo dell'imprevisto che si sostituisce a persone coinvolte in immani catastrofi e sopravvive al posto loro. Forse è un eroe, forse è un fanatico, l'unica certezza è che si tratta di un personaggio pirotecnico che si muove in una storia d'azione e di scienza. Remi Tot in Stunt è una follia narrativa e visiva che ha bruciato le nostre retine, forte delle sue 320 pagine a colori.
Il suo stile è molto ricco, controllato e selvaggio allo stesso tempo. Dentro si possono trovare richiami ad artisti come Picasso o Basquiat, ma anche a maestri del fumetto come .
Rispetto a questo, una riflessione centrata l'ha scritta un altro maestro del fumetto, Riccardo Mannelli, nella prefazione del libro “È come se avesse mangiato l'intero Novecento, dal Futurismo a Dada, dalla Secessione al Bauhaus all'Espressionismo al Surrealismo al Pop e al Comic Underground, senza tralasciare di bersi un po' di cubismo e di espressionismo astratto pollockiano; il tutto metabolizzato dalle intuizioni della comunicazione moderna e contemporanea”.

Il porto delle anime, Stefano Alghisi

Dopo il primo Airbag e altre storie di Pedro Burgos, avete indagato il mondo degli affetti e delle relazioni umane. In Zero e Uno di Biro la mamma di Geremia è pronta a donare tutto perché il figlio venga accettato dalla nuova comunità. In Emilia di Fabio Bonetti l'anziana signora si muove sicura nella terza età, riuscendo a commuoverci nonostante il carattere spigoloso. João Fazenda e Pedro Brito, invece, con Tu sei la donna della mia vita, lei la donna dei miei sogni ci coinvolgono in una sorta di flusso di coscienza artistico-musicale, in cui la crisi di coppia si muove fra realtà da affrontare, simbolismi e dimensione onirica ipoteticamente incarnata. Il porto delle anime di , invece, racconta di “Cramps, Gun club, Birthday Party, Sigfrido Mantovani. Quattro biografie rock'n'roll”, un'opera per appassionati dell'atmosfera underground, un bianco e nero tanto curato quanto forte e spiazzante. Storie e stili molto diversi fra loro: come definireste la vostra linea editoriale?
La nostra linea editoriale per noi deve essere “un pugno sui denti, una rosa sul comodino”, nel senso che lo scopo di MalEdizioni è dare spazio ad autori con uno stile personale e idee non convenzionali. Libri dall'impatto forte, ma che non si esauriscano subito, che lascino qualcosa di profondo al lettore.
Per esempio Il porto delle anime è biografico ma in modo non didascalico, lavora per suggestioni, assorbe e rielabora gli immaginari visivi e musicali dei gruppi di cui parla. Il nuovo libro di Pedro Burgos (che uscirà nel 2016) approfondisce la ricerca visiva e narrativa già vista in Airbag e altre storie ed è concepito come un unico flusso di immagini in sequenza, non vincolate da vignette.
Invece Emilia funziona per contrasti, è una storia delicata e poetica, ma cromaticamente è molto aggressiva perché utilizza grandi campiture piatte di rosso e verde, e allo stesso tempo i disegni sono realizzati con un segno lieve. Anche Biro con Zero e Uno lavora per contrasti, il suo fumetto graficamente può sembrare un libro per bambini ma non lo è: dietro ad ambientazioni coloratissime si nascondono personaggi grotteschi e una storia crudele. Vogliamo percorrere strade poco battute, ci piacciono la contaminazione e la ricerca, immagini e storie “altre”, difficili da trovare nel panorama editoriale attuale.

Airbag, Pedro Burgos

Come avete conosciuto gli autori che poi avete pubblicato e quanto incidono i festival sulla scoperta?
I festival sono certamente importanti: Martoz l'abbiamo conosciuto nello spazio INKitchen del Treviso Comic Book Festival e ci è subito piaciuto per la sua potenza espressiva. Le edizioni originali dei fumetti portoghesi Airbag e altre storie e Tu sei la donna della mia vita, lei la donna dei miei sogni sono state portate fisicamente in Italia dal fumettista dalla Feira Laica di Lisbona, per poi arrivare a noi dopo un'edizione del Festival Tra le Nuvole a cui Alberto ha partecipato come ospite. Più in generale, pensiamo che tutto ciò che crea connessioni fra le persone sia utile, dai festival resistenti come Combat Comics, BORDA!Fest e Crack!, a realtà di contenuto e ricerca come e BilBOlbul. Sono contenitori che aiutano a creare una scena più curiosa e consapevole.

brito fazenda

Due dei vostri libri sono pubblicati in collaborazione con la portoghese DGLAB, Direzione generale per il libro e le biblioteche, dipartimento del Ministero della Cultura che promuove la traduzione e la pubblicazione in altri paesi di fumetti scritti in lingua portoghese. Come vi siete orientati verso il Portogallo e qual è la peculiarità che notate rispetto al resto dell'Europa?
Il fumetto lusitano è poco conosciuto in Italia, ma meriterebbe molto più spazio: quando abbiamo scoperto la produzione portoghese ci siamo trovati di fronte ad autori interessanti, dal segno personale e riconoscibile. È un panorama variegato, caratterizzato da molta libertà espressiva e voglia di mettersi in gioco; il Portogallo è un paese con una forte tradizione nel campo dell'illustrazione e disegnatori che lavorano anche nel cinema d'animazione. Inoltre ha un'identità culturale unica, ricca e radicata.

Zero e Uno, Biro

Oltre al lavoro editoriale, siete anche direttori artistici di Tra Le Nuvole, un festival itinerante giunto quest'anno alla sua quinta edizione che si muove fra le biblioteche della bassa bresciana e che include l'interessante concorso Cosmonauti.
Qual è la domanda o considerazione più interessante che avete sentito da un pubblico composto non solo da appassionati?

Il secondo anno, forse il primo, un signore di Brandico dalla voce tonante ci ha fatto notare che a lui alcuni modi di disegnare sembravano “errati”, perché diversi da quelli a cui lui era abituato. Certamente c'è ancora molto da fare per quanto riguarda l'educazione alla lettura delle immagini. Mostre e festival sono l'occasione per portare all'attenzione del pubblico nuovi segni e modi di raccontare.

La soglia di attenzione è variata nel corso delle diverse edizioni?
Stiamo facendo un lavoro capillare per arrivare nelle biblioteche della provincia, luoghi in cui di solito il fumetto è poco presente. Sono piccoli passi che servono a raggiungere persone curiose che non sempre hanno modo di incontrare autori o disegnatori. Negli anni l'interesse nei confronti del festival è aumentato e nell'ultima edizione siamo riusciti a organizzare tredici appuntamenti con autori, un cineforum sull'animazione e laboratori di fumetto per ragazzi e adulti.

Quanto conta rifornire le biblioteche del circuito bresciano e cremonese con i fumetti derivanti dal concorso?
Alla fine del festival i fumetti inviati dalle case editrici per il Premio Cosmonauti vengono redistribuiti nelle biblioteche della Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese.
Portare i fumetti nelle biblioteche, i luoghi per eccellenza dell'accesso gratuito e libero alla cultura, è un modo per permettere a tutti di conoscere nuovi autori e allenare lo sguardo a diversi stili di disegno.

Emilia, Fabio Bonetti

Vista la vostra presenza sul territorio, potreste delineare un quadro del mondo del fumetto a Brescia fra autori presenti, ricezione del pubblico, mercato?
Su questo si potrebbe scrivere un articolo intero, come per molte altre città italiane. A Brescia c'è una scena molto ricca e varia, penso ai nostri autori Stefano Alghisi e Biro ma anche a fumettisti che lavorano per altre case editrici come , , e Giuseppe Baiguera. Non dimentichiamoci poi che da Brescia sono passati autori come José Muñoz e Rubén Sosa. Quest'ultimo negli anni Ottanta ha anche aperto una scuola di fumetto, lasciando una sorta di eredità artistica alla città.
Inoltre, proprio quest'anno sono nati alcuni collettivi, come Loch Comics e McGuffin, e siamo molto curiosi di vedere le loro prime pubblicazioni.
Il pubblico c'è e ha voglia di scoprire.
Forse la cosa che manca è una scena organica in grado di farsi percepire nel suo insieme, ma siamo sicuri che questo verrà con il tempo.

Intervista realizzata per e-mail il 27 novembre 2015

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