Periferica. Storie ai margini è un volume pubblicato da Rizzoli Lizard che raccoglie le prime storie a fumetti di Lorenzo Mattotti, realizzate originariamente tra il 1974 e il 1980 per alcune riviste dell’epoca, quali Secondamano, Linus e altre, ma alcune di esse non sono più in ristampa da molti anni o non trovarono spazio per la pubblicazione e sono quindi riproposte o proposte per la prima volta.
Per affrontare in maniera completa l’eterogeneità visiva dell’antologia, è necessario analizzare brevemente ogni singola storia contenuta.
…O qualcosa del genere (1977-78) sono due brevissime storie a colori scritte da Fabrizio Ostani e disegnate da Mattotti, dal tono poetico e dalle immagini oniriche. Sui testi evocativi di Ostani, Mattotti compone visioni a pastello sia tenui che cariche, lavorando in modo che i colori risultino non solo parte integrante delle tavole, ma veri e propri protagonisti, fondendosi con corpi e prospettive che devono qualcosa al cubismo.
La realtà è strabica (1974-77) è un fumetto lungo scritto sempre da Ostani e disegnato tutto in bianco e nero mescolando due storie di viaggio in parallelo: quella di Lucio e Sergio, operai autostoppisti, e quella di Alice, ragazza alto-borghese. Fin dalle prime pagine vengono resi evidenti i temi: il contrasto tra comunismo e consumismo (e tra stili di vita agli opposti), gli attacchi ironici al capitalismo, un mondo sull’orlo del cambiamento e la difficoltà di accettare quest’ultimo da parte della maggior parte delle persone. È però tutta la parte grafica a fare da padrona. Mattotti, infatti, alterna stili diversi per raccontare le due storie: per quella di Lucio e Sergio porta avanti un segno fluido, denso e dinamico, che alterna campiture nere e tratteggio per raccontare situazioni realistiche; per quella di Alice, il segno si fa molto più grottesco e caricaturale, quasi comico a tratti, funzionale a raccontare l’assurdità di una moderna versione di Alice nel paese delle meraviglie. Lo stesso Mattotti, in apertura del fumetto, definisce i suoi disegni “gettati sul foglio”, un’espressione che cattura bene l’urgenza e la spontaneità dell’espressione artistica. In entrambi i casi, comunque, il lettore si trova di fronte a storie di viaggio, declinate in maniera diversa a seconda del contesto, ma che hanno come afferente l’humus culturale di quel particolare periodo storico in cui vengono realizzate. Il viaggio è una metafora adatta a raccontare ciò che gli autori vivevano in quel periodo e come la realtà stava mutando sotto i loro occhi.
C’è del maggio anche nella pioggia (1975) è una sezione che raccoglie diversi wordless comics di poche pagine realizzati dal solo Mattotti, tra cui il fumetto dal titolo omonimo. Continuando sul percorso tematico simile al precedente, l’autore procede nell’alternare azione e quiete, scene di lotta e momenti di riflessione, inserendo metafore visive palesi o più sottilmente suggerite. Prosegue anche lo studio sul segno, sulle sue possibilità, e soprattutto sul modo di impostare la tavola (più rigido o più libero), sulla scelta delle inquadrature, su cosa effettivamente mostrare e cosa sottrarre alla vista e sulla forza intrinseca delle immagini.
Tram Tram Rock (1978), scritta da Antonio Tettamanti, è una storia di 56 pagine i cui protagonisti sono di nuovo Lucio – sorta di alter ego di Mattotti– e il suo amico Guido. Con un tratto vicino a quello della parte realistica de La realtà è strabica, viene esplorata prima la vita spiantata dei due ragazzi di sinistra e poi la stramba quotidianità degli inquilini di un condominio di un quartiere povero a Milano. Tram Tram Rock, con il suo tono bislacco e leggero, trova la sintesi di uno spaccato di vita di persone diverse accomunate dalla voglia di “svoltare”, in cui l’assurdità della quotidianità è lo specchio della vita, che viene catturata anche attraverso il linguaggio e le sfumature del dialetto.
Remo (1979), con testi di Tettamanti, è un fumetto breve ambientato nella realtà di Tram Tram Rock, ma dall’atmosfera più cupa e in qualche modo drammatica, che affronta la criminalità e la morte di persone che si trovano al posto sbagliato nel momento sbagliato. Quello che davvero colpisce è l’evoluzione compiuta dal segno di Mattotti, che si fa più elaborato, grottesco, deciso e stilizzato, con un chiaroscuro netto e tratteggi secchissimi, evidente debitore di José Munoz.
Incidenti (1979), realizzata Mattotti come autore unico, non è solo tra le storie più belle e riuscite del volume, ma risulta centrale nella sua produzione. Mattotti, trasferitosi da Milano alla campagna mantovana per rimettersi in sesto dopo un periodo poco stabile, si dedica a questa storia incanalando all’interno di essa tutti i propri riferimenti culturali. Il risultato è eccezionale. Il protagonista è di nuovo Lucio, che suo malgrado si trova coinvolto in sordidi eventi, tra spaccio di droga, ricatti e complesse relazioni amorose, il tutto ambientato in una realtà provinciale distopica in cui i Sidra, una speciale forza di polizia mascherata, possono compiere ogni tipo di efferatezza. Nel disegno, l’autore abbandona completamente la spontaneità e l’emotività delle prime storie, calibrando ogni tratto per esplorarne la ricchezza e il livello di dettaglio e misurando ogni elemento all’interno delle vignette per comporre un’atmosfera efficace e convincente, affrontando costantemente il rapporto spaziale tra immagini nelle vignette e totalità delle pagine in cui sono contenute. Per creare un paradosso, Mattotti usa invece un segno più libero per rappresentare proprio chi di principio nega la libertà, ovvero i Sidra. Leggendo Incidenti si respira la periferia, si nota la scrittura attenta di personaggi pienamente tridimensionali, ci si immerge in un clima politico teso e parossistico ma emotivamente intenso e ci si trova di fronte ad alcune delle sequenze visivamente più belle del fumetto italiano.
Reazione chimica (1980), con testi di Tettamanti, è un esperimento di reportage a fumetti commissionato da Panorama sullo scandalo Imi-Sir. I due autori si prendono la libertà di indagare lo scandalo dal punto di vista delle persone normali, sovrastate dagli eventi. In questo, la scrittura di Tettamanti si sofferma nello scontro tra quotidianità ed eccezionalità e nell’impossibile decifrazione della verità e della realtà, mentre i disegni indugiano con inquadrature strette su personaggi sempre più deformi, staccando poi con campi lunghi significativi che inquadrano il rapporto tra corpi e architetture che li circondano.
Alè Tran Tran (1979-1980), sempre con testi di Tettamanti, è una serie di brevi e caustici fumetti a tema calcistico realizzati in tempi strettissimi. Le storie sono divertenti e strappano una risata anche quando sono attraversate da sensazioni malinconiche o sequenze oniriche, mettendo in scena come il mondo del calcio sia spesso il riflesso della società, soprattutto in Italia. Nei disegni tornano certi stilemi delle prime storie, con corpi che si spalmano nelle vignette ma che vengono riequilibrati dal controllo nei movimenti: sono corpi che sentono tutta la gravità pesare su di loro, eppure danzano. Interessante poi l’uso quasi esasperato delle onomatopee e delle urla nei balloon, molto azzeccato per il contesto delle storie.
Agata Blues (1979), che vede Mattotti come autore unico, è una storia che ha per protagonista nuovamente un’emarginata, una ragazza che soffre della sindrome di Down. Si tratta purtroppo di un fumetto incompiuto, ma presenta una notevole sperimentazione grafica in particolar modo sul colore, con i pastelli che governano e destabilizzano la narrazione di per sé lineare e intrisa di tristezza. Le linee che secondo l’autore avrebbe dovuto prendere la storia – se fosse stato possibile continuarla – prevedevano nuovi e interessanti sviluppi che avrebbero approfondito i personaggi coinvolti e le tematiche affrontate.
In conclusione, si può dire che Periferica. Storie ai margini sia un’ottima antologia, che mette in luce le precoci, ma già grandi qualità di un gigante del fumetto mondiale come Lorenzo Mattotti, mostrando quali siano stati i pensieri e le emozioni che l’hanno mosso in passato e come si sia evoluto il suo stile.
Abbiamo parlato di:
Periferica. Storie ai margini
Lorenzo Mattotti
Rizzoli Lizard, 2021
368 pagine, cartonato, colori – 24,00 €
ISBN: 9788817159036