Roma, pieno Ventennio fascista. Eleonora “Lolli” Ciancarelli ha diciannove anni, lavora in stireria, consegna i vestiti a domicilio a clienti di tutti i tipi, ma generalmente irritanti, sgarbati e insensibili. La ragazza “desidera proprio un pochino di vita serena con persone gentili e amichevoli, magari con un vero gentiluomo” e sembra che la sorte, in agguato a un ricevimento al Circolo Ufficiali, l
Tormenti è costruito come un lungo flashback romano incastrato fra un prologo e un epilogo spagnoli. Nelle prime pagine troviamo Lolli e Mario sulla strada per raggiungere il centro di arruolamento delle Brigate Internazionali; Mario sarà arruolato e inviato a Guadalajara, mentre Lolli, scartata, lo guarderà allontanarsi dopo aver tentato di trattenerlo. Nella chiusura vediamo Mario e Rinaldo coinvolti in un dialogo di saggezza surreale dalle parti opposte della linea del fronte e inconsapevoli dell’altrui identità. Nel mezzo, la vicenda di Lolli e il triangolo amoroso, con la sua scia di pene d’amore, passioni, velleità di scalata sociale e illusioni di ritrovata giovinezza, piccoli scandali, speranze, delusioni e litigi furenti e plateali, con lacrime, pistole, schiaffi e umiliazioni.
L’intreccio di Tormenti è quindi fondamentalmente quello di un melodramma, che però Furio Scarpelli (che da solo e insieme al suo complice Age scrisse pagine fondamentali del cinema italiano, da La Grande Guerra a N: Io e Napoleone) narra nel registro del grottesco, realizzato tramite la tensione fra il testo, dal tono ironico e semmai venato di una sorta di indulgenza, e le figure, soprattutto i volti dei personaggi, che paiono sempre immersi in una recita, loro sì (finalmente) protagonisti di una vicenda come quelle del cinematografo.
È anche una vicenda di scontro di velleità, di ricerca di una vita diversa da quella vissuta: Lolli che diventa la mantenuta di Rinaldo e si veste e acconcia come un’attrice, nella speranza di lasciarsi indietro la stireria, i clienti, le loro sgarbatezze e i loro squallori; Rinaldo che corteggia e circuisce la ragazza in fondo anche per avere qualcuno a lui abbastanza inferiore (socialmente e culturalmente) da cui essere rispettato, temuto, forse adorato, che gli offra insomma la visione di sé che lui stesso desidererebbe vera e che, scopriamo, la famiglia gli nega (impressionante la scena in cui costringe Lolli a scrivere il suo diario sotto sua dettatura). E infine Mario, che, trascinato dai suoi ideali politici, vuole vivere e costruire il suo sogno di libertà e lotta individuale e collettiva contro il fascismo.
Il lavoro che ci troviamo a leggere, di cui esiste anche una trasposizione cinematografica, basata sullo stesso corpus di disegni, è uscito postumo (Scarpelli è morto nel 2010), ma, da quanto si evince dalle note editoriali, sostanzialmente completo. 
Scarpelli lo costruisce mescolando prosa, illustrazione e fumetto, e utilizzando nella parte visuale tecniche miste: colore, bianco e nero, schizzo, ritratto accurato, tavola. La ripartizione d’uso vede generalmente la prosa costruire il contesto delle scene e dare il tono della vicenda, mentre il disegno mette in scena i dialoghi. Le due parti si sorreggono e rimandano a vicenda, complementari e reciprocamente necessarie.
La prosa è scritta in forma di voce narrante da osservatore esterno (narratore onnisciente), che si concede quindi intuizioni e commenti su quanto avviene. Senza però mai mutare l’ironia in sarcasmo, perché in fondo racconta una saga di perdenti: Rinaldo perde il proprio posto in famiglia e in società e la sanità mentale (sebbene divenga una sorta di idiot savant, capace di verità scomode), Lolli perde le proprie speranze di una vita in qualsiasi modo migliore e Mario, lo possiamo dire con il senno di poi, perde tutto.
Scarpelli dimostra verso i protagonisti più pietà che intenti moraleggianti: alla fine, anche Rinaldo suscita più pena che riprovazione, mentre Lolli è tratteggiata nella sua furbizia velleitaria, mescolata inestricabilmente a un desiderio di riscatto sociale, che non può essere che individuale, in certa misura egoista, a differenza del sogno di Mario, che immagina certo un mondo migliore per tutti. 
L’intreccio di Tormenti è profondamente radicato in un preciso momento storico, ma tutti i dettagli delle vicende e dei personaggi sono invece radicati in una precisa tipologia di natura umana, che Scarpelli, attraverso la prosa e il disegno, fa emergere dalla pagina nella loro ricchezza, nelle loro contraddizioni, ingenuità, slanci e meschinità.
Ultima notazione: l’architettura di Tormenti indica anche un’interessantissima modalità di composizione, che speriamo venga ulteriormente esplorata da altri autori ed editori.
Infine, utili e interessanti le note editoriali che accompagnano il volume, che in coda offre anche una galleria di schizzi e disegni della fase preparatoria.
Abbiamo parlato di:
Tormenti
Furio Scarpelli
Rizzoli Lizard – 2011
128 pagine, brossurato, colori – 17,00 €
ISBN: 9788817053488




