La collezione Cronaca Nera è nata per raccontare i casi più inquietanti di cronaca nera attraverso il linguaggio del fumetto.
Erika De Pieri, giovane disegnatrice della scuola del fumetto di Milano, ricostruisce in questo terzo appuntamento l’incredibile storia della Saponificatrice di Correggio, la donna senza scrupoli che ha sconvolto l’ Italia degli anni Quaranta.
Ciao Erika, benvenuta su LoSpazioBianco.it. Prima di cominciare, vuoi presentarti ai nostri lettori?
Erika De Pieri, nata a Motta di Livenza (TV), il 11/04/79 e residente a Motta.Formazione:diplomata al liceo artistico di Treviso e successivamente alla Scuola del fumetto di Milano. Prima pubblicazione per il settimanale regionale “Treviso 7”, con le tavole di “Città blu” (strisce futuristiche in bianco e nero, sceneggiate da Norman Zoia). Nel 2002/2003 lavora per un anno come caricaturista per lo stesso giornale. Dopo diverse mostre, che riscosso notevole successo nella zona (in particolare le illustrazioni ispirate all’inferno dantesco nel locale Oasìs; e la mostra antologica in villa Rieti Rotari, a Villanova di Motta).
Segue laboratori sul fumetto e illustrazione, con particolare attenzione a quelli per bambini di elementari e medie (alcuni risultati di questi laboratori si possono trovare nel libro “Magic furlan” edizioni 2003/04). Oggi la “Saponificatrice di Correggio” e la sua prima pubblicazione a carattere nazionale.
Quali sono gli autori che ti hanno maggiormente influenzato nel tuo stile?
Autori preferiti: Massimiliano Frezzato e Simon Bisley, le tavole infatti sono rigorosamente a colori, realizzate con acquerello misto acrilico.
Ti presenti come autrice completa, ma hai preferenze tra la sceneggiatura e il disegno? In quale veste preferisci esprimerti?
In questo lavoro mi sono occupata di tutto: dalla sceneggiatura ( supervisionata da mio fratello Stefano, iscritto al DAMS), al disegno, al colore. Cio’ che mi ha da sempre avvicinato a lavorare in questo campo è in assoluto il disegno, rigorosamente colorato!
Come è avvenuto il contato con Becco Giallo?
Il Becco Giallo mi ha contattato grazie alla segnalazione di Paolo Cossi (autore di “Unabomber”) con cui avevo collaborato in altre occasioni.
All’ inizio la proposta era di occuparmi esclusivamente del disegno, ma poi a causa di alcuni ritardi nella ricerca di uno sceneggiatore, mi hanno chiesto se mi andava di provare a scrivere direttamente anche la storia.
Non potevo chiedere di meglio, avevo già le tavole stampate bene in mente, restava solo scrivere… tutto è andato bene al primo colpo!
Non è facile per autori esordienti o semi-esordienti trovare degli spazi per esprimersi, anche solo per poche pagine, figurarsi con una storia di più di cento pagine. Quali difficoltà hai trovato nell’affrontare questo impegno?
Quando ho letto i fatti della Saponificatrice, mi sono sorpresa che nella nostra piccola e romantica Italia fosse esistito un personaggio stile Hannibal Lector, aldilà della drammaticità dei fatti, che è indiscutibile, la storia dal punto di vista grafico, offriva la possibilità di sbizzarirsi con scene in cui il colore era la base per l’impatto emotivo.
Cosa ti ha colpito in questi agghiaccianti eventi?
Sicuramente la cosa che all’interno di questa storia colpisce di primo impatto è il modo con cui venivano compiuti gli omicidi e soprattutto la fine dei corpi delle povere vittime. Ma oltre all’ orrore portato a galla dai fatti stessi, sono i personaggi ad arricchire di interesse questa storia.
Trovo che sia un chiaro esempio della fragilità dell’animo umano: sia Leonarda che le sue vittime, appaiono indirizzate verso il loro destino a causa di menti troppo fragili per reggere le sofferenze della vita. Leonarda diventa folle perché terrorizzata all’idea di perdere la cosa a lei più cara (i figli).
E questo la lega alle sue vittime: donne altrettanto infelici e spaventate. Il male che le accomuna è la solitudine, la paura di restare sole è ciò che le porta a fidarsi ciecamente di qualcuno… senza curarsi delle conseguenze. E anche Leonarda si fida delle sue sensazioni uccidendo per paura di restare sola, senza pensare che questo farà di lei una assassina.
Quanto è stata importante la fase di documentazione?
Per la fase di documentazione si sono maggiormente interessati i miei editori, l’immagine dei personaggi è ricostruita su riferimento fotografico e così anche per quanto riguarda la casa di Leonarda.
Purtroppo non sono state possibili visite sul luogo.
Ci sono aspetti particolari della vicenda che hai cercato di sottolineare?
Nell’interpretare la sceneggiatura uno degli aspetti principali che ho voluto sottolineare è l’aspetto psichico della figura di Leonarda… all’ inizio volevo che il lettore si soffermasse sulla sua vita, percepisse la sua sofferenza e la sua fragilità psichica che via via andava cedendo.
Una volta rotto l’equilibrio che delimitava la realtà dalla sua surreale follia, la storia cambia toni e pone l’accento sulla ferocia di quella donna che nelle prime pagine pareva invece tanto fragile.
Hai già altri progetti dopo questo volume?
Ho in porto un’altra collaborazione con la casa editrice Becco Giallo, e un fumetto su una sceneggiatura scritta da mio fratello Stefano da proporre alla prossima edizione della mostra sul fumetto di Angoulemme, in Francia.
La prossima presentazioni del fumetto saranno il 29 e 30 ottobre a Lucca Comix.
Ringraziamo Erica e speriamo che siano ancora molti i volumi di Cronaca Nera da seguire…
Riferimenti:
Becco Giallo – www.beccogiallo.it