Come per il Superman della silver age, giunto a livelli di potere tali per cui nemmeno gli sceneggiatori erano più in grado di immaginare sfide alla sua altezza, non è semplice trovare avventure stimolanti per l’universo narrativo di Paperon de’ Paperoni. In alcune, rare occasioni, Paperone viene messo di fronte alla ristrettezza nei mezzi economici, non quella vagheggiata nelle sue lamentazioni periodiche ma quella vera, dovuta ad esempio alla perdita delle sostanze o a quella della memoria.
Le qualità di Paperone, alla fine, emergono sempre e, recuperate le sue sostanze, riesce a dimostrare spesso il suo punto di vista: non conta l’età, non conta quanto siano grandi e apparentemente invalicabili le difficoltà che si hanno di fronte, contano solo l’ingegno e la determinazione a superarle.
Su queste premesse Giorgio Salati costruisce per Paperone una scommessa apparentemente impossibile: sopravvivere per due mesi lavorando in un fast-food della periferia e senza spendere più di 50 $. In caso di sconfitta dovrà ritirarsi dagli affari, lasciando campo libero a Rockerduck.
Ad affiancare Salati in questa impresa abbastanza complessa (crisi economica, scontro generazionale, disagio delle periferie) c’è Emilio Urbano: il suo tratto preciso e fortemente ispirato da quello di Stefano Turconi (con alcune influenze da Sandro Dossi), per quanto leggermente più gentile, risulta perfetto nel rappresentare le difficoltà di Paperone e l’ambientazione tipicamente statunitense della vicenda.
Su Zio Paperone e la sfida da 50 $ abbiamo posto qualche domanda ai due autori, Giorgio Salati e Emilio Urbano.
Puoi parlarci della genesi di questa storia?
Giorgio: Un giorno, riflettendo sui trascorsi di Paperone, mi chiesi: se oggi dovesse ricominciare da capo, che cosa farebbe? Di certo la caccia all’oro in Klondike è anacronistica.
Mi venne quindi in mente che molti giovani oggi per entrare nel mondo del lavoro e pagarsi magari l’università devono iniziare dai call center o dai fast-food. Di certo non è facile sbarcare il lunario, ed è una cosa che le vecchie generazioni (qui rappresentate da Paperone) faticano a comprendere: ai “tempi loro” ci si spaccava la schiena in fabbrica o nei campi (o in Klondike!), per molti di loro i giovani non hanno motivo di lamentarsi… C’è troppo benessere, signora mia!
Ecco perché ho pensato di gettare il nostro amato riccastro nella mischia di un fast-food, tramite la classica scommessa con Rockerduck: all’inizio prende la faccenda sottogamba, ma molto presto si accorge che la vita a frigger patatine nella periferia di una metropoli non è molto più facile di quella con un piccone in mano tra i ghiacci dell’Alaska.
E in tutto questo si renderà conto che anche i giovani hanno idee vincenti: basta dar loro un po’ di fiducia.
Emilio: Il merito di questa serie di storie è tutto di Giorgio Salati, io mi sono occupato solo della realizzazione grafica dei personaggi secondari e delle tavole.
Non nascondo la mia ansia quando la redazione mi ha affidato il lavoro. Erano quattro episodi per un totale di quasi 120 tavole e per me era la prima volta in cui affrontavo un’intera saga tutto da solo.
La mia preoccupazione è svanita appena ho iniziato a leggere la sceneggiatura del primo episodio: la storia mi ha coinvolto subito e già avevo in mente la caratterizzazione grafica dei nuovi personaggi. Mi sono appassionato sempre di più andando avanti con gli episodi, il lavoro di Giorgio era chiaro e innovativo, pur mantenendo le caratteristiche delle storie classiche. Devo dire che è stato un grande onore lavorare su questa serie, che mi ha accompagnato per un lungo periodo a cavallo tra il 2014 e il 2015.
Su quali caratteristiche del personaggio di Paperone ti sei voluto/dovuto concentrare per questa storia?
Giorgio: Sulla sua genuinità, energia e inestinguibile spirito d’iniziativa: un de’ Paperoni non si abbatte MAI davanti alle difficoltà, nemmeno se si tratta di lavare un pavimento… e alla fine viene fuori anche il suo immancabile talento imprenditoriale.
Emilio: Ho cercato di rispettare le caratteristiche originali del personaggio già condensate nella pagine della sceneggiatura. Questa serie mette in luce tutti i vari aspetti di Zio Paperone: la suscettibilità, la grinta, il desiderio di vincere sfide impossibili, ma anche la sua onestà e il suo buon cuore che lo rendono il nostro “Zione” di sempre.
Qual è per te l’essenza di Paperone, in cosa rintracci le fondamenta del personaggio?
Giorgio: Domanda da un milione di dollari, perché Paperone è un personaggio insieme elementare e complesso. Elementare perché è uno dei personaggi più “infantili” tra i main character. Assume reazioni esagerate e cambi repentini d’umore, quando vuole qualcosa non molla finché non l’ha ottenuto, fino all’ossessione, e soprattutto ha un’energia infinita.
D’altro canto è anche uno dei personaggi più complessi e sfaccettati del cast. Duro, risoluto, temprato nella roccia ma come la roccia composto da diversi strati. Pervaso da un’inestinguibile iniziativa e senso pratico. Cinico, scettico, ma allo stesso tempo romantico e sentimentale. Maltratta i parenti ma senza la sua famiglia non saprebbe stare (e questo è uno degli aspetti che preferisco). È evidente che è un personaggio che sa voler bene, ma non lo dà troppo a vedere.
E poi, sopra a tutte le sue caratteristiche, c’è l’Avventura.
Quello che dico spesso parlando di Paperone è che le monete nel suo Deposito non sono semplicemente soldi. Se fosse esclusivamente attaccato al denaro in quanto tale, lo metterebbe in banca. Invece tiene con sé ogni moneta, perché ognuna di esse rappresenta un episodio della sua esistenza. Quelle monete sono i suoi ricordi, le sue avventure, la sua VITA!
Qui è l’animo sentimentale di Paperone: vive mille peripezie al fine di accumulare profitti allo stesso modo in cui un cavaliere corre a salvare la principessa o un archeologo cerca il Sacro Graal.
Nel caso delle avventure in cerca di ricchezze di Paperone, la meta e il viaggio sono la stessa cosa: guadagno materiale e insieme spirituale, uno yin e uno yang inscindibili.
Emilio: Si parte senza dubbio dal grande lavoro di Carl Barks che, creando una versione paperesca di Scrooge del Canto di Natale, ha dato vita nell’universo Disney a uno dei personaggi più importanti del cast, che dopo 70 anni è ancora fresco come un giovanotto grazie al lavoro di tanti sceneggiatori e disegnatori che lo hanno caratterizzato nei decenni.
Abbiamo parlato di:
Più Disney #64, The best of Paperopoli 2016 – Zio Paperone e la sfida da 50 $
Giorgio Salati, Emilio Urbano
Disney-Panini, febbraio 2016
388 pagine, brossurato, colori – 5,90 €
Scheda Inducks