Roy D’Amy – Il Sergente York

Roy D’Amy – Il Sergente York

Un segno espressivo e dinamico delinea dei personaggi avventurosi e ironici allo stesso tempo. Il talento creativo di Roy D'Amy fu un vero punto di riferimento per molti artisti del dopoguerra e, come molti altri autori, meriterebbe di essere riscoperto.
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Editoriale Mercury, 2002 (Italia, Il sergente York, 1954)

“…Avendo fatto la guerra, volontario in Africa, finì prigioniero degli inglesi ed ebbe la fortuna (nella sfortuna) di leggere e guardare tutti quei comics d’oltreoceano (probabilmente passati da qualche sorvegliante inglese). Infatti D’amy disegnava all’americana perché già conosceva Milton Caniff mentre noi non sapevamo neanche chi fosse. Aveva poi, a differenza di Caniff, uno spiccato senso dell’umorismo che riversava nei suoi disegni”.
(Sergio Bonelli parlando di Roy D’Amy)

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Autoritratto di Roy D’Amy.

Avete presente la Legione Straniera? Chissà quante volte l’avrete sentita nominare nei libri letti o nei film visti; una sorta di forza militare che reclutava cittadini stranieri, non appartenenti al paese in cui la Legione veniva istituita. Spesso associamo la Legione Straniera alla Francia e non potrebbe essere altrimenti, visto che è l’unico paese (insieme alla Spagna) ad avere questa forza militare.

Comunque esiste anche una Legione Straniera dell’Ovest… Ma solo nell’immaginario mondo dei fumetti.

Artefice di questa improbabile forza militare nel bel mezzo del far west è un autore che oggi pochi ricordano (molti non l’hanno neanche mai sentito nominare), ma che forse meriterebbe una riscoperta e una rivalutazione in pompa magna vista la sua originalità artistica, narrativa e imprenditoriale.  

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Il dinamico Sergente Bill York.

Già, perché Rinaldo “Roy” D’Amy era un autore più che completo: scriveva e disegnava per se stesso e per gli altri ed era un formidabile “PR”, tanto da creare un’organizzazione di valenti artisti (tra cui Gino D’Antonio e Renzo Calegari, tanto per citarne due “doc”) che grazie a lui entrarono in contatto con il mercato editoriale internazionale.

Ma torniamo a questa fantomatica Legione Straniera dell’ovest, sperduta tra le montagne rocciose: Canada, Irlanda, Scozia, Italia, Polonia, Russia, Francia e via dicendo sono una parte dei paesi di provenienza del gruppetto di personaggi in forza alla legione. E tra di loro, spicca il loro leader, il Sergente Bill York, un giovane abile e rispettato che insieme alla sua Legione ha il compito di salvaguardare la pace, la giustizia e l’ordine come ogni buon eroe che si rispetti.  Una serie molto fortunata, sia nell’accoglienza da parte dei lettori sia per la creatività che D’Amy riesce a infondere nelle storie; storie ricche di azione, ma anche di situazioni al limite della comicità grazie a tutta l’equipe di personaggi che affiancano York e che rendono questa saga western abbastanza atipica rispetto a quelle del periodo; non è certo roba di tutti i giorni che in un fumetto western uno dei comprimari si chiami Antonio Caruso giunto da Napoli nell’ovest per far fortuna; o che un personaggio risponda all’interminabile nome di Vassili Ivan Petrovic Karakazoff Smolensky.

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Le atmosfere degne dei grandi film western hanno sempre accompagnato l’arte di Roy D’Amy.

Ma sono proprio questi gli ingredienti che ben si sposano sia con il modo di raccontare di D’Amy sia con il suo stile, debitore (come molti artisti del periodo) a Milton Caniff, ma con una marcia umoristica in più che ne caratterizzava le storie; le prime quattro, racchiuse nel buon volume dell’Editoriale Mercury, sono un perfetto esempio della versatilità dell’artista vicentino e rappresentano l’inizio di quello che, forse, rimane il suo fumetto più bello ma anche l’ultimo, visto che l’artista si dedicherà soprattutto al lavoro di sceneggiatore, scrivendo storie per il Corriere dei Piccoli e per il mercato estero. Un vero peccato, certo, ma alla fine è grazie a personaggi come Gordon Jim, oppure a saghe a fumetti come la famosa Mani in alto! che il nome di Roy D’Amy verrà sempre ricordato, almeno da chi, come il sottoscritto, considera autori come lui delle rare perle che hanno brillato di luce intensa nel periodo editoriale del dopoguerra, infondendo nelle proprie tavole quel tocco che solo i grandi maestri sono in grado di dare.

Quel tocco di fantasia, di talento e d’originalità che il Maestro D’Amy ha sempre sfoderato con la stessa naturalezza con cui il suo Sergente York estraeva la pistola in nome della giustizia nelle lontane terre del selvaggio west.
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Roy D’Amy: un segno che nella sua vena comica raggiunge grandi livelli espressivi.

 

Curiosità

La serie si compone di 49 albi di 36 pagine usciti sia nel formato libretto che in quello a striscia (tipico di quel periodo). Oltre a York, Caruso e Vassili Ivan Petrovic, gli altri componenti della Legione Straniera Montana dell’Ovest sono: Sean O’Donnel, Flinty, Roseberry, Toplinsky, Oscar Strauss, Jean Leroux, Jolly Lock, Pretty Boy, Parnell e il Colonello Hoover.

 

Edizione consigliata 

Inizio dicendo (come ho fatto per atri personaggi) che le avventure del Sergente York andrebbero lette tutte. Detto questo, il volume della Mercury si presenta con una confezione elegante e in una tiratura limitata di sole 500 copie. La colorazione elettronica non rende giustizia ai disegni di D’Amy e credo che riproporre York in bianco e nero sarebbe stata una scelta più felice. A questo primo volume ne fanno seguito altri cinque che completano il ciclo di storie. Onore all’Editoriale Mercury che comunque ha ripubblicato gran parte del lavoro del grande autore vicentino.

Altre edizioni

Nessuna in volume purtroppo; per chi volesse recuperre le avventure del personaggio di D’Amy deve ricorrere al mercato collezionistico. Oltre alle classiche pubblicazioni in formato striscia, Il Sergente York fu ripubblicato nella Collana Rodeo, a cominciare dal 1969, delle Edizioni Araldo, poi divenute Edizioni Cepim prima di consolidarsi col nome di Sergio Bonelli Editore.

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