Un Eisner Award 2016 per la categoria “miglior graphic novel” e un Premio Boscarato 2017 come “miglior fumetto straniero“: Rovine di Peter Kuper è un fumetto che ha lasciato il segno.
Moglie e marito decidono di lasciare Manhattan per raggiungere il Messico. L’anno sabbatico, oltre a consentire a Samantha di concentrarsi sul libro che sta scrivendo e di ottenere le informazioni che le servono circa la storia della Nazione, ha lo scopo di riportare la coppia sui binari della felicità e dell’affiatamento.
Leggendo la postfazione presente nel cartonato edito da Tunué, si apprendono alcune informazioni propedeutiche alla contestualizzazione dell’opera. L’autore stesso precisa che alcuni elementi del racconto prendono le mosse dalla sua esperienza personale, in particolare dal biennio trascorso a Oaxaca insieme alla famiglia.
Infatti, la repressione dello sciopero degli insegnanti ordinata dal governatore Ulises Ruiz Ortiz, che ritroviamo nel volume, risale al 2006 ed è cronaca, non finzione, termine che invece si attaglia alla vicenda di Samantha e George, i protagonisti della storia.
La trama principale è di per sé molto semplice e, sebbene i personaggi principali siano caratterizzati meticolosamente e quelli secondari siano interessanti – tra questi spicca Alejandro, vizioso fotogiornalista provato dalla vista di troppi cadaveri –, non sembra costituire il motivo per cui Rovine ha meritato i premi vinti.
Per comprendere il valore dell’opera, è necessario prendere in considerazione tutti gli elementi che ruotano intorno al nucleo della vicenda e che definiscono lo stile dell’autore.
TEMPUS FUGIT
Il titolo del volume è estremamente sintetico: si tratta di una parola che richiama il punto d’arrivo, il risultato. Le rovine non sono soltanto le vestigia di un tempio, ma anche i segni ancora tangibili di una civiltà, quella azteca, che la Storia ha visto soccombere per mano dei Conquistadores. Verso la rovina corre il rapporto tra Sam e George, con una differente percezione del tempo a separare i due perché, se la donna guarda al passato e a una condizione felice smarrita da anni o al futuro e alla maternità, l’uomo, dal canto suo, si concentra sul presente e ritiene che il mondo sia un luogo troppo crudele e inadatto per dare alla luce un figlio, per il quale comunque non sarebbero pronti.
La quotidianità, che per il marito è fondamentale poiché sinonimo di riscoperta del piacere nel disegno e di attenta osservazione dei fenomeni naturali e antropologici, per la moglie non esiste, continuamente infranta dalla risacca dei suoi ricordi che si intrecciano alla biografia di Frida Kahlo, al viaggio migratorio della farfalla e ad antichi riti propiziatori della fertilità.
DAL PARTICOLARE…
Il fumetto di Kuper si può definire colto e ricco di inserti narrativi. Oltre alle digressioni erudite riguardanti gli insetti nelle quali si lancia l’entomologo George, gli artisti, come Frida e suo marito Diego Rivera, i luoghi di forte impatto quali Monte Alban, Puerto Escondido e Mitla, troviamo veri e propri racconti nel racconto. Racchiusa graficamente da una cornice decorata con simboli di varia foggia, davanti ai nostri occhi si rivela la storia degli Aztechi, punto di partenza per la “Storia naturale“, la nuova fatica editoriale di Samantha. Nelle poche pagine monocromatiche il padrone della tavolozza è il grigio, colore utilizzato anche quando riaffiorano i ricordi dolorosi della protagonista, curiosamente formulati in seconda persona. Diversamente, le vignette dedicate ai pensieri del marito, che si accorge dei particolari microscopici ma non presta attenzione allo smarrimento e ai bisogni palesi della moglie, si tingono di ocra e le parole scompaiono. Non si tratta di un caso isolato, perché non mancano altre sequenze mute, ricollegabili soprattutto al volo della farfalla monarca ben visibile in copertina.
Infatti, alla storia della coppia e a quella evenemenziale si affianca la narrazione che vede al centro il viaggio dal Canada al Messico di questo insetto dalle ali arancioni.
Fin dall’incipit Kuper riserva uno spazio considerevole alla monarca, mostrando la schiusa del bozzolo e il primo volo con un procedimento particolare: le fasi dello sfarfallamento sono raccontate attraverso alcune pagine formate da un’unica illustrazione immersa in uno sfondo nero, soluzione che ritroviamo molto simile nell’explicit, dove la differenza è rappresentata solamente dallo sfondo bianco.
Sempre schematicamente, in ogni capitolo ricorrono simboli, una carta geografica, una pagina blu, una azzurra e una sequenza dedicata alla farfalla, in cui il colore predominante è proprio l’azzurro, su cui spicca l’arancio del lepidottero in viaggio. Per esempio, quando esso sorvola New York, la città assume la stessa tonalità del cielo e dell’acqua che la circonda. Questi che sembrano semplici dettagli sono in realtà il cuore pulsante di un racconto che richiede una lettura lenta e concentrata, ma allo stesso tempo aperta alla possibilità di farsi risucchiare nelle pagine. L’attività euristica è la chiave per entrare in una storia che, come accennato, se venisse letta in modo superficiale risulterebbe scontata o addirittura banale.
Così, più dei dialoghi che ricalcano con naturalezza e semplicità il parlato, a colpire sono i balloon in qualità di strumento di comunicazione, perché, proprio come nella vita reale ogni individuo si caratterizza anche per il timbro vocale, così in Rovine a ogni parlante è assegnata una nuvoletta di forma diversa. Un ulteriore tratto distintivo è dato dalla “voce” dei messicani, esplicitata dal colore verde.
…ALL’UNIVERSALE
Passando dai particolari agli elementi più evidenti, anzitutto non si può trascurare lo stile con cui il prolifico Peter Kuper – già autore di una dozzina di graphic novel nonché cofondatore della rivista politica World War 3 Illustrated – delinea i personaggi.
Con segno quasi caricaturale esagera la conformazione di alcuni tratti somatici, rendendo peculiari le fisionomie: un mento pronunciato all’inverosimile, una fronte spaziosa, occhi a forma di confetto sono solo pochi esempi. Secondariamente, nel caso di George l’abbigliamento è utilizzato come una sorta di biglietto da visita, dal momento che resta immutato fino al penultimo istante, metafora del suo immobilismo, dell’amore per la routine e della resistenza al cambiamento che Samantha gli rimprovera e vede come un ostacolo per il ritrovamento della felicità.
Trascurato nei volti, il realismo si rintraccia nelle architetture di Oaxaca, città caratterizzata dalle tinte pastello, nelle monumentali scalinate e nei templi del Monte Alban, imponenti ma non immuni all’incessante azione corrosiva del tempo.
Una sensazione di movimento è trasmessa anche dalla disposizione delle vignette, che spesso ha l’obiettivo di seguire l’andamento della trama. Infatti, quando George rincasa sbronzo i riquadri si dispongono in diagonale e gli angoli si sovrappongono, mentre, quando la farfalla raggiunge la sua destinazione, le forme squadrate cedono il passo ad altre più originali, quali frecce segnaletiche e stralci di mappe.
Nel tentativo di sintetizzare, si può associare a Rovine una parola: “tripudio”, perché questo fumetto è, a tutti gli effetti, un tripudio, di colori – da quelli caldi dei paesaggi esotici e della quotidianità cittadina a quelli freddi legati al volo della farfalla – di sentimenti, di ricordi e di dettagli.
Si tratta, però, di un tripudio che non diventa mai “bombardamento”, perché l’intelletto ordinatore di Kuper impedisce che si crei confusione. Lo sforzo richiesto dalla lettura è stimolante, non deprimente né sfiancante, anche perché la narrazione è densa ma mai noiosa, sebbene si dipani lungo più di trecento pagine.
Abbiamo parlato di:
Rovine
Peter Kuper
Traduzione di Vanni Santoni
Tunué, aprile 2017
328 pagine, cartonato, colori – 34,90 €
ISBN: 9788867902217