Non è roba seria: Ridi Paperoga e l’ironia post-moderna

Non è roba seria: Ridi Paperoga e l’ironia post-moderna

Battute sui canguri, autoironia, rubriche folli: Ridi Paperoga riporta in edicola la comicità demenziale targata Disney con Tito Faraci, Marco Bolla e Sio.

Alla fine degli anni Novanta Disney Italia mandò alle stampe quello che è stato uno dei casi editoriali di quel decennio del fumetto italiano: Ridi Topolino. La collana, che a detta del suo curatore Tito Faraci venne chiusa per troppe vendite, è tornata in edicola a marzo con una selezione delle sue migliori storie inedite, mentre è di questi giorni la pubblicazione del suo “erede spirituale”, Ridi Paperoga.

Come Scottecs Megazine

Il formato dell’albo è al tempo stesso semplice ed efficace: siamo di fronte a uno spillato di 64 pagine poco più alto e poco più largo di Topolino, dove la copertina è della stessa identica carta degli interni (pagine semi-ruvide, sufficientemente pesanti). Formato molto diverso dal resto degli albi Disney-Panini, ma che richiama quello di Scottecs Megazine, il trimestrale di Sio edito da Shockdom.

D’altra parte i due prodotti sono accomunati da affinità elettive, dovute al fatto che Sio, oltre a essere effettivamente uno dei curatori di Ridi Paperoga, non ha mai tenuto segreto di essersi ispirato a Ridi Topolino per la sua carriera. Così risulta più che naturale che il giovane fumettista, insieme a Tito Faraci e Marco Bolla (anche quest’ultimo già in forza a Ridi Topolino), abbia proposto un oggetto di facile richiamo per il suo pubblico, contribuendo allo stesso tempo a fugare il dubbio che la collana sia composta da sole ristampe.

Al di là delle scelte di marketing o delle ispirazioni nel formato, l’aspetto “spartano” del libretto, quasi da rivista ciclostilata amatoriale, rappresenta un punto a favore: permette alla rivista di spiccare facilmente rispetto agli altri periodici disneyani ai quali viene affiancato in edicola, si distingue e gode di un’apparenza “clandestina” che ben si presta all’animo sopra le righe della testata.
Tale mood si ritrova anche nella grafica scelta per gli interni:, volutamente caotica e con sfondi che sembrano patchwork, mentre scritte e disegnini di Marco Bolla e Sio occupano tutto lo spazio rimanente.

Pensiero laterale

Rendere Paperoga protagonista di questa operazione è indubbiamente un’idea vincente: lo strambo cugino di Paperino rappresenta da sempre il lato più surreale della famiglia dei Paperi, e in tal senso averlo come titolare di una rivista del genere permette di dargli fin da subito la giusta direzione. D’altra parte già l’anno scorso era stato assemblato un interessante esperimento con il Tesori Disney International #5 dedicato al personaggio creato da Dick Kinney e Al Hubbard che aveva mostrato tutta la sua verve comica e surreale.

Degno erede della coppia di creatori di Paperoga è indubbiamente l’italiano Enrico Faccini, protagonista dell’albo grazie alla ristampa di diverse storie da lui scritte e disegnate. Il fumettista ligure ha, infatti, legato buona parte della sua carriera disneyana a Paperoga, realizzando da autore completo moltissime storie in cui il personaggio è centrale e contribuendo in maniera decisa al recupero della sua caratterizzazione originale. D’altra parte lo stile “fluodinamico” di Faccini, portato alla rappresentazione di scene slapstick e dotato di un tratto veloce e netto, si adatta perfettamente all’umorismo diretto e fisico di cui Paperoga è abile interprete sin dalle storie di Kinney e Hubbard.

Nello specifico in questo primo numero vengono ospitate alcune one-pages dedicate a Le vacanze di Paperoga, serie comparsa originariamente su Topolino nel 1995, e la breve e muta Felicità è…, anticipata da un articolo in cui si invitano i lettori a mandare le proprie proposte di dialoghi da applicare alle vignette (che ripropone, in maniera più espansa, un’analoga “sfida” lanciata ai lettori sullo Scottecs Megazine). Questo contest sembra sostituire il “ridoppiaggio” di Paperino e la leggenda dello Scozzese Volante di Romano Scarpa, annunciata nelle anticipazioni sulla rivista e che tanti dubbi aveva generato nei fan, per il suo proposito di riproporre la storica avventura con nuovi dialoghi di Faraci e Sio.
Viene poi ristampata la divertente storia, sempre di Faccini, Archimede e la macchina antistress, che è anche l’unico fumetto senza Paperoga, presente però nella storia inedita d’apertura.

Paperoga, Paperino, Paperone e un orso bianco in: dopo la fine, scritta da Tito Faraci, raccoglie molto bene l’essenza delle storie realizzate ai tempi per Ridi Topolino, sia nelle tavole monocromatiche che nello spirito autoironico e metanarrativo. La storiella inizia lì dove molte storie classiche finiscono, l’inseguimento tra Paperone e Paperino, e in parte ricorda un analogo esercizio di stile di Neil Gaiman per la testata Batman Black&White1.
Diverte ed è simpatica, ma sembra arrivare fuori tempo massimo come tipo di ironia: costruita intorno a un paio di tipici cliché narrativi disneyani, si regge essenzialmente su due elementi portanti, quello metanarrativo e la presenza disturbatrice di Paperoga.
Forse poco innovativa in termini di comicità, questa prima storia inedita è probabilmente un semplice antipasto, una presentazione di quello che attenderà i lettori nei prossimi numeri e un qualcosa di diverso da quanto si può leggere su Topolino. Tuttavia, poiché il progetto si caratterizza proprio per la sua differenza, qualche tavola in più avrebbe certamente giovato.

Infine vengono affidate due tavole anche a Sio. Il fumettista è, così, libero di sfogare la propria verve applicandola a Paperoga in una serie di vignette allo stesso tempo connesse e scollegate tra loro: un flusso di coscienza per lo più efficace nel suo divertente nonsense.

Per finire, si osserva che le rubriche si riconfermano il cuore della testata (proprio come fu per Ridi Topolino), passando da contorno a portata principale. Unica riserva è sul rendere Paperoga “voce narrante” e “autore” dei vari pezzi, cosa che se da una parte motiva l’approccio “sopra le righe” dei contenuti dall’altro chiede molto alla sospensione d’incredulità.

Dai 75 consigli su come passare le vacanze ai giochi volutamente senza capo né coda dalle recensioni di prodotti assurdi e inventati (anche questi un travaso dallo Scottecs Megazine) alla posta dei lettori, Ridi Paperoga propone rubriche da rivista “seria” adattandone la resa allo spirito goliardico dei tre curatori e ammiccando in maniera abbastanza evidente ai giovani lettori di Sio.

Abbiamo parlato di:
Ridi Paperoga #1
Tito Faraci, Enrico Faccini, Sio, Marco Bolla
Panini Comics, 25 maggio 2017
64 pagine, spillato, colori – 3,50 €
ISSN: 977182836700270014


  1. Uscita sul secondo numero della rivista, nel luglio 1996, per i disegni di Simon Bisley 

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