Road to Secret Wars: Fantastici 4 e FF di Jonathan Hickman

Road to Secret Wars: Fantastici 4 e FF di Jonathan Hickman

Viaggio in una delle più intense gestioni dei Fantastici Quattro: un'opera complessa in cui Jonathan Hickman ha gettato i semi per l'evento Marvel del 2015.

La storia del fumetto seriale americano è virtualmente infinita: i personaggi vivono da più di 60 anni avventure interconnesse tra loro. Passano scrittori e disegnatori, ma i protagonisti restano. A volte però scattano delle sintonie magiche, in cui tutto sembra perfetto, in cui gli autori entrano così in sintonia con i personaggi da scriverne storie memorabili.

È stato il caso di Chris Claremont con gli X-Men, Peter David con Hulk, Walter Simonson con Thor e John Byrne con i Fantastici Quattro. Nella sua gestione durata sei anni, Byrne apportò alcuni cambiamenti al team, ma al tempo stesso tornò alle dinamiche familiari che grande importanza avevano giocato nella run di Kirby e Lee. Dopo Byrne la testata ha vissuto fortune alterne, senza trovare, con le eccezioni delle run di Carlos Pacheco e Mark Waid, una vera direzione.

Nel 2009, la testata venne affidata a Jonathan Hickman, autore lanciato dal successo inaspettato di Secret Warriors: iniziava così uno dei migliori cicli del quartetto, che avrebbe avuto grandi ripercussioni sul futuro dell’intero universo Marvel.

Esplorazione e fantascienza, nel segno di Kirby

FF1Come già scritto da Marco Foti sul nostro sito, la forza del ciclo di Hickman è stata sicuramente quella di prendere in mano tutte le idee portanti della “prima famiglia“ per antonomasia di casa Marvel, declinandole secondo il suo particolare gusto, aggiornandole e arricchendole con riflessioni spesso complesse, costruendo una trama a lunga gittata e sapientemente architettata come già fatto in Secret Warriors.

La prima cosa che colpisce della gestione Hickman è sicuramente l’aspetto fantascientifico: le storie omaggiano continuamente il lavoro di Lee e Kirby e a quel gusto un po’ naive della fantascienza anni ’60, in cui l’esplorazione di mondi esotici faceva stupire i lettori ad ogni pagina.
Gli Inumani Universali, la Città dell’Alto Evoluzionario, le tribù disperse di Atlantide1 sono tutti richiami a quel tipo di fantascienza esplorativa, interessata soprattutto alla costruzione di un mondo e delle sue meraviglie, piena di idee effervescenti spesso solo accennate, immagini affascinanti e misteriose.

Fin da subito, i Fantastici Quattro vengono riportati alla loro dimensione originaria, quella di scienziati ed esploratori, di curiosi incontenibili e affamati di novità.

Partendo da questa suggestione, Hickman costruisce però una trama articolata, fatta di piccoli tasselli, dallo sviluppo, lento nella prima parte e purtroppo un po’ troppo frettoloso nel finale, che gioca con gli elementi tipici della fantascienza, quali viaggi nel tempo, scorrazzate nel multiverso, battaglie spaziali apocalittiche che crescono di intensità senza mai diventare confuse od eccessivamente cervellotiche; questo fino a culminare nell’arco narrativo “Per Sempre”2, in cui lo scrittore dà libero sfogo alla sua fantasia, scatenando Celestiali folli contro la Terra difesa da Galactus, araldo di un Franklin Richards venuto dal futuro, facendo scontrare armate Kree e orde di Annihilus per il destino del mondo, in un tripudio irrefrenabile di colpi di scena conditi da azione spettacolare degna di un blockbuster hollywoodiano.

L’incontenibile voglia di Hickman di costruire mondi è affascinante, incontenibile e a tratti bulimica, votata com’è all’affastellamento di concetti e storie che suscitino nel lettore meraviglia e stupore grazie alla loro potenza concettuale e immaginifica.
Anche se sul finale della gestione alcuni intrecci vengono conclusi più in fretta del dovuto, lasciando un vago senso di delusione (la profezia di Freccia Nera, il concilio di Destino, il fato di Nu-World), l’intera run spicca per la sua epicità e compattezza

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La prima famiglia, una famiglia per sempre

Se le avventure che animano i singoli episodi sono prettamente fantascientifiche, le tematiche affrontate da Hickman sono profondamente terrene e legate, ancora una volta, al precetto fondante della produzione di Lee e Kirby, quello dei supereroi con “superproblemi”, immersi nelle dinamiche quotidiane dei comuni mortali.

FF4E ovviamente la più comune di queste dinamiche è proprio quella familiare, che ha fatto il successo dei Fantastici Quattro nel corso di sessant’anni di storia.

Spesso Hickman è stato definito su social network e su forum di appassionati come freddo e calcolatore, ma basta leggere alcuni numeri della sua run per controbattere a questa critica: colazioni in cucina, bambini accarezzati e messi a letto dai propri genitori, gite in altre dimensioni (o in negozi di giocattoli3 ) sono solo alcune delle scene che contestualizzano in maniera intima, emotiva e umana una quotidianità, con cui il lettore può identificarsi.

L’intero ciclo di Hickman è un percorso mosso dall’amore (come affermato dallo stesso autore nelle note di commiato alla serie): amore familiare, amore fraterno, amicizia profonda.

L’importanza della famiglia è sottolineata da momenti chiave che muovono tutta la vicenda: in “Risolvere tutto”4, Reed Richards si trova al cospetto di un consiglio multidimensionale formato da sue versioni alternative, come lui intenzionate a fare grandi cose, a costruire per migliorare gli universi. Tutti hanno in comune l’aver abbandonato la propria famiglia per il bene superiore. Con il suo rifiuto di questa prospettiva, Reed cambia il suo destino e quello di tutti.

Al tempo stesso, il ritorno di Nathaniel Richards5, viaggiatore temporale e padre assente di Mr. Fantastic, risana una frattura interna al personaggio, colmando un vuoto e portandolo al tempo stesso a essere un padre più attento per Franklin, personaggio fondamentale, artefice e causa al tempo stesso di ogni evento della saga6.

L’importanza della figura paterna nella crescita e nell’evoluzione di un figlio vengono trattate in maniera emotivamente coinvolgente, grazie alla sapienza dello sceneggiatore che condensa questi sentimenti in momenti brevi e rilevanti, inseriti in maniera organica ma sorprendente nel flusso del racconto. La saga diventa così un romanzo di formazione in quanto ridefinisce di fatto ruolo e potenzialità del ragazzo, destinato a diventare il più grande supereroe del mondo.

Accanto alla figura paterna, emerge quella di Susan Storm, vero pilastro della famiglia grazie alla sua dolcezza e attenzione nei confronti di ogni suo elemento (e anche oltre, nei confronti di tutti i “figli” acquisiti della Fondazione). Se in alcuni momenti la Donna Invisibile sembra mero supporto di Reed, bastano pochi dialoghi per portarla al centro dell’attenzione, per dimostrare che la sua forza risiede non tanto in un potere grande, che comunque più di una volta salva la pelle a tutti, quanto nella sua caparbietà, la volontà ferrea che la porta a stanare il marito e metterlo di fronte alle proprie responsabilità, che le consente di affrontare faccia a faccia pericoli e paure con fierezza.

Se Sue è il simbolo di famiglia,FF3 Ben Grimm e Johnny Storm sono da sempre l’emblema del rapporto conflittuale tra amici che si vogliono bene ma hanno timore di ammetterlo, salvo nel momento del bisogno. Nella saga “Tre”7, a parte la risonanza mediatica dovuta alla morte di Johnny Storm, si assiste al momento più alto di questo rapporto: tornato umano per una settimana, Ben viene accompagnato da Johnny in una serie di avventure normali, tra cui giochi tra amici, serate al bar e un momento intimo e toccante con Alicia Masters, il grande amore di Ben.

Hickman distilla emozioni vere, tangibili, che attingono alla quotidianità e creano empatia con il lettore.

Se Ben rappresenta durante tutto il ciclo il cuore e l’istinto che animano il gruppo, un’emotività travolgente e instancabile, il personaggio più sorprendente è sicuramente Johnny: per lunghi tratti lo sceneggiatore sembra non curarsene, caratterizzandolo in maniera tradizionale, salvo poi renderlo protagonista assoluto della saga più intensa e trasformandolo in un uomo che, pur mantenendo la sua proverbiale leggerezza, è capace di assumersi le proprie responsabilità e costruire progetti ambiziosi senza alcuna paura.

Da tutte queste annotazioni si può individuare uno dei grandi pregi di Hickman, ovvero la capacità di sintesi e la totale empatia con i personaggi: ognuno di loro, anche quelli che hanno meno spazio, viene caratterizzato in maniera convincente, realistico, rispettoso della tradizione ma mai pedante, e la loro piccola parte ricopre comunque in grande significato. L’Uomo Ragno, ad esempio, entra nel team in un momento fondamentale e fa la prima cosa che tutti sapevamo avrebbe fatto, perché gli è naturale: consolare un Franklin Richards distrutto dalla morte dello zio8. Anche il Dottor Destino ricopre un ruolo fondamentale, venendo caratterizzato in maniera eccellente (preludio al suo ruolo di salvatore e protagonista di Secret Wars), e persino Galactus viene umanizzato e reso un personaggio malinconico, ritratto nel finale in tutta la sua immortale solitudine.

La Fondazione Futuro: potere, responsabilità e una nuova visione del mondo

Nel suo articolo citato all’inizio, Marco Foti sottolinea giustamente come Hickman si inserisca in quel filone del fumetto statunitense che cerca di porre il supereroe in un mondo reale e trasformare il suo ruolo da reattivo a proattivo.

FF8Questa tematica si fonde con un’altra serie di tematiche ricorrenti nel ciclo di Hickman: quali sono le responsabilità delle persone dotate di un enorme potere nei confronti del mondo? Ci si può arrogare il diritto di ergersi sopra agli altri solo perché si possiede questo potere? E quale è la portata di una tale scelta?

Se per tutto il ciclo queste domande sono rimesse continuamente in discussione e la risposta sembra non arrivare mai, a un certo punto lo schema viene arricchito dalla nascita della Fondazione Futuro.

Reed Richards (come molti uomini di scienza nel mondo reale) mette in discussione il sistema in cui vive e decide che non può essere un uomo con i schemi mentali ormai vecchi e definiti a cambiare il mondo e risolvere tutto: solo affidandosi alle nuove generazione si può raggiungere questo risultato, investendo nella loro formazione e dando loro soprattutto fiducia e libertà, lasciandoli commettere i propri errori9.

Valeria Richards è l’esempio perfetto di questa visione: superintelligente, sveglia e sfrontata al punto da essere insopportabile, sicura di sé ma pur sempre una bambini incline all’errore dato dall’entusiasmo, perfetta incarnazione dell’energia che anima una giovane mente curiosa.
Attorno a lei si muovono altrettanti ragazzini svegli e irrequieti, diversi per razza ed etnia accumunati dalla curiosità e dall’eccitazione della scoperta. Grazie a caratterizzazioni che mescolano l’innocenza dell’infanzia e la curiosità della scienza, Hickman da origine a un connubio intrigante e inconsueto, creando una serie che inizia con un evento drammatico e si conclude con un messaggio di speranza e gioia, perfetto contraltare al mondo di paura e minaccia in cui vivono gli adulti.

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Dopo “Per sempre“: la strada (nascosta) verso Secret Wars

Dopo il culmine raggiunto con “Per Sempre”, la corsa di Hickman avrebbe dovuto concludersi, ma la Marvel chiese all’autore di continuare con le due testate gemelle Fantastici Quattro e Fondazione Futuro.

Lo scrittore realizzò così una serie di episodi autoconclusivi dallo stile variegato: si passa dagli spassosi FF 17 (in cui viene esplorato il rapporto di amicizia e rivalità tra Peter Parker e Johnny Storm) e FF 18 (le “libere elezioni” della zona negativa) agli intensi FQ 606 (il “Viaggio allucinante” all’interno del signor Lumpkin per salvarlo da un tumore) e 607 (una delle rare storie in cui si approfondisce il rapporto di amicizia tra Ben Grimm e Reed Richards). Alcune di queste storie apparvero all’epoca come inconcludenti e poco comprensibili, come il cambiamento di status quo di Pantera Nera, divenuto re dei defunti o quello dell’AIM, che diventava un’entità nazionale.

Molti episodi hanno concluso in maniera frettolosa storie da cui ci si aspettava di più (la profezia di Freccia Nera, ad esempio, ma soprattuto il Concilio di Destino). Queste chiusure precipitose di storie che avevano sollevato alte aspettative segnarono di fatto un parziale ridimensionamento dell run, completa nella prima parte e più episodica nella seconda.

Solo con l’inizio di Avengers e New Avengers l’ambizioso e monumentale progetto di Hickman ha preso forma: la presenza Freccia Nera e Pantera Nera negli Illuminati giustificano l’evoluzione dei personaggi, così come la sconfitta del Dottor Destino prefigura la sua ascesa a divinità più consapevole e la trasformazione dell’AIM in minaccia globale.
Gli indizi per il futuro maxi evento sono stati lasciati con attenzione dall’autore lungo tutta la sua run: il mondo del futuro abitato da Valeria e Franklin distrutto a causa di un misterioso evento, oppure la menzione che fa uno dei Richards alternativi alla battaglia contro un Arcano usando un Martello del Sole (FF 3), o ancora il Martello del Sole (che verrà ricostruito sotto forma di Sfera di Dyson da Iron Man nei primi numeri di NA).

Ma è soprattutto il motto che ricorre per gran parte della serie (“Tutte le speranze sono riposte in Destino”) a far capire che Secret Wars stava prendendo forma già in quel momento: la salvezza di tutto era ed è nelle mani di Victor Von Doom.

Nel segno dell’alternanza

Un problema dell’intera run di Hickman è stata l’alternanza di disegnatori dallo stile molto diverso: se da un lato questo ha dato varietà grafica alla serie, dall’altro l’incostanza di alcuni di loro ha un influenzato la percezione del lettore.

FF5I due disegnatori che hanno maggiormente esaltato il tono delle storie sono stati sicuramente Dale Eaglesham e Steve Epting: il primo ha dato inizio alla gestione con un tratto potente, scultoreo, fatto di corpi plastici ritratti in pose dinamiche che esaltano le scene di azione (vedasi la spettacolare battaglia contro i Celestiali), senza tralasciare le espressioni dei personaggi, in particolare quelle di Susan Storm.
Il secondo invece è stato fondamentale nelle parti più drammatiche e intense della run, creando un sodalizio con lo sceneggiatore che sarà la pietra fondante della successiva “New Avengers”: i forti chiaroscuri e le linee decise, lo stile realistico e l’attenzione meticolosa per la recitazione dei protagonisti hanno reso “Tre” e il successivo inizio di Future Foundation due delle storie più emozionanti del ciclo.

Neil Edwards, illustratore di vari numeri, riesce a mantenere un discreto livello, grazie a uno stile movimentato, ricco di inquadrature ipercinetiche, ma a volte eccessivamente derivativo (ispirato totalmente a Bryan Hitch) e non sempre dettagliato e preciso.

L’apporto di Barry Kitson, disegnatore discreto ma senza uno stile particolarmente caratteristico, limita l’impatto emotivo ed epico della saga di chiusura, “Forever”, che non riesce ad avere una rappresentazione all’altezza dei contenuti a causa di un tratto anonimo non esaltato dai colori piatti di Paul Mounts.

Tra i vari disegnatori ospiti, oltre all’apporto di Giuseppe Camuncoli e Ron Garney, si distingue l’esordiente Nick Dragotta, al quale è stato affidato il numero muto successivo alla morte della Torcia Umana. Grazie a un tratto evocativo ed emotivamente potente, seppure a volte eccessivamente incline al deformed, l’artista riesce a trasmettere in maniera commovente e toccante tutti i sentimenti che animano i personaggi, raggiungendo l’apice nella scena struggente dello sfogo della Cosa con Thor e Hulk, una scena di dolore e amicizia fraterna. Tutt’altro registro quello adottato da Ryan Stegman: il tratto cartoonesco è totalmente votato all’azione, perdendo di efficacia nei passaggi più riflessivi e discorsivi.

Conclusione di un ciclo

In conclusione, Jonathan Hickman ha realizzato uno dei più intensi e completi cicli dei Fantastici Quattro, omaggiandone gli aspetti più caratteristici e più emozionanti, ricreando quel sense of wonder che spesso manca nel fumetto di supereroi moderno e rilanciando uno dei più atipici ed affascinanti supergruppi mai creati, una famiglia straordinaria capace di viaggiare nelle profondità dello spazio e delle più semplici emozioni che rendono ognuno di noi, se non super, sicuramente umano.


  1. Arco narrativo “Elementi primari”, Fantastic Four #575-#578, in Italiano su Fantastici Quattro #312-#315: in quattro episodi apparentemente autoconclusivi, i Fantastici Quattro si trovano di fronte a quattro scoperte misteriose: la Città dell’Alto Evoluzionario, le tribù perdute di Atlantide, gli Inumani Universali (Inumani di altre razze aliene oltre quella terrestre) e l’esistenza di un Culto della Zona Negativa sulla Terra. 

  2. Arco narrativo “Per Sempre”, Fantastic Four #600-#604, FF #12-#16, in italiano su Fantastici Quattro #333-#337: a causa delle macchinazione dei Reed Richards di universi alternativi, che mirano a sfruttare i quattro elementi primari per tornare nei propri universi di origine, la Terra diventa terreno di scontro tra Inumani, Kree e Onda Annihilation (guidata da Johnny Storm).
    Alla battaglia si aggiungono presto i Celestiali Folli e Galactus, araldo di Franklin Richards del futuro. 

  3. Storia “I Frank-tastici 4”, Fantastic Four #580, in italiano su Fantastici Quattro #318: Johnny Storm accompagna Franklin e Pulce a un negozio di giocattoli, dove incontrano l’Uomo Impossibile e finiscono in uno scontro con Arcade. Alla fine della storia, la Fondazione Futuro consegna a Ben Grimm la formula con cui può tornare umano per una settimana l’anno. 

  4. Arco narrativo “Risolvere tutto”, Fantastic Four #570-#572, in italiano su Fantastici Quattro #307-#309: Reed Richards si trova a cospetto di un concilio multidimensionale di altri Reed, e si trova a dover scegliere tra la propria famiglia e il destino del multiverso. Alla fine della storia, il concilio viene distrutto dai Celestiali Folli, ma Reed torna a casa salla sua famiglia. 

  5. Storia “Mese di lutto”, Fantastic Four #588, in Italiano su Fantastici Quattro #324: episodio senza testi in cui si celebra la morte della Torcia Umana e dove torna in scena Nathaniel Richards. 

  6. Storia “…il perchè di tutte le cose che ho fatto”, Fantastic Four #582, in italiano su Fantastici Quattro #320: seconda parte di una storia ambientata nel passato, in cui Ben Grimm, Reed Richards e Victor Von Doom viaggiano attraverso il tempo per aiutare Nathaniel Richards ad affrontare la propria controparte malvagia. Alla fine della storia, la realtà tascabile del Franklin del futuro collassa e lui e Valeria vengono dati per dispersi. 

  7. Arco Narrativo “Tre”, Fantastic Four #583-#588, in italiano su Fantastici Quattro #321-#324: mentre Reed Richards è impegnato a salvare Nu-World da Galactus e Sue Storm deve fermare una guerra tra gli Atlantidei di Namor e le tribù perdute, la Cosa (tornata umana), Johnny Storm e la Fondazione Futuro devono fermare l’invasione della Terra da parte di Annihilus. Alla fine della storia, la Torcia Umana si sacrifica chiudendo il portale della zona negativa dietro di sè. 

  8. Storia d’appendice “Zii”, Fantastic Four #588, in Italiano su Fantastici Quattro #324. 

  9. Storia “Fondazione Futuro”, Fantastic Four #579, in italiano su Fantastici Quattro #317: Reed Richards crea la Fondazione Futuro. 

2 Commenti

1 Commento

  1. Simone Polo

    17 Marzo 2016 a 16:15

    Bellissimo articolo che condivido in pieno. Complimenti.

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