Arriva anche in Italia, curato e distribuito da RW-Lion, Rinascita, l’iniziativa DC Comics presentata nel marzo 2016 e in corso negli USA dal luglio dello stesso anno. In occasione dell’edizione italiana, riproponiamo l’articolo scritto in occasione dell’uscita statunitense.
Rinascita apre con un Flash (Wally West) che tramite le sue azioni turba il tessuto dell’Universo: una linea di eventi che collassa, memorie che si perdono, ricordi che affiorano e, soprattutto, sentimenti, legami.
Questa presenza è in sé un messaggio: pur non facendo parte della “trinità” DC Comics (Wonder Woman, Superman, Batman) Flash è sempre stato un personaggio cardine – per non dire fondamentale – nelle saghe che hanno inteso riscrivere l’universo narrativo DC, a partire dal Flash of Two Worlds del 1961, passando per Crisis On Infinite Earths fino a quel Flashpoint, qui più volte citato, che innescò New 52 (mentre nella Infinite Crisis di Grant Morrison il suo ruolo fu più defilato).
“All you need is love“
Le oltre 70 pagine di Rinascita #1 mostrano innanzitutto una scelta chiara: la valorizzazione dell’impatto emotivo come elemento fondamentale del punto di equilibrio della dinamica passato-futuro.
L’intera storia dell’universo DC degli anni post-Flashpoint viene squadernata e ne vengono fornite le coordinate fondamentali. Il messaggio a tutti i lettori, soprattutto i nuovi e quelli che ritornano per curiosità, è “qui è dove siamo; questo è il mondo nel quale vi invitiamo“. E a caratterizzare questo “qui e ora” sono passioni e sentimenti.
Più volte viene ribadito che ciò che è stato perso nel decennio appena trascorso sono l’amore, i legami, la memoria e, con essa, l’identità. Forse è esagerato leggere in tutto ciò il risultato di una qualche riflessione retrospettiva della DC su se stessa, ma la ricorrenza di quelle parole, di scene in cui l’amore potrebbe salvare o l’emergere dei ricordi di antichi legami effettivamente salva e l’intensità di queste scene chiede un’interpretazione.
Questa centralità dell’emozione è amplificata certamente dalla colorazione, dalla dominante rossa che accompagna Wally West nel suo viaggio; ma soprattutto dalla struttura del racconto, che inizia e si chiude con Batman (che, ricordiamolo, è “il più grande dei detective“, quindi espressione della razionalità), e dalla citazione plateale di Watchmen, cioè il racconto supereroico iper-razionale per eccellenza.
C’è un momento che ben sintetizza questa riflessione: è il dialogo fra Aquaman e Mera, allorché Wally/Flash riflette:
“Vedendo ogni cosa… mi rendo conto che ciò che fu sottratto a noi non furono dieci anni. Fu l’amore […] Il mio cuore si scalda, il mio battito accelera. È ciò di avevo bisogno. Questo è ciò di avevo bisogno”.
L’amore è ciò che è stato sottratto (attenzione: non semplicemente “smarrito”, ma “stolen” – “rubato”) ed è ciò che è necessario; per questo va recuperato. È la dichiarazione esplicita d’intenti di Johns, è il momento del passo indietro dopo Watchmen: dal decostruzionismo – o forse, meno ingenuamente, della sua deriva conformista – al ritorno dell’ottimismo. Al ritorno all’amore per i supereroi.
In questo senso la presenza del Dott. Manhattan e dei personaggi della miniserie di Moore non solo è giustificato ma necessario: proprio essi sono i principali candidati al ruolo di responsabile dello smarrimento delle emozioni.
Vedi alla voce “Ripensare il supereroe” (ancora?)
Lo sviluppo della storia mette in scena un aperto contrasto fra due mondi: da una parte esseri che sono fondamentalmente uomini e solo incidentalmente dotati di poteri quasi divini, resi vivi dai loro amori, dalle loro passioni ed emozioni; dall’altra un mondo più oscuro, razionale, cupo, utilitaristico, dove i supereroi sono persone ciniche, violente, arroganti.
Nella misura in cui i supereroi sono simboli, quella proposta è non tanto una messa a contrasto di due mondi narrativi, ma di due visioni del senso del racconto del supereroico.
Quello di Johns si pone quindi come un omaggio alla storia del fumetto di supereroi americano che diventa strumento per criticare un’interpretazione del supereroe che, nata come riflessione critica, è diventata nel tempo formula per offrire al lettore ciò che vuole e si aspetta: Mark Milllar è forse l’autore che meglio incarna questa fase, come mostra anche il suo Jupiter Legacy: ben scritto e disegnato, capace di far girare le pagine al lettore fino alla fine, alla fine si riduce all’ennesima storia di supereroi “andati a male”.
La sfida fondamentale promossa da questo rilancio è quindi la ricerca di un punto di equilibrio sostenibile fra complessità (del mondo) e positività (del supereroe).
Rinascita #1 è allora l’affermazione forte da parte della DC che i suoi eroi sono qui per farci innamorare e appassionare, per dirci che i supereroi sono qui e possono salvarci, almeno per il tempo di un albo, dalle nostre paure e dalle nostre difficoltà.
In questo senso, siamo di fronte a un’esplicita dichiarazione di “revisione del revisionismo”, all’interno della quale l’inclusione di Watchmen nell’universo “ordinario” DC non sarebbe solo un mero colpo di scena sensazionalistico o una mossa cinicamente commerciale per sfruttare la fama di quei personaggi e di quelle storie, ma anche una maniera forte di ribadire un concetto programmatico alla base di questa rinascita.
Se questa è la prospettiva, quello che ci attende non è il mero inglobamento di quell’universo narrativo bensì un confronto con esso, e proprio sulla qualità di questo confronto si gioca tanto della qualità e profondità del progetto.
“Speed your love to me“
Rebirth #1 è una lunga carrellata di personaggi colti, per dirla nel linguaggio di Matrix, in un momento in cui la realtà si riassesta.
Ma quello che gli autori (Geoff Johns ai testi, disegni di Gary Frank, Ethan Van Sciver, Ivan Reis, Phil Jimenez) mettono in evidenza non è tanto la questione, viene da dire cerebrale, di unitarietà narrativa con il passato, di ricostruzione di una continuity tramite una tipica retcon che offra spunti per le storie a venire.
Sì, certo, siamo di fronte a un evento che intende rilanciare le fortune della casa editrice e quindi possiamo dire con buona sicurezza che l’obiettivo commerciale sia da una parte mantenere i lettori attuali, recuperare quelli smarriti nell’ultimo decennio espungendo dalla stagione a venire i tratti che li avevano allontanati; dall’altra agganciarne di nuovi, offrendo loro un punto di entrata il più semplice possibile.
Le dichiarazioni rilasciate durante la campagna promozionale furono molto trasparenti in questo senso, con una dominante di “cambiamento nella continuità” che lasciarono in chi scrive la netta impressione di un’assenza di visione chiara, impressione successivamente confermata dalla presentazione del 26 marzo scorso, che sembrò più quella di un catalogo, con le figurine degli autori spostate qua e là, che quella di un progetto animato da uno spirito forte e definito.
Una alluvionale sequenza di combinazioni di nomi e testate senza un’indicazione che consentisse di capire, anche in un’ottica banalmente commerciale, quale fosse l’elemento su cui la DC contasse per aumentare le vendite. E, più profondamente, nessuna promozione di nuove tematiche o nuovi modi di raccontare.
Rinascita #1 materializza la visione che mancò in quel “key note” e seppure potremmo pensare che l’errare di Wally West indichi il ruolo fondamentale che in questo universo ha la velocità, la “speed force” che dona il potere ai velocisti DC e in qualche modo ne avvolge l’esistenza anche, e soprattutto, post mortem (la forza di Star Wars non è molto lontana), non è questo il punto centrale del racconto.
Perché Rinascita #1 non mira a stabilire una qualche continuità evenemenziale, una consistenza che abbia a che fare con una qualsiasi accezione di “verosimile”. Wally West cerca la passione perduta.
E forse non è casuale che per trasmettere questo messaggio Johns utilizzi proprio il primo personaggio su cui lavorò con una run fondamentale durata cinque anni.
Se in casa Marvel Secret Wars (con le miniserie collegate di Battleworld e de Gli ultimi giorni) è stata una messa in scena delle potenzialità narrative di quell’universo, una volta che fossero rilasciati i vincoli dell’osservanza della continuity, Rinascita #1 appare la dichiarazione di voler fondare le storie del ciclo a venire sulle passioni e le emozioni. Anche per questo la scena finale mostra la ricostruzione di quell’orologio che nella scena di apertura è stato associato alla speranza e all’ottimismo, due valori smarriti negli anni perduti: e forse, visto che a ricostruire quell’orologio è verosimilmente il Dott. Manhattan, possiamo leggere questa come una sfida.
Abbiamo parlato di:
Universo DC – Rinascita
Geoff Johns, Gary Frank, Ethan Van Sciver, Ivan Reis, Phil Jimenez
Traduzione di Stefano Formiconi
RW Lion, Gennaio 2017
72 pagine, spillato, colori – 3,95 €
ISBN: 9788893515191