Racconti del Poeta è il titolo di un’antologia di adattamenti di racconti di Edgar Allan Poe, realizzata da un collettivo di quasi venti persone che per la prima volta si sono trovate a lavorare insieme. Si tratta prevalentemente di fumetti, ma c’è spazio anche per l’illustrazione e la prosa.
Proviamo ad ampliare lo sguardo su questo volume, attraverso la lettura dello stesso e i contributi degli autori che hanno partecipato all’iniziativa. In particolare, alcuni ragionamenti nascono dalla chiacchierata svoltasi presso la Libreria Zabarella di Padova, con Anita Zaramella e studiopazzia, i curatori e i promotori dell’antologia.
COSTRUIRE UN’ANTOLOGIA
L’idea di realizzare un’antologia basata sui racconti di Edgar Allan Poe ha bussato alla mente di Anita e studiopazzia durante il lockdown, nel 2020. Zaramella stava lavorando all’adattamento a fumetti di una storia dello scrittore di Boston per fare pratica su generi letterari di suo gradimento ma con i quali non si era ancora cimentata. Così ha ripreso in mano i libri di uno dei suoi primi amori letterari e, tra le varie narrazioni, ha scelto di trasporre in vignette quella che, a suo parere, avrebbe dato qualcosa in più nel passaggio da un medium all’altro.
Osservando i post social con cui l’autrice condivideva i propri progressi qualcosa è risuonato in Mattia Naliato (ossia studiopazzia): anche lui da tempo sentiva il desiderio di adattare un racconto di Poe e ha pensato che sarebbe stato bello dare alle stampe un volume dedicato alla produzione dello statunitense.
In breve tempo, Anita e Mattia hanno reclutato la squadra di artisti, puntando su persone che già conoscevano e presentando loro le proprie intenzioni. Sono state fissate tre “regole”: bisognava realizzare adattamenti in bianco e nero, essere il più possibile fedeli ai racconti originali e reinterpretarli in poche pagine, circa otto. Ogni autore coinvolto ha potuto scegliere di quale storia occuparsi, attingendo a una lista preparata dai due curatori, che in alcuni casi hanno dato dei suggerimenti, basandosi sul fatto che un’opera sarebbe stata più adatta di un’altra alla sensibilità del collaboratore.
Con la stessa attenzione, Zaramella e Naliato hanno curato il prodotto sotto ogni aspetto editoriale: volevano rispettare la classicità e la profondità dei contenuti di Poe, pertanto hanno valorizzato l’approccio storico e iconografico ai racconti, per esempio coinvolgendo Angela Viola Borzacchiello per la prefazione che contestualizza i vari fumetti, offrendone delle chiavi di lettura. Inoltre, hanno recuperato i nomi dei traduttori degli originali, hanno messo in risalto le biografie e le bibliografie di tutti gli artisti chiamati a raccolta, rispondendo affermativamente anche alla loro richiesta di integrare nel libro i loro piccoli approfondimenti, utili per esplicitare i loro pensieri sul corpus letterario di Poe e il modus operandi usato per partecipare ai Racconti del Poeta.
TROVARE IL TITOLO PER L’ANTOLOGIA
Il titolo del volume è un po’ particolare, certamente non immediato, perché non presenta direttamente il nome di Edgar Allan Poe. A monte della scelta c’è la volontà di Zaramella e studiopazzia di restituire e condensare in poche parole il senso del progetto, rispettando l’autore. Per questo motivo, hanno puntato sul fatto che Poe si sia sempre considerato più un poeta che un altro tipo di scrittore, sebbene sia ricordato principalmente perché ha plasmato la narrativa horror, gotica e poliziesca. Nel farlo, però, ha creato una vera e propria poetica legata a questi generi.
DISTRIBUIRE L’ANTOLOGIA
Una volta completato il libro con tutti i contributi e il titolo definitivo, si è posto il problema della distribuzione di questa autoproduzione che mette insieme tanti nomi del panorama artistico italiano.
Poiché il progetto è nato durante la reclusione per la pandemia da Covid-19, nel 2020, quando era impossibile organizzare fiere del fumetto, e ancora oggi, nel 2021, è difficile progettare il futuro in vista di una piena ripartenza, i curatori hanno deciso di distribuire Racconti del Poeta attraverso un crowdfunding.
La raccolta fondi ha avuto inizio il primo ottobre 2021 e si è conclusa, in maniera piuttosto coerente con la poetica crepuscolare di Poe, il 31. Chi ha sostenuto la campagna attiva sulla piattaforma Indiegogo si è ritrovato di fronte a una sorta di prevendita: grazie al flexible funding, i fondi raccolti dagli autori rimangono a disposizione e consentono agli artisti di stampare le copie e farle arrivare a coloro che hanno premiato l’iniziativa, magari con allegati i perks pensati appositamente per accompagnare il volume in questione. Infatti, il pubblico aveva l’opportunità di acquistare, oltre al libro, anche le illustrazioni di Stefano Zattera, Fabio Babich, Beatrice Bogoni e Sara Fasolin e un portapenne ispirato allo scarabeo d’oro, stampato in 3D.
La scelta del crowdfunding è andata di pari passo con la decisione di non affidarsi a una casa editrice, a una mediazione. Per Zaramella e Naliato era fondamentale conservare la libertà creativa tipica dell’autoproduzione, una libertà che si concretizza sia nella costruzione del progetto che nella gestione del materiale e diventa anche un’assunzione di responsabilità nei confronti dei lettori.
I RACCONTI
La raccolta di racconti si apre con Berenice di Anita Zaramella, un fumetto muto a eccezione di due balloon nel finale, organizzato con un montaggio alternato tra passato e presente. Poiché nell’originale Berenice muore per motivi inspiegabili e incomprensibili, l’autrice ha scelto di farla morire di tubercolosi, un male chiaro ed evidente, quindi una causa di morte esplicita e più immediata da disegnare. L’assenza di parole, invece, è in sintonia con l’ossessione del protagonista maschile, un uomo che torna più e più volte su determinati pensieri, che però confonde e aggroviglia, senza mai portarli a una conclusione. Uno stato della mente che prende forma anche attraverso lo sfondo nero della tavola in cui si inseriscono vignette con prevalenza di bianco.
Segue Il ritratto ovale di Mattia Modde, che accosta alla prosa arcaica dei testi un segno spesso impastato di nero, molto efficace nella definizione dei volumi di oggetti e figure. In terza posizione nell’indice c’è Ligeia di Matteo Batetta, una storia veramente inquietante, visualizzata con un piacevole tratto barocco dall’ex allievo di Davide Toffolo.
A interrompere il flusso dei fumetti è un’illustrazione di Silvia Schiavon, che sintetizza con un’immagine La maschera della morte rossa. Quindi è la volta de Il diavolo nel campanile di studiopazzia. Naliato ha lavorato molto sul testo, dividendolo arbitrariamente in otto parti corrispondenti alle otto pagine in cui si dipana il suo adattamento, che rispecchia la bizzarria e il surrealismo della narrazione di Poe. Per trasporre uno dei racconti meno noti dello scrittore, il fumettista ha scelto di calarsi nel villaggio in qualità di narratore interno, abbassando quindi la prospettiva e accentuando il lato grottesco e divertente della breve opera, soprattutto evidenziando la rottura dell’ordine sociale. Usando le matite, le chine e il chiaroscuro, studiopazzia disegna pensando a una lettura su due tavole affiancate, che insieme danno dodici vignette come dodici sono i colpi dell’orologio, che per mezzo del suo ticchettio scandisce il ritmo diegetico.
Successivamente, ecco Re peste di Gianluca Girelli e Naz Kirchmayr: le linee caricaturali e deformanti si inscrivono in una gabbia di varie forme, in cui gli elementi grotteschi, parodistici e carnascialeschi ricordano la cena di Trimalcione del Satyricon di Petronio Arbitro, con risalto particolare dato alle peculiarità dei personaggi, senza necessità di ricorrere alle parole.
Seguono Il demone della perversione di Giacomo Taddeo Traini e Hop-Frog di Riccardo Pieruccini. Nel primo caso la storia è avviata da una sensazione, concretizzata con ironia e tre splash-page su sei pagine; nel secondo c’è il ritorno del ribaltamento tra nobiltà e popolo, di cui può diventare segnale il contrasto tra un bianco molto pulito e luminoso e un nero abbondante e fitto. Rifà capolino la satira, in una burla sadica, pregna di giustizia retributiva ben congegnata.
Dopo questa serie di fumetti, l’illustrazione di Marco Rocchi ripercorre con un’immagine I delitti della Rue Morgue. L’autore, che in passato si era già cimentato con le opere di Poe, disegna una creatura dagli occhi bianchi che divengono due fari puntati sul lettore, avvolti dal grigio che accomuna l’essere mostruoso all’ambiente di sfondo.
Si torna alle nuvole parlanti con Una discesa nel Maelstorm di Antonio de Fabris, che presenta un segno affilato e personale, portando su carta un personaggio tragico con un naso simile a quelli “importanti” disegnati da John Romita Jr., Baru, José Muñoz ed Enrique Breccia.
A chiudere il volume si trovano Il cuore rivelatore di Ada Visser, una sorta di fotoromanzo molto inquietante lungo due pagine; Il dialogo tra Eiros e Charmion di Federica Perin che si occupa della traduzione del testo di Poe da accompagnare a illustrazioni dal tratteggio fitto che riempie lo sfondo, in un gioco di luci e ombre, di volumi e prospettive, di ordine e caos; infine, Il silenzio di Lisa Pagnutti: tre immagini realizzate con acquerello, graffite e carboncino dall’illustratrice che ha composto anche la copertina del volume si uniscono alla prosa tradotta da Pagnutti stessa e ad alcune righe in inglese per consegnare ai lettori una favola horror dall’intento immaginifico.
RILEGGERE POE OGGI
L’operazione di rilettura dei racconti di Poe da parte degli artisti della raccolta nel 2020 e del pubblico nel 2021, secondo i curatori del progetto, porta entrambe le parti, autori e fruitori, a riflettere su loro stessi e sulle situazioni vissute. Lo scrittore statunitense, osservando l’animo umano, parlava di cose comuni: i suoi mostri erano soprattutto persone che soffrivano molto e vivevano spesso tormentate da qualcosa che tante volte si trovava dentro di loro.
Ancora oggi Poe ci obbliga a confrontarci con noi stessi e con la realtà che ci circonda, spesso deformata dallo specchio-vetrina dei social. Una realtà che chiede di nascondere alcune eccentricità, di sotterrare forzatamente problemi e fallimenti in nome di una facciata che dev’essere a tutti i costi vincente. L’autore invita ad aprire gli occhi, a osservare senza criticare, senza tenere ai margini individui considerati sbagliati per via di scelte non conformi al sentire generale.
Insomma, come diceva Tiziano Sclavi in vari episodi di Dylan Dog, i mostri siamo noi e i Racconti del Poeta cercano di ricordarcelo.
Abbiamo parlato di:
Racconti del Poeta
Anita Zaramella, studiopazzia et al.
Autoproduzione, 2021
124 pagine, brossurato, bianco e nero – 12,00 €