Il prossimo agosto 2023 Top Shelf Productions pubblicherà sul mercato statunitense Funny Things: A Comic Strip Biography of Charles M. Schulz, la prima biografia dedicata al papà dei Peanuts realizzata in forma di strisce a fumetti. Gli autori sono italiani e rispondono al nome di Francesco Matteuzzi e Luca Debus. Con loro abbiamo fatto una chiacchierata nella quale ci hanno raccontato quando e come è nata la loro passione per Charlie Brown & Co. e quale è stata la genesi di questo libro a fumetti dedicato a Schulz.
Cari Francesco e Luca, ben ritrovati su Lo Spazio Bianco.
La prima domanda per ognuno di voi è d’obbligo: quando e come, nel vostro percorso di lettori, avete incontrato Charles Schulz e i suoi fumetti?
Francesco Matteuzzi (FM): Ho un ricordo abbastanza preciso di un quaderno che avevamo in casa e che sulla copertina aveva alcune strisce dei Peanuts. Io ancora non sapevo leggere, ma i disegni mi piacevano moltissimo, anche se non capivo che cosa facesse quello strano bambino: aveva un bigliettino con un grosso cuore e lo infilava in una cassetta delle lettere solo per vedersela risputare fuori. Solo più tardi avrei scoperto che si trattava della tavola domenicale del 10 febbraio 1980 di quella che è probabilmente la migliore striscia mai realizzata e con la quale ho un rapporto ormai quarantennale. Schulz e i suoi personaggi li ho ritrovati poi spesso, e oggi, anche dopo aver letto più volte ognuna delle 17897 strisce, torno comunque spesso a frequentarli.
Luca Debus (LD): Anche il mio incontro con Schulz è avvenuto attraverso una domenicale. Più precisamente, attraverso una vignetta della tavola del 5 luglio 1981, che mia zia aveva ingrandito e dipinto a tempera per la nascita di mio fratello maggiore. Ricordo quanto ammirassi quel quadro appeso nella cameretta che condividevo con lui. Ero stranamente intrigato dai tratti che componevano quei due bambini seduti in spiaggia (solo poi riconosciuti come Charlie Brown e Sally). Quando mio papà mi ha detto che si trattava di due personaggi di un fumetto, dovevo assolutamente avere una copia delle loro storie. Quindi, ho tormentato mia mamma perché mi comprasse una raccolta di domenicali dei Peanuts che avevo adocchiato in libreria. Non sapevo nemmeno leggere, ma ho sfogliato quel libro con così tanta imperitura passione, che le pagine hanno iniziato a staccarsi dalla rilegatura. Ancora una volta, ho tormentato mia mamma perché le attaccasse di nuovo con rotoli di scotch. Che dire, ero già un bambino degno del vicinato dei Peanuts: un tormento pieno di tormenti.
Ci raccontate quale è stata la genesi di Funny Things?
LD: Ogni tanto Francesco è colto da momenti di profonda confusione che lo portano a compiere azioni spregiudicate. In uno di questi momenti, il 31 luglio 2020, mi ha scritto un messaggio chiedendomi: “Facciamo una biografia a fumetti di Schulz?”, io ho risposto: “Ho letto l’idea e ho pianto”. Il poveretto non sapeva a cosa andava incontro chiedendo a me di accompagnarlo in questa avventura.
FM: Non è vero! È andata così: eravamo a Rimini per organizzare la mostra di #vengoanchio: Kindergarten che si è poi tenuta nell’estate del 2021 quando, ipotizzando progetti futuri, ho detto qualcosa tipo: “Perché non facciamo una biografia di Schulz?” Un minuto dopo avevamo già deciso che ci avremmo lavorato.
LD: No. Ho ancora quei messaggi!
Che cosa vi ha spinto a decidere di raccontare la vita di Charles Schulz non tanto usando il medium del fumetto, quanto piuttosto usando una particolare declinazione dello stesso, cioè le strisce?
FM: Entrambi amiamo moltissimo il formato della striscia comica, sia da lettori che come autori, e mi viene quasi da pensare che in assenza di questo presupposto l’idea per Funny Things forse non l’avremmo mai nemmeno avuta. Sarebbe scorretto dire che l’idea è nata esattamente così come si presenta nel lavoro finito, ma sono convinto che le nostre passioni abbiano avuto una bella influenza sulla scelta.
LD: Di sicuro. Ricordo che all’inizio abbiamo intrattenuto brevemente l’idea di usare un medium ibrido tra strisce e graphic novel. Presto abbiamo capito però che fare tutto in strisce avrebbe avuto più senso, anche se sarebbe stato più difficile. Ma le sfide ci piacciono da morire!
Quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato nel condensare la storia della vita di Schulz in una serie di strisce?
LD: Chiaramente abbiamo incontrato molte difficoltà nel condensare la sua vita. E, a giudicare dal numero di pagine del libro, non ne siamo usciti vincitori. La striscia è un’arma a doppio taglio: da un lato permette grandi salti temporali tra una strip e l’altra, dall’altro impone un ritmo ben preciso che non si può ignorare. Raccontare in strisce è un po’ come scrivere in metrica: esistono convenzioni poetiche, ma non si può scappare dall’endecasillabo. Una volta deciso su quali argomenti avremmo scritto, abbiamo seguito la nostra scaletta fedelmente, sperando che tutto alla fine avrebbe funzionato. E credo che funzioni!
FM: Senza contare che qui non si trattava solo di realizzare delle strisce, ma anche di raccontare una storia. Ogni striscia doveva essere quindi autosufficiente e fruibile da sola, ma allo stesso tempo doveva portare avanti la narrazione generale. Questa, per me, è stata la sfida più stimolante e quella che ha richiesto più concentrazione e disciplina.
Come si è svolto il vostro lavoro? Quanto è durato il periodo di raccolta della documentazione e in quanto tempo avete realizzato il volume?
FM: Quantificare esattamente i tempi è impossibile, perché in realtà, siccome il nostro interesse nei confronti di Schulz ha avuto inizio ben prima di questo lavoro, si può dire che la fase di documentazione sia durata anni. Per quanto mi riguarda, quando alla fine del 2020 abbiamo davvero cominciato a lavorare al progetto, mi sono procurato una discreta mole di materiale che non avevo mai letto, principalmente di provenienza americana e mai tradotto in italiano.
LD: Concordo con Francesco. Mi interesso di Schulz e studio la sua vita e opera da anni. Per questa ragione, avevo a casa già la maggior parte delle fonti che avremmo poi usato per il libro. Si trattava di rileggere tutto e prendere nota. Ho creato delle tabelle con liste di tutti gli avvenimenti nella vita di Schulz di cui valeva la pena raccontare con i riferimenti alle fonti, così che ci risultasse facile trovare le informazioni quando ci saremmo messi a scrivere la sceneggiatura.
FM: Mentre procedevamo con la lettura delle fonti abbiamo iniziato a buttare giù la struttura generale del libro, operazione abbastanza complessa, e quando ne siamo stati soddisfatti, finalmente, ci siamo dedicati alla sceneggiatura dell’intero volume, che comprende oltre 700 tra strisce e tavole domenicali. È stata una fase esaltante, in cui ci rimbalzavamo i vari segmenti del libro correggendoli e riscrivendoli alla ricerca dell’effetto migliore, fino a quando non eravamo entrambi soddisfatti del risultato.
LD: Quando abbiamo concluso la sceneggiatura a febbraio 2022, ho iniziato a lavorare ai disegni. La mia etica lavorativa segue una sola regola: devozione monacale e ossessiva al progetto. Pertanto, a settembre, sette mesi e più di 400 pagine dopo, ho inchiostrato l’ultima tavola del libro.
Funny Things uscirà ad agosto 2023 in USA per Top Shelf Productions. Dato che comunque anche nel nostro Paese Schulz e i suoi Peanuts godono da generazioni di un vastissimo pubblico di appassionati, perché due autori italiani hanno deciso di pubblicare questa opera prima in America, sperando ovviamente che arrivi presto un’edizione italiana?
FM: Speriamo anche noi che l’edizione italiana ci sia, ovviamente, anche se il lavoro di traduzione non sarà affatto semplice. In ogni caso, vista la natura del progetto, ci è sembrato naturale presentarla prima di tutto proprio nella patria di Schulz e a un grande editore come IDW (di cui Top Shelf fa parte, N.d.R.). Questo per due motivi: il primo è che l’industria del fumetto statunitense, molto diversa da quella italiana, ci è sembrata quella più adatta a produrre un lavoro così ambizioso. Poi crediamo anche che in questo modo il libro abbia maggiori possibilità di farsi valere sul mercato internazionale, cosa che certo non guasta.
LD: Schulz è un eroe americano prima di essere un eroe globale, pertanto ci è sembrato opportuno presentare il nostro lavoro negli Stati Uniti. Lì hanno anche più confidenza con il medium delle strisce, quindi abbiamo pensato che la nostra strategia narrativa sarebbe stata accolta più positivamente. Ma speriamo in un’edizione italiana caldamente! Qualcuno conosce un editore?
Ora che il volume è stato completato, che cosa ha lasciato in voi questa esperienza lavorativa? Avete scoperto lati di Schulz inediti o comunque il vostro sguardo verso l’autore e la sua opera sono cambiati?
LD: Ho un approccio vagamente mistico verso questo tipo di lavori. Mi getto spavaldamente nelle fauci della materia del progetto, lascio che mi divori, che mi smembri, che mi digerisca e che mi risputi nuovamente nel mondo sotto una nuova forma. Credo che non si possa fare buone strisce se queste non sono intimamente personali. Quindi, ho cercato di mettermi nei panni di Schulz, di capire la sua emotività, ma allo stesso tempo di rendere quell’emotività mia. Se fosse successo a me quello che è successo a Schulz, che striscia avrei fatto? E che striscia avrei fatto se avessi avuto la stessa sensibilità di Schulz? Ecco che così inizio a scrivere. È un processo delirante, lo ammetto, ma efficace. Ovviamente il risultato non è Schulz stesso, questo sarebbe impossibile, ma una sorta di chimera, parte Schulz e parte me. Un fenomeno simile a quando un attore recita la vita di una persona realmente esistita. Uscendo da questa esperienza, emergendo dalle fauci della materia del progetto, credo di capire Schulz in un livello più intimo. E credo di capire anche me stesso in un livello più intimo. Ovvero che sono un invasato con manie di grandezza.
FM: E io capisco Luca Debus a un livello più intimo e confermo: è un invasato con manie di grandezza! Ma credo che lo siamo entrambi: parlando di ossessione, per cercare infilarmi in modo totale nella psicologia e nella personalità di Schulz mi sono addirittura dovuto trasferire, con libri e computer, in uno studio distaccato. In genere lavoro a casa, ma in questo caso avevo bisogno di concentrazione e isolamento totale. Per rispondere alla domanda, sì, ovviamente il mio sguardo verso Schulz è cambiato, inevitabilmente. Ci sono poi cose che, interessandomi poco, non avevo mai approfondito, per esempio l’aspetto religioso della sua vita, e che mi sono trovato giocoforza a dover studiare cercando di entrarci dentro.
Quanto è attuale ancora oggi per voi l’opera di Schulz? In particolare, secondo il vostro giudizio, qual è il segreto del carattere universale e sempre contemporaneo delle strisce dei Peanuts?
LD: Purtroppo il segreto di Schulz non è facile da svelare, altrimenti adesso avrei una striscia di enorme successo sui giornali statunitensi. Schulz è stato uno dei primi fumettisti a parlare di ansie, paure, sconfitte e cuori infranti, tutti temi che godono di un’attualità eterna. Oltre a questo, credo che una grande forza di Schulz, spesso non riconosciuta, sia la sua reticenza nel darci risposte. Schulz parla di ansie, ma, allo stesso tempo, non ci dà una soluzione. Ci lascia prendere atto delle ansie, ce le fa riconoscere e accettare, ma non le risolve. Questa assenza di soluzione, secondo me, proietta Schulz ancora più nell’eternità. Lui, nfatti, si mette sullo stesso piano del lettore, e insieme soffrono senza sapere come migliorare la loro situazione.
FM: “Onestà” è la parola migliore che mi viene in mente. Schulz ha sempre adottato un approccio straordinariamente onesto sia nelle strisce che nel resto della sua produzione, dagli special televisivi al merchandising. Addirittura quando si è trovato a usare i personaggi dei Peanuts a scopi pubblicitari è riuscito a mantenere un’estrema fedeltà a sé stesso e alla propria poetica. Una poetica che ti mette a tuo agio perché Schulz non prova mai, in nessun modo, a blandire il lettore, e questo il lettore lo sente. Sente Schulz come una persona vicina, in qualche modo.
LD: Schulz non si pone in una posizione superiore a noi, impartendoci qualche massima sulla vita, ma si siede proprio accanto a noi in tutta la sua umiltà come osservatore, non come critico della vita. E questo per me, in un mondo pieno di opinioni, è straordinario.
Francesco, Luca grazie infinite per il vostro tempo e la vostra disponibilità.
Intervista realizzata via mail nel mese di gennaio 2023
Francesco Matteuzzi
Giornalista, sceneggiatore e autore di libri per ragazzi. Tra le collane a fumetti per le quali ha scritto figurano L’Insonne, Jonathan Steele, Lanciostory, Skorpio, Dr. Steve Hunter e Dampyr. È anche autore di diversi volumi a fumetti da libreria, tra cui le biografie di Anna Politkovskaja e Philip K. Dick (edite entrambe da BeccoGiallo), Dai gas, Liz! (Taita Press) e Desert Route (Renbooks). Ha scritto romanzi per ragazzi per Eli e per DeAgostini e racconti brevi che sono stati pubblicati su varie riviste e antologie.
Nel corso degli anni ha lavorato anche come autore di programmi radiofonici e sceneggiatore di cartoni animati. Dalle sue storie Tre spie per un imperatore, Il giornalino di Luca e Solo un tiro a canestro sono stati tratti tre cortometraggi prodotti da Giffoni Film Festival.
[biografia tratta dal sito della Scuola di Comics]
Luca Debus
Luca Debus, nato a Feltre nel 1994 e diplomatosi presso la sede di Padova della Scuola Internazionale di Comics, è un giovane fumettista con un’accesa passione (tanto apprezzabile quanto ormai rara in una persona della sua età) per le strisce umoristiche, su tutte Peanuts di Charles M. Schulz. Gli è così venuta l’idea di trasformare in una strip The Importance of Being Earnest, la più celebre commedia teatrale di Oscar Wilde, che la scrisse nel 1894.
Felicità è… 11 curiosità su Charles Schulz
Paola Teramo
13 Febbraio 2023 a 18:47
Ciao ho letto l’articolo e volevo chiedere se una frase che suona” Nessun problema è insuperabile se vuoi veramente risolverlo” accanto alla firma di Schulz potrebbe essere davvero attribuibile a lui.È un messaggio lasciatomi da mio padre ,trascritto su di un libro molto bello e in inglese che purtroppo nn ho conservato ma che ricordo molto bene
GRAZIE
Luca Debus
14 Febbraio 2023 a 15:40
Ciao Paola! Schulz ha scritto molto in più di 50 anni di carriera, e sono sicuro che qualcosa possa sfuggirmi… e, purtroppo, una frase come quella che scrivi non mi suona familiare nel suo corpus. Tuttavia, esiste una citazione simile, tratta dalla striscia del 27 febbraio del 1963, che recita: “No problem is so big or complicated that it can’t be run away from!”. Le due frasi sono simili, ma di significato tragicamente opposto! Per il momento, questo è quanto posso fare per aiutarti… se trovo qualcosa, ti farò sapere senz’altro!