“A volte quando sono in qualche libreria, in un angolo, vedo arrivare tre generazioni. Le nonne leggono Mafalda, e questo mi rassicura molto. Poi ci sono le mamme e mi sembra giusto perché Mafalda avrebbe la loro età… Ma ci sono anche le figlie, le bambine di oggi e molte di loro hanno proprio le pettinature coi capelli gonfi, per caso insomma Mafalda è di moda, che fortuna.”(Quino, intervistato dal mensile Insieme nel 1989)
Diceva bene il grande Joaquin Salvador Lavado in arte Quino: Mafalda è di moda. Lo era nel 1989, anno del suo venticinquesimo anniversario, lo è stata nel 2014, anno del cinquantesimo anniversario, è lo è tutt'oggi che si avvicina ai 60 anni ed è ancora una star di fama mondiale. Niente male per un personaggio la cui vita editoriale non ha neanche superato il decennio. Creata nel settembre del 1964 per pubblicizzare una ditta di elettrodomestici (che poi finì in un nulla di fatto), questa bambina contestataria fu poi pubblicata su un famoso settimanale argentino e da lì ha fatto il giro del mondo, incontrando una fama editoriale e mediatica seconda solo ai Peanuts di Schulz. Del resto è proprio alla celebre strip americana che Quino si ispira, pur distaccandosene completamente fin dalle prime strisce e creando qualcosa di unico e originale.
L'universo in cui si muove Mafalda è il decennio della contestazione; figlia di due genitori dalla normalissima vita (assicuratore lui, casalinga lei), la nostra simpatica protagonista fa valere la sua voce contro il razzismo, la guerra del Vietnam, e a favore della pace e dell'uguaglianza; non è la classica bimba terribile che si incontra nei fumetti ma un'acuta osservatrice della realtà intorno a lei. Si preoccupa del mondo, di come si sta evolvendo ma sa anche essere una bimba che frequenta altri bambini, un piccolo microcosmo fatto di amici e familiari, comprimari indimenticabili per simpatia e personalità: Felipe, il miglior amico di Mafalda dall'animo poetico e con cui condivide le idee contestatrici; Susanita, amica di Mafalda e con idee completamente opposte a quelle della nostra protagonista; Manuelito, figlio di un droghiere ed aspirante ricco manager, vista la sua passione per il denaro. Poi c'è anche Guille (da noi ribattezzato Nando) il fratellino di Mafalda amante della minestra (cibo odiato da Mafalda), Libertà che considera stupidi tutti gli adulti, per non parlare di Miguelito ammiratore di Mussolini, cosa che lascia inorridita Mafalda.
“Pensare! Qualche volta mi piacerebbe poter pensare mentre sto seduta a guardarlo !” Risponde Mafalda al padre che le ha chiesto cosa facesse seduta d'avanti ad un televisore spento. I dialoghi tra lei e la sua famiglia sono davvero esilaranti e quelli con i sui amici ancora di più: “Io sono per la libertà di parola!” dice Manolito che poi continua: “BASTA CHE STIANO ZITTI!”
Le strisce di Mafalda dopo più di mezzo secolo continuano ad essere racchiuse in volumi di tutti i tipi e la piccola contestataria continua ad apparire su un'infinità di gadget; grande operazione commerciale sicuramente ma la strip di Quino non è solo questo: è un grande esempio di strip che l'autore argentino ha sempre realizzato con grande bravura e con uno stile grafico molto personale. Ricordo che durante la mia collaborazione con il grande Jacovitti, quando toccavamo l'argomento strip, Mafalda era sempre menzionata; Jac amava tantissimo il modo di disegnare di Quino anche perché spesso nelle sue vignette vi era una ricchezza di dettagli molto cara al grande autore italiano.
Quino ha disegnato sempre la sua striscia fino a quando, come spesso succede, forse non ha avuto più niente da dire e nel 1973 ha posto la parola fine alla strip. Ma solo a quella, perché questa piccola contestatrice è, ancora oggi, più vispa che mai.
Curiosità
Le strip di Mafalda furono pubblicate in Italia sulla rivista Il Mago e su vari volumi antologici editi da Bompiani.
Quando decise il nome della protagonista, Quino cercò un'assonanza con la ditta di elettrodomestici che gli aveva commissionato le strip.
Alla morte dei genitori, Quino fu allevato dallo zio Joaquin: lo zio era un disegnatore che già faceva da baby sitter a Quino che restava sempre affascinato nel vederlo disegnare. Anche lo pseudonimo, Quino, era il nomignolo con cui lo chiamava lo zio.
In un'intervista del 1989 al settimanale L'Espresso, Oscar Cosulich chiese a Quino come mai , nonostante il committente pubblicitario avesse chiesto espressamente una strip tipo quella dei Peanuts, con il lavoro di Schulz non c'erano molti punti in comune. Quino rispose che: “Se non ci sono sono, stato molto bravo a nasconderli! Prima di Mafalda io non avevo mai disegnato una striscia, mi ero sempre impegnato con vignette e illustrazioni. Per Mafalda ho studiato molto bene il lavoro di Schulz, la tecnica l'ho appresa da lui”.
Edizione Consigliata
Beh, ovviamente una qualsiasi ristampa o un qualsiasi volume che contiene tutte le strip di Mafalda va benissimo; opto per questa prima storica edizione della Bompiani per un fatto puramente affettivo e anche perché rappresenta un pezzo di storia della nostra editoria.
Bellissima prefazione del grande pedagogista Marcello Bernardi.
Altre edizioni
Ultimamente la Salani sta ripubblicando vari libri di Mafalda sul tipo Mafalda 999 strisce per sorridere e riflettere, Mafalda le strisce dalla 1 alla 384, ecc…
Ottimo anche il volume che contiene tutte le strisce: Tutto Mafalda del 2016 con aggiornamenti e testimonianze esclusive.