Il primo gruppo di supereroi dell’era moderna dei comics – la Silver Age, per intenderci – che incontra l’incarnazione contemporanea più innovativa e interessante del genere supereroico.
È questo il concetto che sta alla base del team-up, o ancora meglio del crossover, tra la Justice League e Black Hammer.
Jeff Lemire, creatore dell’universo derivativo di supereroi più sorprendente degli ultimi anni, ha fortemente voluto questa sinergia editoriale tra Dark Horse e DC Comics, e coadiuvato alle matite da Michael Walsh ha scritto la miniserie Hammer of Justice! il cui primo numero ha esordito in questo luglio 2019.
L’albo di debutto è, come spesso avviene in questi casi, assolutamente introduttivo ma un elemento spicca sin da subito: il racconto presuppone che il lettore conosca già personaggi e vicende del Black Hammer-verse, dando per scontato che i componenti del supergruppo del DC Universe – Superman, Batman, Wonder Woman e compagni – siano ben noti a tutti.
La storia si sviluppa cronologicamente durante i primi numeri, o subito prima, della miniserie originaria di Black Hammer, quando gli eroi creati da Lemire si trovano ancora nel loro esilio “forzato” nella fattoria della cittadina rurale di Rockwood. L’autore canadese mette in scena non un incontro tra i due supergruppi, bensì una sorta di scambio di ruolo, causato da uno strano individuo che pare esistere contemporaneamente in entrambi gli universi supereroistici.
Ecco dunque che la Justice League, impegnata in uno scontro a Metropolis con Starro – primo villain storico affrontato dal supergruppo – si trova improvvisamente relegata nella fattoria di Rockwood, mentre gli eroi di Lemire – Abraham Slam, Madame Dragonfly, Barbalien e Golden Gail – si trovano catapultati nella città di Superman a fronteggiare Starro.
Lo sceneggiatore canadese si avvale di una narrazione circolare, uno scambio di ruoli tra gli eroi che viene sottolineato da una “specchiatura” della sceneggiatura tra inizio e fine dell’episodio: scene identiche vissute da personaggi diversi. Tuttavia, a parte questa caratteristica, non vengono offerti ancora elementi di giudizio sufficienti. Questo primo numero, come detto, è una mera introduzione, con dialoghi efficaci e un twisting plot interessante, ma sarà necessario aspettare lo sviluppo degli eventi per capire la riuscita o meno del progetto.
Le tavole di Michael Walsh donano, forse per la prima volta, un tocco realistico all’universo creato da Lemire. Abituati allo stile di Dean Ormston – creatore grafico dell’universo di Black Hammer – e di altri autori come David Rubìn e Matt Kindt che hanno dato forma alle idee lemiriane, vedere le fattezze di Abraham Slam e soci avvicinarsi a uno stile più naturalistico è di per sé una novità interessante.
Altrettanto efficace la resa dei supereroi DC, il tutto inserito in uno storytelling grafico pulito e chiaro, senza nessuna trovata compositiva eccezionale, ma con una strutturazione delle tavole abbastanza varia e movimentata.
Per quanto riguarda il colore, sempre opera di Walsh, la scelta ricade su una palette di toni acidi, verdi e viola per l’universo di Black Hammer, gialli e rossi per quello DC, proprio per differenziare anche visivamente i due mondi.
A fronte della lettura di questo first issue, Black Hammer/Justice League non appare una lettura imprescindibile, quanto piuttosto un fresco divertissment estivo per gli appassionati del genere, al momento con pretese narrative abbastanza limitate e più basato sui classici meccanismi del crossover.
Vediamo se nel prosieguo della miniserie, Lemire sarà capace di coniugare l’alta qualità che da sempre caratterizza le sue storie indie con il tasso medio e a volte sotto le aspettative che ha contraddistinto negli anni le sue incursioni negli universi supereroici classici, magari con la prima che contamina ed eleva il secondo.
Abbiamo parlato di:
Black Hammer/Justice League – Hammer of Justice #1
Jeff Lemire, Michael Walsh
Dark Horse Comics/DC Comics, luglio 2019
22 pagine, spillato, colori – 3,59 $/€
Wednesday Warriors
Nella puntata #37 di Wednesday Warriors su Dimensione Fumetto, Fabrizio Nocerino si è soffermato ad analizzare la conclusione di The Wild Storm, saga in ventiquattro numeri di Warren Ellis e Jon Davis-Hunt.
I protagonisti di Warren Ellis si confrontano in maniera schietta, seguono piani d’attacco e si lasciano sopraffare dall’emozione. Non ci troviamo di fronte allo squadrone ultra-militarizzato di The Authority. Qui Ellis si libera della veste politica, dissacrante e incattivita indossata dalla squadra originale. C’è spazio per dello humor, piuttosto paradossale e con uno spiccato gusto per l’assurdo. I nomi sono gli stessi, eppure i protagonisti di questa storia non hanno nulla in comune con chi li ha preceduti. Nei dialoghi e nelle caratterizzazioni di Ellis si nota un meraviglioso senso di disfunzionalità e nevrosi da nuovo millennio, che in egual misura permea la trama di tutto The Wild Storm – ed è incredibile quanto sia cambiata la visione distopica della società Ellisiana nel giro di un ventennio.
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