Le psicologie di Daredevil e la nascita di Supergirl

Le psicologie di Daredevil e la nascita di Supergirl

In questa puntata le psicologie dei personaggi di Marvel's Daredevil, la creazione del serial di Supergirl, le strategie DC/Warner e molto altro ancora.

Marvel’s Daredevil

Mentre la seconda stagione del serial sull’eroe cieco prende corpo grazie ai casting delle ultime settimane, nel corso della Long Beach Comic Con svoltasi nei giorni scorsi, durante un panel a cui hanno partecipato gli sceneggiatori Christos Gage e Ruth Fletcher, gli attori Tommy Walker (Francis) e Peter Shinkoda (Nobu), assieme alla psicologa Andrea Letamendi, hanno parlato delle motivazioni che guidano i personaggi del serial targato Netflix, a partire ovviamente dal protagonista interpretato da Charlie Cox.

Quando abbiamo iniziato a lavorare nella Writers room con Drew Goddard, abbiamo parlato molto delle sue motivazioni – il fatto che ha perso il padre e il fatto che sia stato accecato da giovane – ha detto Christos Gage – Daredevil è unico in quanto è uno dei pochi supereroi a fumetti che ha una religione dichiarata. È stato affascinante esplorare le conseguenze per qualcuno che viene spinto a fare il bene e la cosa giusta, ma che deve fare i conti col fatto che in effetti queste azioni potrebbero dannare la sua anima.

Matt sta realizzando questa missione che significa difendere la sua città, che lui definisce proprio la sua città… Lungo la strada, deve mettersi alla prova contro la violenza e la brutalità. Penso che sia grandioso che ci sia questa dualità con la sua psicologia. Il lato positivo è che lui sta sviluppando questo ruolo incredibile di supereroe, ma ha a che fare con problemi molto umani che molte persone hanno – ha sottolineato la psicologa Andrea Letamendi.

Sottolineando l’attaccamento alla religione del protagonista, Ruth Fletcher ha puntato l’attenzione sulla figura di Padre Lantom, interpretato da Peter McRobbie, che ha aiutato Matt Murdock a mantenere una certa visione su quello che stava compiendo e a non perdere la strada.

È stato quasi un terapeuta per Matt. È stato utilizzato in molti modi diversi. Volevamo che fosse qualcuno in grado di discutere sulle cose che Matt gli riferiva.
Padre Lantom doveva essere un catalizzatore per forzare Matt a mettere in discussione la propria visione sulle cose e i propri sentimenti su quello che stava per fare – ha aggiunto Gage – La cosa grandiosa della prima stagione è che era Daredevil: Anno uno. Abbiamo visto Matt Murdock diventare Daredevil, e abbiamo visto Wilson Fisk diventare Kingpin. Matt sta ancora cercando di capire i suoi limiti, e vorrei chiarire che lui non ha ucciso Nobu apposta nel nono episodio. Sappiamo tutti qualcosa circa i ninja della Mano, che hanno la tendenza a resuscitare. Ma non sto dicendo che accadrà.

Riferendosi proprio al personaggio di Nobu, l’attore Peter Shinkoda ne ha voluto sottolineare le motivazioni, facendo un singolare raffronto tra lui e Matt Murdock.

Penso che lui sia spinto ad agire quasi religiosamente, come Matt, salvo che la posta in gioco può essere maggiore per Nobu rispetto a Matt. Quando l’ho interpretato, ho pensato che potesse essere un membro della Mano, quindi è parte di un qualcosa che va avanti da  centinaia di anni. Penso che avesse in mente dei piani globali. Sono enormi. Non riguardavano solamente lui.

Fletcher e Gage hanno specificato che la presenza di Nobu all’interno della serie era il loro modo di mostrare un mondo più grande, spiegando che la Marvel ha voluto che Daredevil fosse un eroe della strada, e Matt una persona comune, ma hanno anche voluto inserire diverse culture del mondo, che erano più vaste rispetto alla sola Hell’s Kitchen.

Fin dall’inizio, Peter ha dovuto seguire quel percorso più di chiunque altro nello show – ha spiegato la Fletcher – Il suo personaggio era davvero l’unico che abbiamo lasciato uscire allo scoperto.

La Dottoressa Letamendi ha poi parlato di come, per lei, Matt non sia guidato solo dall’incidente che ha causato la sua cecità, ma anche dal rapporto con il padre. La perdita di entrambi  ha, secondo la psicologa, innescato una sorta di crescita post-traumatica, che ha portato Matt a rispondere al trauma con la forza. A questo proposito, Gage ha aggiunto di pensare che il protagonista abbia una forte rabbia dentro di lui.

Non credo che lo possa ammettere, ma penso che sia arrabbiato con suo padre. Credo che convogli tutto questo combattendo il tipo di persone che hanno portato via suo padre.
È stata una decisione specifica quella di non fare comparire il costume fino all’ultimo episodio – ha poi aggiunto Gage – Matt vive letteralmente in un quartiere devastato da una battaglia di supereroi. Se qualcuno avesse parlato con Matt nella prima stagione e lo avesse chiamato supereroe, si sarebbe sentito offeso. “Questi sono i tipi che hanno rovinato il mio quartiere, io non sono così”. È più di un simbolo ormai.

Parlando infine di Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio), l’attenzione è stata puntata sul rapporto, molto particolare, tra lui e Vanessa (Ayelet Zurer).

Lei ci ha permesso di vedere la pietà che Fisk possiede, ed è genuino che lui sia così amorevole e sincero e compassionevole. Possiede questo senso di connessione con l’umanità – ha detto la Letamendi – È così interessante avere quella dinamica e questa donna incredibilmente intelligente e potente attorno a lui.

Supergirl

Un articolo pubblicato nei giorni scorsi da Entertainment Weekly ha pubblicato un esauriente dietro le quinte, ricco di dettagli, sui passi che hanno portato la CBS alla creazione della serie dedicata all’eroina DC Comics, interpretata da Melissa Benoist, spiegando che il network fece un test per l’episodio pilota mostrandolo a un focus Group, che creò non poche preoccupazioni ai produttori durante la sequenza che vedeva la protagonista scontrarsi con un criminale di Krypton.

La prima volta in cui si vede un uomo che prende a pugni una donna, tutti hanno reagito con “Oh, mio Dio”. La cosa è stata moto difficile  – ha affermato la showrunner Ali Adler – Lei possiede gli stessi identici poteri di Superman, quindi penso che abbiamo solo bisogno di mostrare al pubblico questo.

Il creatore del serial, Greg Berlanti, ha dichiarato che per lui il punto fondamentale che ha aiutato a fornire una identità ben precisa allo show fin dall’episodio pilota, è stato il monologo in cui Calista Flockhart, che interpreta Cat Grant, affronta a testa alta il problema “Girl Vs. Woman” riferito al nome dell’eroina DC Comics, ri-contestualizzando il significato di “ragazza” come rafforzativo, e non come qualcosa che potesse sminuire.

Non volevo fare uno show su Supergirl e chiamarlo in un altro modo – ha spiegato Berlanti a questo proposito – E sapevo che a volte i manager e i dirigenti possono avere paura. Volevamo avere un dialogo che abbiamo percepito anche il pubblico avrebbe voluto.

La sfida più grande, come avviene sempre in casi come questi, era trovare un’attrice che potesse interpretare il ruolo di Kara Zor-El, e Melissa Benoist, come il suo collega Stephen Amell in Arrow è stata la prima tra migliaia di candidati che i produttori hanno considerato. In realtà, i risultati raggiunti da Benoist non erano casuali, in quanto il casting director David Rapaport aveva fatto in modo che i produttori vedessero l’attrice per prima, come ha rivelato al sito la produttrice esecutiva Sarah Schechter, la quale ha sottolineato quanto siano superstiziosi Berlanti e Amdrew Kreisberg.

Ognuno voleva solo essere sicuro – ha aggiunto Berlanti – sapevano che questa era la decisione più importante che avremmo preso. Per Supergirl tutti hanno in mente decine di immagini di fumetti con una criniera enorme di capelli biondi, in cui si mette l’enfasi sul petto e sulle gambe. Mentre se si sta cercando Superman, tutti dicono solamente: “Quanto ti ricorda Christopher Reeve?”.

Nel frattempo, intervistato da The Wrap, l’attore Mehcad Brooks ha parlato della reinvenzione per il XXI secolo di Jimmy Olsen, il personaggio che interpreta.

Il personaggio è stato creato 75 anni fa, e nella mentalità della società di allora, le persone erano molto monocromatiche. Ma stiamo raddrizzando un sacco di quelle ingiustizie sociali del passato. Il DNA di questo personaggio non è cambiato. Ho i capelli meno rossi e una migliore abbronzatura, in fondo. Io sono un nerd e lui è un nerd. Mia madre è una giornalista, così io provengo da quel contesto. Ho le lentiggini. Lui è un romantico senza speranza e lo stesso nel serial. Ha un migliore amico famoso. Anch’io. È un personaggio che è stato ripensato. È un po’ più eroico, ma credo che sarà altrettanto simpatico.

Intanto, continua la campagna promozionale collegata alla serie. Nei giorni scorsi, la versione canadese di Entertainment Tonight ha trasmesso un promo di Supergirl, che nel paese andrà in onda su Global TV.

La strategia DC/Warner per i film e serial di supereroi

Nel corso dell’evento Variety’s Entertainment and Technology Summit svoltosi nei giorni scorsi al Four Seasons Beverly Hills, Diane Nelson, presidente di DC Entertainement e WB Consumer Products, ha delineato la strategia creativa della divisione legata a Warner Bros. durante una discussione di ampio respiro in cui ha sottolineato l’impegno da parte della società a mantenere separati i progetti cinematografici e quelli televisivi legati a personaggi DC Comics, in contrasto con quanto invece fatto dalla Marvel.
La Nelson ha spiegato che i dirigenti DC hanno optato per mantenere i mondi dei vari personaggi nettamente distinti al fine di offrire la massima flessibilità ai team di scrittori, registi e produttori, spiegando che agire nel modo contrario significherebbe delimitare la creatività, sottolineando come vi siano grandi differenze nel modo di porsi al pubblico, come toni e atmosfere, tra Gotham (Fox) e Supergirl (CBS), per non parlare di Teen Titans Go trasmesso su Cartoon Network, una differenza che funziona e attrae il pubblico.

L’attenzione su un unico universo di personaggi con storie collegate potrebbe finire per imbrigliare i nostri creativi nel provare a cercare di lavorare in maniera forzata a una trama o forzare loro a introdurre certi personaggi. In ultima analisi, ostacolerebbe la capacità per uno showrunner come Bruno Heller nell’ideare Gotham – ha voluto rimarcare la Nelson, la quale ha fatto notare che il prequel della Fox su Batman non ha vincoli creativi per quanto riguarda Batman vs. Superman e viceversa – L’approccio di un unico universo ha funzionato magnificamente per la Marvel, ma non ha senso per la WB.

La Nelson ha dato atto all’amministratore delegato Kevin Tsujihara  di avere convinto i vari dirigenti di DC Entertainment a “portare fuori” i progetti e le properties con la possibilità di essere sfruttati da varie divisioni dello studio, un atteggiamento simile all’approccio già operato dalla Disney, sottolineando che i prodotti su personaggi DC Comics hanno portato a 8 miliardi di fatturato e più di 3 miliardi di dollari per i titoli nel settore home video, senza dimenticare il 50% del business dei videogiochi di Warner Bros. Interactive Entertainment.
Riconoscendo le preoccupazioni sul fatto che Hollywood stia diventando satura di prodotti ispirati ai supereroi, la Nelson ha tenuto a sottolineare che la  narrazione sarà sempre un carattere forte e distintivo dei loro progetti.

Noi crediamo che siamo in un periodo in cui i fumetti e i supereroi sono realmente la forza trainante all’interno cultura pop. Dobbiamo essere sensibili ed essere sicuri che non stiamo creando storie che sentiremmo pronte per essere narrate… dobbiamo essere sicuri di avere la giusta storia e il giusto contenuto dalle persone con cui lavoriamo.
In conclusione, se pensiamo che sia una grande storia la gente andrà a vederla.

Miraculous Tales of Ladybug & Cat Noir

Debutterà negli USA il prossimo 6 dicembre, sul canale Nickelodeon, la serie animata in 3D e CGI Miraculous Tales of Ladybug & Cat Noir, composta di 26 episodi, che combinerà al suo interno elementi supereroistici e avventurosi.
La serie segue le vicende di due studentesse delle scuole medie, Adrien e Marinette, entrambe scelte per salvare la città di Parigi dalle azioni malvagie di un misterioso supercriminale. Con le identità di Black Cat e Ladybug, Marinette e Adrien devono bilanciare le  folli buffonate di una vita normale da adolescenti con il contrastare ogni settimana il malvagio Hawk Moth e il suo desiderio di conquistare il mondo. Con l’aiuto dei loro animali magici, e di gioielli miracolosi, quando il duo si trasforma nei loro alter ego, Black Cat e Ladybug, ha la possibilità di usare poteri quali velocità, forza, agilità.

1025380-miraculous-tales-ladybug-cat-noir-debuts-nick-december-6

AJIN: Demi-Human su Netflix

Netflix e Polyigon Pictures hanno annunciato che la rete leader TV di Internet nel mondo sarà la casa della serie anime Ajin: Demi-Human. Gli iscritti a Netflix in Giappone saranno in grado di vedere ogni episodio della serie appena tre giorni dopo la data di debutto. Tutti gli episodi della serie saranno presentati in anteprima una sola volta nelle regioni Netflix al di fuori del Giappone verso la metà del 2016. La serie è basata sul manga di Gamon Sakurai, Ajin: Demi-Human, edito da Kodansha Ltd., che narra la storia di un giovane studente liceale che viene investito da un camion e muore, solo per scoprire che in realtà è metà demone e metà umano. In seguito scoprirà che nel mondo ci sono decine di altri Ajin, i quali vengono cacciati e cercano di sopravvivere.

ajin

L’accordo tra Netflix e Polygon segna una tappa fondamentale nel modo in cui un anime viene distribuito su scala globale, fornendo un accesso più veloce ed efficiente ai membri di Netflix e ai fan in tutto il mondo. Ajin: Demi-Human è l’ultimo di una serie di titoli animati giapponesi che sono stati diffusi esclusivamente su Netflix al di fuori del Giappone a seguito della trasmissione di Knights of Sidonia, che ha debuttato la scorsa estate ottenendo un forte successo.

Nuove sequenze per Il Gigante di Ferro

Duncan Studio ha annunciato nei giorni scorsi una collaborazione con il regista Brad Bird e la Warner Bros. Pictures inerente la versione rimasterizzata de Il Gigante di Ferro.

Brad aveva gli storyboard di due sequenze aggiuntive durante la produzione del film originale che non sono mai stati completati a causa di vincoli di tempo e di budget – ha detto Ken Duncan, capo di Duncan Studio – Così, quando la Warner Bros. si avvicinò a noi, all’inizio di quest’anno, per la configurazione di una squadra per contribuire a portare la visione di Brad a buon fine, abbiamo colto l’opportunità di lavorare su questo amato classico. Casualmente, abbiamo già avuto diversi artisti chiave e animatori che hanno lavorato al film originale presso il nostro studio…
Quando abbiamo avuto l’occasione di produrre nuove scene originariamente previste per Il gigante di ferro, il mio primo pensiero è stato Duncan Studio – ha dichiarato Brad Bird – Al di là del fatto che lo stesso Ken Duncan è un brillante animatore, il suo staff è stato benedetta con molti veterani del film originale, che hanno contribuito immensamente nel nostro sforzo di introdurre i nuovi scenari che si fondono perfettamente con i filmati originali. Duncan Studio ha fatto un ottimo lavoro.

 Cinebrevi

Nuove immagini dal set di Outcast, l’adattamento di Cinemax della serie a fumetti di Robert Kirkman.

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *