L’adolescenza e l’estate sono i momenti delle promesse eterne, delle amicizie indistruttibili, della sicurezza che, nonostante quello che potrà succedere nelle nostre vite, riusciremo a proteggere il nostro nucleo fondamentale, che non tradiremo questa parte immortale.
Poi però arrivano altre stagioni, il sole si annebbia un pochino, le amicizie diventano più fragili e anche quel nucleo inossidabile viene ricoperto da una patina di vita, di decisione giuste e sbagliate, di strade intraprese che ci portano in direzioni che nemmeno conoscevamo, verso esperienze inaspettate, che nel bene o nel male ci cambiano per sempre.
Simone Prisco ha la grande capacità di riuscire a parlare a quel nocciolo nascosto in ognuno di noi. Lo aveva fatto con Vita, con Irene e si ripete adesso con Immortali, la conclusione di una ideale “trilogia esistenziale” in cui, unendo elementi autobiografici e di finzione, ha creato storie dell’esistenza e della vita quotidiana, tanto semplici nelle premesse quanto profonde nella poetica e nell’universalità della narrazione.
In questo caso, l’autore partenopeo racconta la sua storia finora più amara e dolorosa, quella di quattro ragazzi (Virgilio, Mirko, Diego e Carlo), amici fraterni nell’estate dell’adolescenza ma divisi da vite che si sono evolute in maniera imprevista e incontrollabile, esistenze martoriate da fallimenti, malattie e morte che hanno infranto la fragile promessa di incontrarsi ogni anno al mare, sullo scoglio dove si erano raccontati i propri sogni, ultimo baluardo di una vita ideale piena di aspettative.
Il tema dell´adolescenza, del suo passaggio e dello scorrere della vita verso direzioni impensate è certamente una tematica abusata, e Immortali non aggiunge prospettive nuove a questo genere di storie, ma la capacitá narrativa di Simone Prisco sopperisce molto bene a questo limite.
L´autore sfrutta una struttura a capitoli semplice e lineare per costruire la propria storia tassello dopo tassello, definendo prima le relazioni tra i personaggi nel passato per poi presentarli nel presente, ognuno alle prese con un problema con cui lottare, i rapporti tra loro irrimediabilmente cambiati ma che non si sono mai interrotti. E il flusso di messaggi che li lega e li guida all’ultima pagina diventa ultimo barlume di amara e disperata speranza, un filo invisibile che li unisce nella lotta per possibile riscatto.
Il ritmo e il senso dello storytelling sono il punto forte di questo volume: Prisco dosa dialoghi naturali e asciutti in tavole dalla costruzione geometrica, in cui ogni vignetta è si concentra su espressioni, oggetti e movimenti che sottolineano passaggi importanti della storia e definiscono i personaggi.
Lo stile dell’autore mostra una evoluzione ulteriore rispetto alle due precedenti opere. In questo libro, Prisco utilizza per la parte nel passato un tratto più chiaro e definito, scegliendo una monocromia luminosa per rappresentare la leggerezza dell’estate, mentre le scene ambientate nel presente sono caratterizzate da uno segno più violento e spigoloso, che sembra fendere le pagine e far emergere lame di colore da fondali scuri, come in un dipinto ad acquaforte che si fa via via più buio, scendendo nell’oscurità delle vicende narrate.
Il risultato è certamente d’impatto e concettualmente ben studiato, ma a volte la scelta espressionista inficia la leggibilità della storia, con alcune tavole confuse e poco comprensibili, popolate da personaggi legnosi e poco definiti che rischiano di confondere il lettore.
Nonostante questo, Immortali resta una storia intensa, oscura ma anche speranzosa, raccontata con dolente onestà e schiettezza. Un racconto di vite: quella di Mirko, di Diego, di Carlo e di Virgilio. E quella di ognuno di noi.
Abbiamo parlato di:
Immortali
Simone Prisco
Douglas Edizioni, 2017
120 pag., brossurato, a colori – 12,00 €
ISBN: 9788894162776