Pregi e difetti della critica a fumetti sul web

Pregi e difetti della critica a fumetti sul web

Critiche vuote o argomenti di spessore? Una riflessione sullo stato di salute della critica fumettistica italiana sul web: cosa funziona, cosa no, cosa fare.

Negli ultimi anni ci si è frequentemente interrogati sulla necessità e sulla qualità della critica fumettistica in Italia: sulla necessità, chi scrive non può che ritenerla indispensabile per una evoluzione del medium stesso. Sulla qualità invece, il discorso si fa complicato.

I siti web di critica fumettistica sono diventati, negli ultimi due decenni, uno dei canali principali attraverso cui parlare di fumetto in maniera specialistica e approfondita, ma è innegabile che una parte delle recensioni, degli approfondimenti e degli articoli informativi sul fumetto siano carenti sotto molti punti di vista: per capacità di analisi, per conoscenza del prodotto trattato e, in alcuni casi, per mancanza di onestà intellettuale. La critica italiana, o perlomeno una sua parte, si trova in uno stato di evidente difficoltà.

Ma quali sono le motivazioni di questa empasse?

Le difficoltà della critica fumettistica

Il primo – venale ma determinante – motivo che possiamo individuare come causa di queste criticità è la condizione di dilettantismo in cui versa il settore: solo una minima parte dei siti specializzati in critica riesce effettivamente a pagare i propri collaboratori e comunque nessun autore riesce a percepire uno stipendio degno di questo nome. La più ovvia conseguenza è che i critici di fumetti in Italia fanno un altro lavoro e si dedicano allo studio e alla scrittura solo nel tempo libero. Si tratta pertanto di un gruppo di amatori chiamato ad analizzare e valutare il lavoro di professionisti pagati e che dedicano alla loro attività dalle otto alle dodici ore al giorno.

Ovviamente il critico e l’autore di fumetti non sono chiamati a studiare gli stessi aspetti del linguaggio, ma la sproporzione materiale di tempo permane e viene colmata solo dalla passione e dalla dedizione di chi vuole cimentarsi con la critica.

A questo punto subentra la seconda difficoltà dell’approccio critico al fumetto: la convinzione, da parte di alcuni, che recensire un fumetto sia facile. Questa nasce dall’errata percezione del medium, insita nella relativa facilità di lettura dello stesso: storicamente, siamo stati educati sin da bambini a ritenere che un “libro con le immagini” sia più semplice di uno che non ne abbia. Anche il tempo di lettura di un fumetto è indubbiamente più basso di quello di un qualunque romanzo. Ne consegue che il fumetto e la sua analisi siano alla portata di tutti e che basti averne letti una quantità sufficiente: “Ho letto tanti fumetti quindi posso parlarne con cognizione di causa”.

Questo è il più grande errore di quelli che si cimentano superficialmente nella critica fumettistica.

Senza aver approfondito i meccanismi produttivi e percettivi del linguaggio fumetto, senza avere una formazione umanistica e critica a monte e senza una cultura generale di base, il massimo che si può ottenere, quando va bene, è un’onesta opinione scarsamente informata.

Questa distorsione cognitiva, che va sotto il nome di Effetto Dunning-Kruger,  è la principale causa della maggior parte degli articoli e delle recensioni fallaci che possiamo trovare sul web. Molte delle suddette infatti nascono dall’assunto che siccome i gusti sono insindacabili, ognuno può dire la sua avendo ragione, ma questo vale solo per le discussioni da bar (o nei gruppi di Facebook che li hanno affiancati).

È assodato che analizzando un’opera possono essere presi in considerazione dozzine (centinaia?) di aspetti diversi, che vanno dal singolo tratto all’interno della vignetta alla struttura generale dell’albo, ed è normale che ognuno di noi, a seconda della propria storia e sensibilità, dia maggior importanza ad alcuni elementi rispetto ad altri: da questo sistema di valori nasce poi il giudizio soggettivo.

Il lavoro del critico è quello di proporre un’analisi di questi elementi, facendo quindi anche un lavoro su sé stesso, arricchendo il testo con una ricerca più strettamente storico-bibliografica (approfondendo la storia dell’autore, del personaggio ecc…) che contestualizzi l’opera.

Il punto più dolente della riflessione sull’attuale panorama della critica fumettistica però è quello già accennato della mancanza di onestà intellettuale, che nasce da diversi fattori: tralasciando alcune situazioni di forte tifoseria nei confronti di determinati editori o personaggi, la causa principale della suddetta disonestà nasce dalla necessità del click.

Quasi tutti i siti campano con le inserzioni pubblicitarie per cui i click sono necessari alla sopravvivenza degli stessi, da qui la tentazione di creare contenuti appetibili al pubblico assecondandone i gusti e le tendenze. È questo  il primo grande errore: la critica, quella seria, non segue le tendenze, semmai le crea.

La necessità del click invece genera articoli che “seguono la corrente”, spesso tutti molto simili tra loro.

A questo si aggiunge una certa compiacenza dello scrittore nei confronti di quegli autori che, visto il seguito sui social, sono anche degli influencer. Per farla breve, si sa che se un determinato fumettista condivide un pezzo sui propri social (specialmente Facebook e Twitter) questo avrà grande visibilità, ma a questa realtà si lega la consapevolezza che sono pochi, pochissimi, gli autori che condividono serenamente anche le recensioni negative. Ancora peggio, quando accade, spesso lo fanno per dileggiarle e di conseguenza delegittimarle (finanche ad arrivare a delle vere e proprie “guerre sante” scatenate dai fan più scalmanati).

I lati positivi della critica fumettistica

Non ci si deve però dimenticare che, accanto a questi problemi, ci sono anche molti fattori positivi legati all’analisi fumettistica presente nel web italiano.

Non si tratta, insomma, solo di un gruppo di persone senza arte né parte che scroccano accrediti per le fiere di settore dal basso della loro inadeguatezza, come troppo spesso gli addetti ai lavori si limitano a pensare.

Il primo elemento di positività, più evidente, è la possibilità di dare voce a diverse penne di un certo valore che, diversamente, non avrebbero avuto per i più disparati motivi la possibilità di avere spazi in cui scrivere di fumetto, privando il panorama di una voce critica interessante.

Questa considerazione, ci rendiamo conto, è speculare rispetto a quella sugli amatori “allo sbaraglio” illustrata nel paragrafo precedente, ma è un risvolto della medaglia importante da evidenziare: se da un lato fornire pressoché a chiunque la possibilità di scrivere di fumetto espone a rischi di eccessiva amatorialità, dall’altro permette anche di scoprire alcuni soggetti che hanno concetti interessanti da condividere e analisi di valore da scrivere.

In questo senso è importante il momento di “selezione” di nuovi candidati, che deve essere svolto con criterio e serietà da parte dei direttori e capiredattori dei siti di critica, basandosi sulle capacità di scrittura, di comprensione del testo, di esposizione e di propensione al confronto.

Altro pregio della critica web è la sua funzione di aver innalzato e tenuto alto l’interesse verso una cultura del fumetto, dopo anni di lotte per dimostrare la dignità della nona arte.

Un po’ favorendo in prima battuta e un po’ cavalcando l’onda lunga dei sempre maggiori riconoscimenti del fumetto come forma artistica, i siti di critica hanno svolto un lavoro di diffusione della conoscenza fumettistica in grado di ampliare ulteriormente quanto già fatto dalle fanzine cartacee nei decenni precedenti, dimostrando che anche vignette e balloons costituiscono materiale di studio di rilievo e valore, in grado di trasmettere tematiche profonde quanto alcuni romanzi ed espressioni grafiche ed estetiche non di secondo piano rispetto ad altre arti figurative.

Un connubio tra narrativa e disegno che viene preso ancora più sul serio, sulla scia di quanto fatto dai fanzinari sulla carta: un lento e faticoso passaggio che è avvenuto anche grazie a studiosi, saggisti e appassionati che hanno saputo spiegare questa realtà a tutta una fascia potenzialmente maggiore rispetto agli acquirenti delle fanzine: gli internauti.

Un ultimo punto che si può rintracciare a favore dell’attuale panorama della critica fumettistica, diretta conseguenza di quanto detto poco sopra, è la formazione di lettori più consapevoli, potenzialmente con un raggiungimento più capillare del passato grazie alla rete.

Una buona recensione dovrebbe infatti mostrare la “cassetta degli attrezzi”, gli strumenti per decodificare quello che si legge e si vede in modo analitico, utilizzati dall’estensore del singolo articolo ma messi a disposizione anche del pubblico. Una serie di informazioni più o meno tecniche e relative al fumetto a portata di click di chiunque appassionato, anche coloro che non hanno modo di recuperarsi le poche riviste cartacee che ancora trattano in modo critico della materia.

Auspici per il futuro

Aumentare la rilevanza dei fattori positivi a discapito degli elementi negativi deve essere l’obiettivo di  chi crede nell’importanza di un’attività critica sul fumetto diffusa e credibile.

Si punta sempre a fare di meglio e il lavoro da fare al riguardo è lungo, ma personalmente vogliamo focalizzarci su un auspicio generale, che riteniamo sarebbe assai significativo: la disponibilità della critica a non chiudersi nella propria torre d’avorio.

Per essere veramente incisivi e utili, infatti, non è sano che un critico o un sito di critica si isolino  da quanto c’è intorno. Meglio sarebbe riuscire a impostare un rapporto e un dialogo sereno e proficuo con tutte le parti in gioco: le altre testate di critica, web e cartacee, i lettori e gli autori.

Nel primo caso, infatti, un interscambio tra le diverse realtà che si occupano di fumetto potrebbe portare a faccia a faccia interessanti e ricchi di spunti, in grado di generare contenuti di spessore grazie a consapevolezze diverse e nuovi punti di vista per tutti. Una mai attuata, ma a volte teorizzata, piattaforma in cui interagire tutti insieme, di tanto in tanto, per capire e rendere più forte questo versante della critica.

I lettori sono un altro interlocutore fondamentale per chi si occupa di decodificare e spiegare opere a fumetti, ma forse non sono sempre al primo posto nella testa del critico, per quanto possa sembrare strano. Eppure bisognerebbe sempre tenere a mente che sono proprio loro il pubblico principale a cui rivolgersi, più che gli autori o i propri colleghi.

Internet e i social ci mettono quotidianamente di fronte e numerosi esempi di persone non preparate, che commentano i più svariati fumetti pretendendo di darne una visione competente ma dimostrando di non avere gli strumenti adatti per decodificare ciò che leggono, in un discorso che ovviamente prescinde dai singoli e opinabili gusti personali.

Un dialogo diretto che possa formarsi in maniera costruttiva potrebbe essere utile per avvicinare il linguaggio della critica a questi lettori: capire qual è il modo e la forma migliori per parlare anche a questo tipo di pubblico, oltre che a quello dei lettori appassionati che sono di base più recettivi, riuscendo a fornire loro una visione critica in modo interessante, potrebbe essere una via promettente e non così battuta per il futuro di questo settore. Non assecondando un’eccessiva leggerezza delle trattazioni, ma trovando la chiave per “contrabbandare” un certo rigore critico al più alto numero di lettori possibili. Lo spazio commenti sotto ogni articolo o gli stessi social non vengono quasi mai usati a questo scopo, e bisognerebbe quindi trovare altre modalità di approccio.

Anche gli autori rappresentano una sfera di persone con cui la critica potrebbe dialogare in modo costruttivo e proficuo, per entrambe le parti.

Non ci si riferisce a rapporti di natura amicale o di interesse reciproco, che anzi costituiscono alcuni dei problemi a livello di qualità, indipendenza e onestà intellettuale dei contenuti di critica fumettistica, ma di un sereno confronto tra le parti che possa essere di arricchimento per tutti.

Mantenendo ciascuno la propria indipendenza, indispensabile per svolgere al meglio il rispettivo lavoro, sarebbe comunque bello che autori e critici si incontrassero, parlassero, si scambiassero opinioni, anche e soprattutto nei casi specifici di stroncature. Una mail o, quando possibile, un incontro dal vivo in cui il fumettista discute le critiche ricevute, le confuta argomentando, ascolta le reazioni del recensore, faccia sue alcune osservazioni che decide di salvare. Un’occasione di apprendimento per entrambi i soggetti, che non deve essere vista come un vincolo o una contaminazione negativa ma come momento di confronto sensato.

Pensiamo che approcci comunicativi di questo tipo porterebbero a un arricchimento culturale ed emotivo per tutte le parti in gioco, e potrebbero essere un elemento propedeutico a rendere più sane certe dinamiche e la realtà della critica fumettistica italiana.

4 Commenti

1 Commento

  1. Matteo Gatta

    17 Aprile 2017 a 14:28

    La passione non basta sempre e questo non deve essere preso come un’offesa ma come uno sprone ad approfondire di più la propria passione.

    • la redazione

      18 Aprile 2017 a 09:48

      Grazie dell’intervento. Noi tutti siamo coscienti che la passione è solo lo sprone, la partenza di una qualche volontà di approfondimento critico. In redazione cerchiamo di crescere grazie al confronto interno e portando ognuno la nostra fetta di conoscenza, consigliandoci libri per crescere e cercando di spronarci a dare sempre qualcosa in più.

  2. camilpiero

    18 Aprile 2017 a 01:11

    La critica ormai è solo sputare veleno sugli autori.
    Non capisco perché ogni cosa che viene proposta debba errore più insultata che analizzata e perché i difetti, anche quando sono piccoli, debbano diventare il fulcro di tutta la discussione lasciando sempre da parte i pregi.
    Spero che questa critica da Social saputelli scompaia presto e torni una seria analisi.

    • la redazione

      18 Aprile 2017 a 09:45

      Grazie per il tuo intervento. Ci fai qualche esempio dalle nostre ultime recensioni o brevisioni o approfondimenti in cui il nostro apporto critico è solo “sputare veleno sugli autori”?

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