Dal primogenito, HOGAN’S ALLEY di Richard F. Outcault, fino all’ultimo nato, THE BOONDOCKS di Aaron McGruder, nell’ambito del Fumetto sindacato americano sembra esservi un genere che non ha mai conosciuto tramonto: la kid strip. A volte incentrati su un piccolo protagonista (come nel pantomimico HENRY), ma più spesso su gruppi di bambini (come in REG’LAR FELLERS), questi fumetti imperversano sulle pagine dei giornali per tutto il secolo.
Le numerose serie sulle brigate infantili si differenziano principalmente per l’ambientazione: possiamo facilmente distinguere le strisce rurali da quelle urbane. Tra le prime (certo memori di una letteratura il cui campione è Tom Sawyer, che pure ha avuto una sua striscia giornaliera) abbiamo i lavori di Clare Dwiggins, Fontaine Fox e Edwina Dumm; tra le seconde possiamo ricordare, in mezzo ai tanti, i lavori di Tom McNamara, Gene Byrnes e Wally Bishop. All’interno di quest’ultimo gruppo (ma, più generalmente, in tutto il vasto consesso dell’infanzia a fumetti), un posto particolare, lo occupano i piccoli personaggi disegnati da Percy Crosby.
Tra le strisce sui bambini nate e sviluppatesi tra le due guerre mondiali, SKIPPY occupa, infatti, un posto di prima fila. Non solo è un fumetto di successo, ma la sua fama porterà alla creazione di un vero impero multimediale, con libri, programmi radiofonici (Skippy viaggia sulle onde radio dal 1931 al 1935), film ed oggettistica (il tutto gestito dalla Skippy, Inc.).
Il fumetto nasce, nel 1919, sulla rivista Life (non quella del dopoguerra che ha recentemente chiuso i battenti, ma una rivista omonima, famosa e attiva negli Anni ’20), dove appare a pagina intera, in disegni a mezzatinta (in bianco e nero), con il testo dattiloscritto sotto le vignette. SKIPPY, nel 1925, inizia ad essere distribuito ai quotidiani nazionali tramite un’agenzia minore, finché, dal 18 ottobre del 1926, è incluso nel catalogo della King Features Syndicate (pur se i diritti del personaggio rimangono a Crosby). Sia come striscia giornaliera che come tavola domenicale (naturalmente ora il fumetto ha il classico dialogo con le nuvolette), SKIPPY prosegue le sue avventure fino all’8 dicembre 1945, quando l’autore decide di interromperlo. Tra gli assistenti di Percy Crosby ricordiamo Clarence D. Russell, che in seguito creerà PETE THE TRAMP. La tavola domenicale di SKIPPY ha come topper ALWAYS BELITTLIN’ (anche questa una striscia con protagonisti dei bambini, ma che, per età, potrebbero essere i fratelli minori di quelli di SKIPPY). Molti anni dopo la sospensione della serie, nel 1971, la Windy City Features ridistribuirà, per qualche tempo, vecchie strisce di SKIPPY.
I protagonisti sono un gruppo di bambini di area suburbana e le loro vicende si sviluppano tra i cortili ed i grandi caseggiati periferici. Il fumetto annovera tra i protagonisti, oltre al titolare Skippy Skinner (dal caratteristico cappello a quadretti di forma non ben identificabile), anche il pasticcione Sooky Wayne ed il calcolatore Sidney Saunders. Skippy è (come sarà poi anche il Charlie Brown di Schultz) un bambino molto complesso, i cui comportamenti lo portano spesso ad agire o a riflettere in maniera adulta. Non è infrequente trovarlo (anticipando le conversazioni da muretto tra Charlie Brown e Linus) seduto sull’angolo di un marciapiede, mentre si interroga, con l’amico Sooky, sul senso della vita. Molti argomenti, considerati fino ad allora tabù dai suoi colleghi, vengono affrontati da Crosby, un artista veramente singolare: la morte, Dio e la politica (quest’ultima in deciso anticipo su POGO) sono temi di comune reperimento in SKIPPY. Ma, non si deve pensare che i bambini di Crosby non trattino anche problemi molto più infantili: i rapporti con i genitori, la scuola, i piccoli amori. Non solo dal punto di vista tematico, ma anche da quello formale, Crosby rompe con le convenzioni dell’epoca, evitando di legarsi allo schema della striscia di quattro vignette uguali (a volte vi è, addirittura, una sola vignetta) e piegando il modulo alla necessità della battuta.
Il piccolo Skippy non è né un bambino terribile, né un mellifluo angioletto. Se pure, a volte, non esita a giocare qualche burla, si tratta di scherzi infantili, giocati, solitamente, ai danni di suoi coetanei e che non appaiono come lo sfogo di un’anarchica avversione alle figure rappresentative dell’autorità, come è per i KATZENJAMMER KIDS di Dirks. Skippy è un bambino pragmatico fino al cinismo, ma anche sensibile alle problematiche della sua età. Certamente, questi bambini debbono molto all’infanzia vissuta da Crosby in Long Island e l’artista è decisamente più vicino ai suoi fanciulli dell’area suburbana di quanto non lo sia Outcault, che tratteggia Mickey Dugan e la banda di HOGAN’S ALLEY con l’occhio distante dell’adulto. Ma ciò che differenzia SKIPPY dagli altri fumetti sull’infanzia della prima metà del secolo è la caratterizzazione e l’analisi dei personaggi. Charles Dana Gibson, grande illustratore nonché editore di Life, dice che Skippy “merita di essere posto con Kim, Huck Finn e Penrod nella galleria dei ragazzi reali“. Cinque anni dopo la chiusura di SKIPPY, un altro fumetto farà la sua comparsa per raccogliere il testimone lasciato da Crosby: PEANUTS di Charles Schultz; due fumetti accomunati anche da un umorismo spesso amaro.
Graficamente, SKIPPY è realizzato con una sorprendente tecnica al pennino: apparentemente tirato via, con dettagli indistinti e linee sconnesse (e, innegabilmente, Crosby è assai veloce nel suo lavoro), ma che, in effetti, realizza una sorta di “linea impressionista”, che dà una grande vivacità e naturalezza al lavoro. E l’umorismo in Crosby, non è legato solo ai suoi calibrati dialoghi, ma, in pari misura, all’immagine (a volte, le strisce sono perfino pantomimiche).
La notorietà del fumetto porta, nel 1931, alla produzione di un film. Sceneggiato da due giovani, che avrebbero avuto un brillante futuro, Norman McLeod e Joseph Mankiewicz (con la collaborazione di Don Marquis e Sam Mintz), il film è prodotto dalla Paramount con la regia di Norman Taurog. Ne è interprete il piccolo Jackie Cooper, nella parte del protagonista, mentre Robert Coogan è l’amico Sooky Wayne. Skippy si guadagna un premio Oscar per la “miglior regia” e la nomination come “miglior film”, “miglior attore protagonista” (Cooper) e “miglior sceneggiatura non originale”. Il successo porta immediatamente alla produzione di un seguito, stavolta intitolato Sooky, dove i due giovani interpreti si scambiano i ruoli di protagonista e spalla. Il film (sempre prodotto dalla Paramount Pictures e con lo stesso cast) è più fiacco e melodrammatico del primo ed il suo scarso successo precluderà la nascita di ulteriori capitoli. Nel 1934, l’editore Max C. Gaines (uno degli ideatori del formato comic book) produce 500.000 copie di un albo di ristampe di SKIPPY, dato in omaggio con l’acquisto della pasta dentifricia Phillip’s. Si tratta, in assoluto, della prima ristampa sotto forma di comic book a colori di un personaggio dei fumetti.
In Italia SKIPPY viene ribattezzato CICCIO ed è pubblicato dall’editore Mondadori su I Tre Porcellini #3, 6, 8, 25, 26, 28, 29, 30 (11 aprile/17 ottobre 1935), sul Supplemento di Topolino #40/42 (11 agosto/8 settembre 1935) e in appendice agli Albi dei Tre Porcellini (1936/37). Decisamente poco, rispetto all’enorme successo americano del fumetto.
BIBLIOGRAFIA
Coulton Waugh – The Comics – Macmillan, 1947.
Stephen Becker – Comic Art in America – Simon and Shuster, 1959.
Jerry Robinson – The Comics: An Illustrated History of Comic Strip Art – Putnam, 1974
Judith O’Sullivan – The Great American Comic Strip – Brown and Company, 1990.
Ron Goulart – The Funnies: 100 Years of American Comic Strips – Adams Publishing, 1995.
John A. Lent – Skippy su 100 Years of American Newspaper Comics – Random House, 1996.
AAVV – The World Encyclopedia of Comics – Chelsea House Publishing, 1998.
BIOGRAFIA DI PERCY CROSBY
Percy Leo Crosby, romanziere, satirista, fumettista, pittore, illustratore, scultore, nasce a Brooklin (New York) l’8 dicembre 1891 da una famiglia di origine irlandese. Studia all’Art Student League e al Pratt Institute. Riceve il suo primo incarico dal quotidiano New York World, dove lavora ancor giovane, non potendosi permettere di concludere le scuole superiori. Collabora anche per altri quotidiani come il socialista New York Daily Call e il New York Globe (per quest’ultimo realizza POLITICIANS AND OTHER COMICS SUBJECTS e vignette sportive). All’inizio degli Anni ’10, produce diverse serie con bambini: BABYETTES, TODDLES, BEANY AND THE GANG. Nel 1916, l’agenzia McClure lo assume per realizzare THE CLANCY KIDS, anche questa una striscia su bambini. Il protagonista del fumetto, Timmie Clancy, è considerato un prototipo di Skippy Skinner. Durante la Prima Guerra Mondiale serve nell’American Expeditionary Force come tenente, è ferito in battaglia, promosso capitano e si guadagna la Purple Heart e la Victory medal (nel 1933 sarà un maggiore della Marine Corps Fleet Reserve). Disegna in questo periodo anche la vignetta THAT ROOKIE FROM THE 13TH SQUAD, che viene distribuita giornalmente ai quotidiani in patria (la serie è ristampata in volume nel 1918, seguita l’anno seguente da un altro libro di vignette belliche, Between Shots). Nel 1919, rientra negli S.U.A e lavora da indipendente per diverse riviste, in particolare per Life, dove pubblica una serie intitolata SKIPPY. Tra il 1921 ed il 1925, realizza numerose serie di vignette tra cui ALWAYS BELITTLIN’, che, tempo dopo, riprenderà come topper strip della domenicale di SKIPPY. Infatti, dietro richiesta di numerosi quotidiani, alla metà degli Anni ’20, inizia a distribuire SKIPPY attraverso una piccola agenzia e, nel 1926, la King Features Syndicate, l’agenzia giornalistica di William Randolph Hearst, inizia a curare la distribuzione nazionale di una striscia giornaliera e, dal 1929, di una tavola settimanale.
Attivamente impegnato in politica, Crosby non manca di sfruttare il suo fumetto per prendere posizione: è un conservatore che, nel tempo, si scaglia contro il proibizionismo, il crimine organizzato (Al Capone appare, come “Spumoni”, in SKIPPY), i sindacati, il comunismo, il Klu Klux Klan, la censura, il New Deal di F.D. Roosevelt (ribattezza la N.R.A. “New Russian Administation“), l’operato del F.B.I. di J.E. Hoover, gli abusi di potere ed il bigottismo. Crosby non risente della crisi economica del 1929, giacché la sua freneticaattività lo ha reso un uomo ricco, tanto da potersi permettere di far apparire come inserti pubblicitari gli articoli che i quotidiani si rifiutano di pubblicargli a causa delle sue sferzanti posizioni politiche. Firma diversi libri, tra cui Life Presents Skippy (1925, una raccolta delle pagine di SKIPPY apparse sulla rivista Life), Always Belittlin’ (1927, raccolta di vari lavori), Skippy (un romanzo illustrato che ha quattro edizioni nell’aprile del 1929), Dear Sooky (1929, romanzo epistolare illustrato con acquerelli a colori), A Cartoonist’s Philosophy (1931), Three Cheers for the Red, Red and Red (1936, un attacco alla politica di Roosevelt, pubblicato in proprio, poiché nessun editore ritiene possa essere un successo commerciale). Realizza anche acquerelli, dipinti ad olio, sculture e tiene mostre in tutto il mondo (alcune sue opere sono esposte permanentemente). Nel 1942, la sua salute declina (tra problemi familiari ed alcolismo) e, l’anno seguente, si ritira dal campo dell’illustrazione. Nel 1945, impossibilitato a proseguire SKIPPY e indesideroso di farlo proseguire ad altri, non rinnova il suo contratto con la K.F.S. Il 16 dicembre 1948, tenta il suicidio. Muore (in solitudine, nonostante sia stato sposato tre volte) l’8 dicembre 1964, dopo aver passato gli ultimi 15 anni della sua vita nel reparto malattie mentali del Kings Park Veteran Hospital (dove, tuttavia, continua a scrivere e disegnare).
Nel 1978, esce una sua biografia, pubblicata da Holt, Rinehart & Winston, scritta da Jerry Robinson e prefazionata da Jules Feiffer, che, basandosi sulla documentazione raccolta dalla figlia dell’artista, Joan Tibbet Crosby, rivela oscuri retroscena sulla vita dell’autore (il fatto che egli sia stato ingannato dallo studio legale che doveva amministrare la Skippy Inc., il gruppo nato per controllare il merchandising del personaggio; lo scippo dei diritti del marchio Skippy da parte dell’azienda alimentare Bestfoods, che tuttora commercia un famosissimo burro d’arachidi con il nome del personaggio; l’illegale confinamento in manicomio dell’artista; la vendetta della malavita organizzata). Anche se il libro dà voce, sulla vicenda, ad una sola parte (ed è tuttora in corso una feroce causa legale tra Joan Tibbet e la Bestfoods), tuttavia, non è irragionevole ritenere che Percy Crosby sia stato davvero vittima delle sue troppo ferventi crociate politiche.
Questo articolo si trova pubblicato sul numero 52 (dicembre 2004) di FUMETTO, la rivista trimestrale dell’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione), distribuita solo ai soci della medesima. Punto di riferimento degli appassionati di fumetti fin dal lontano 1971, FUMETTO è uno dei benefici di chi si associa all’ANAFI; infatti, ogni anno, oltre ai quattro numeri della rivista, vengono poi destinati ai soci almeno due volumi omaggio appositamente editi. Nel 2005, i due omaggi sono il volume in formato comic book intitolato LE REGINE DELLA GIUNGLA, dedicato alle “tarzanelle” a stelle e strisce, con storie inedite in Italia firmate da grandi autori come Lubbers, Powell, Fletcher, Kamen, Webb e altri ancora, e l’albo dedicato a SERGIO TARQUINIO – Un disegnatore per l’avventura, uno studio di oltre 200 pagine su uno dei disegnatori italiani che maggiormente ha improntato col suo stile un lungo periodo del fumetto italiano.
La quota sociale per il 2005 è di 75,00 euro (110,00 euro per l’estero). Per le modalità di adesione e di pagamento, visitare la home page del sito www.amicidelfumetto.it.
A cura di: Fortunato Latella (ANAFI)