Cosenza. Mercoledì 16 luglio 2008, alla presenza di Max Mazzotta, Francesco Graziadio e del professore di fisica dell’Università della Calabria Franco Piperno, gli autori Marina Comandini e Luca Scornaienchi presentano il volume a fumetti La poesia uccide, realizzato grazie al contributo del Centro Fumetto Andrea Pazienza.
Con la presentazione del volume presso la Mediateca della Biblioteca Civica della cittadina calabrese inizia ufficialmente la manifestazione You don’t know what love is, che oltre alla presentazione e all’inaugurazione della mostra delle tavole originali della Comandini, si concentra sulla proiezione durante il periodo estivo di una serie di pellicole cinematografiche.
LA CONFERENZA
Arrivo un po’ in ritardo alla Biblioteca Civica. La conferenza di presentazione viene organizzata su un terrazzino adiacente alla Mediateca stessa, all’aperto, come conviene alla stagione. Tra gente seduta sulle sedie o sui cuscini adagiati presso i finestroni, sono presenti una quarantina di persone circa. Mi sistemo in fondo, in piedi, proprio a causa del ritardo, ma per fortuna anche la conferenza stessa non è iniziata puntualmente (orario previsto, le 19:00): Alessandro Mario Toscano della Mediateca sta concludendo proprio in quel momento la presentazione degli ospiti.
A questo punto iniziano gli interventi: Graziadio introduce l’opera a fumetti iniziando dal suo conflittuale rapporto con la poesia (Come si legge un libro di poesie? si chiede Francesco, sottolineando la differenza sostanziale rispetto a un romanzo, che propone una sequenza progressiva, mentre in una raccolta poetica si può tranquillamente balzare da uno all’altro componimento senza perdere alcunché).
Alla fine di questo cappello arriva la prima domanda: Come si può parlare di sceneggiatura in un fumetto che non presenta nuvolette?
Luca Scornaienchi, già avvezzo alla realizzazione di fumetti senza parole con Bye Bye Jazz, prepara semplicemente uno storyboard completo, che poi viene proposto a Marina Comandini, la quale scherzosamente dice: La storia l’avevi già disegnata. L’idea di fondo della collaborazione, che è stata sostanzialmente biunivoca (suggerimenti della Comandini di togliere o modificare alcune tavole) era quella di realizzare un’opera simile ai vecchi libri illustrati per bambini, che potevano essere sfogliati dalla prima all’ultima pagina, lasciandosi semplicemente trasportare dai disegni. Lo stesso formato orizzontale delle tavole conferma tale direzione: la Comandini poi, a domanda precisa di Graziadio, afferma di non aver trovato particolari difficoltà nel lavorare in tale formato.
Dopo questo iniziale scambio di battute, la parola passa al professore Piperno. Noto in città e nelle aree limitrofe per il suo interesse verso le osservazioni astronomiche senza strumenti ottici, Piperno propone al pubblico intervenuto una delle sue solite conferenze sul cielo e sulle leggende ad esso legate. Saltando dai miti greci, fino a quelli americani (canadesi o maya), senza dimenticare gli egiziani con i loro ideogrammi, Piperno mostra quanto importanti siano stati i segni e i simboli nelle culture umane e quanto il fumetto, quindi, nella nostra società così alienante, possa avere una utile funzione non solo narrativa, ma anche educativa (Il nostro cervello impara più facilmente per immagini, afferma Piperno per dare maggiore forza alla sua tesi).
Emerge, poi, nel corso della ripresa della discussione alla conclusione della mini-conferenza piperniana, la concezione di Scornaienchi sul fumetto, o comunque uno degli aspetti poi confermati nella nostra chiacchierata alla fine della presentazione: si può considerare il fumetto una sorta di cinema dei poveri, un modo per poter realizzare con basso budget ciò che al cinema (e non solo) richiederebbe alti costi di produzione.
Un altro dei vantaggi del fumetto sono gli spostamenti: é possibile realizzare un fumetto anche restando a casa propria. Luca condivide tale asserzione di Graziadio almeno fino ad un certo punto: entro certi limiti è possibile, ma resta comunque importante avvicinarsi ai centri più importanti, questo per portare avanti quei contatti sempre utili in un lavoro di questo genere. Tra i vari problemi che un autore si deve porre c’é quello del canale distributivo (motivo per cui è necessario rivolgersi a un editore): nello specifico de La poesia uccide i due autori hanno deciso di lasciare tutto in mano al Centro Fumetto, che si è fatto carico della distribuzione e della proposizione dell’opera che è stata inoltre ben accolta all’ultimo Comicon.
L’ultimo aspetto dell’opera viene infine sviscerato grazie all’intervento di Max Mazzotta che con la domanda, Ci possiamo difendere dalla nostra stessa arte?, consente a Scornaienchi di parlare delle motivazioni del libro.
La sua idea è molto semplice: molti autori, non solo tra quelli più famosi ma anche tra gli esordienti, tendono a prendersi troppo sul serio. Basta che riescano a piazzare un paio di lavori ben fatti che già si sentono grandi artisti. Secondo Scornaienchi quindi, L’importante è dare il giusto valore al proprio lavoro, è per questo che in fondo si potrebbe sostituire il poeta protagonista della divertente storia contenuta ne La poesia uccide con un cantante, un attore, una qualsiasi altra figura artistica. È anche per questo, continua Luca, che gli oggetti animati, le gag che hanno per protagonista il nostro poeta riecheggiano una semplice domanda: Forse il problema sei tu? In fondo La poesia uccide punta l’attenzione sull’autore, sul suo egoismo, sul fatto che il nostro poeta trova in ogni oggetto presente nella sua stanza il motivo del suo insuccesso, dell’inadeguatezza della sua opera.
A questo punto, nonostante gli inviti, una sola domanda giunge dal pubblico: Quale è il tuo rapporto con la musica?
Scornaienchi ammette di ascoltare musica durante la preparazione dei suoi lavori. In particolare pensa che la perfetta colonna sonora per un possibile cartone animato tratto da La poesia uccide (e farebbe molto piacere ai due autori se un’eventualità del genere potesse avverarsi) sia Leonard Cohen: proprio ascoltando Songs of love and hate, il disco la cui copertina viene rappresentata in una tavola del libro, l’autore ha realizato lo story board dell’avventura. La stessa Comandini conferma l’importanza della musica nel suo lavoro. E proprio alla Comandini viene rivolta l’ultima domanda, di Alessandro Toscano: Poiché questa manifestazione si chiama “You don’t know what love is”, ovvero “Tu non sai cos’é l’amore”, brano popolare americano reso celebre da Chet Baker e più recentemente citato in una loro canzone dal gruppo dei White Stripes, cos’é per te l’amore per il fumetto? E candidamente e semplicemente la prima risposta di Marina è stata: È la mia vita!
A una risposta così non si poteva non applaudire, prima di avviarsi verso il locale che ospita la mostra.
L’INTERVISTA
Piuttosto che un’intervista, una chiacchierata, un incontro amichevole tra concittadini. Finita la conferenza, lasciata sfollare la gente che si avvia verso la stanza dove è allestita la mostra, mi avvicino a Scornaienchi che sta salutando alcuni amici. Timidamente mi presento: subito mi rivolge un sorriso amichevole e ci accomodiamo sui cuscini. Si chiacchiera, e tra una parola e l’altra lo invito a parlarmi dei suoi esordi e del suo lavoro.
Fondamentalmente si occupa di realizzare dischi volanti e paesaggi lunari, ma nel campo del fumetto organizza principalmente mostre (memorabile quella dedicata a Milo Manara per le Invasioni di quattro anni fa) e ha collaborato con Alessandro Rak e Andrea Scoppetta su Bye Bye Jazz, altro fumetto sperimentale muto uscito nel 2006 per la Lavieri. I suoi primi contatti con il fumetto avvengono comunque a 14 anni, periodo durante il quale collabora con alcuni quotidiani realizzando vignette satiriche. Ha in programma, oltre a una nuova collaborazione con Marina Comandini, c’é la cura del prossimo numero di Schizzo, la rivista antologica edita dal Centro Fumetto Andrea Pazienza.
A questo mi sembra opportuno chiedergli perché, in questa Italia in cui il mercato sembra sempre in crisi, in cui nonostante tutto i supereroi continuano ancora ad essere molto ricercati (all’ultima Cartoomics gli stand con i fumetti di supereroi erano i più affollati), perché realizzare un fumetto senza parole?
Semplice la risposta di Luca: era quello che volevamo fare; La poesia uccide era il fumetto che, in quel momento, era ciò che lo divertiva maggiormente, il suo obiettivo era realizzare qualcosa che gli piacesse scrivere e per cui non preoccuparsi troppo della distribuzione, lasciata al Centro Fumetto. A proposito della distribuzione, aggiungo come commento che tra tutte le fumetterie che negli ultimi sei mesi ho frequentato tra Cosenza e Milano, ho trovato La poesia uccide in una sola di queste, qui a Cosenza; segno, per lo meno, di una certa attenzione in zona, come ho avuto modo di dire allo stesso Luca.
A questo punto la nostra discussione sta volgendo al termine, e gli chiedo in cosa il fumetto si differenzia rispetto alle altre forme d’arte, in cosa è meglio, e la risposta è semplice quanto le altre: il fumetto è un mezzo molto agevole, semplice da utilizzare.
La conclusione è ovvia: Quali sono i tuoi artisti di riferimento? Luca, pero’, piuttosto che di cartoonist di riferimento, preferisce parlare dei fumettisti che gli piacciono: e così escono nomi come Gipi (Ha capito tutto sul fumetto, dice) che considera il migliore nell’attuale generazione, Pazienza, Scozzari, Manara.
Alla fine un ultimo saluto, e poi Luca si butta nella festa, nel buffet organizzato per la mostra delle tavole originali di Marina Comandini.
Tra uno stuzzichino e un bicchiere si conclude un pomeriggio ricco, in una città che cerca di crescere, di fare della cultura un modo per uscire dalla depressione cui troppo spesso viene ridotto il Meridione. E per fortuna ci sono artisti come Luca Scornaienchi che, aiutato in questo caso dalle splendide illustrazioni di Marina Comandini, cerca di portare ventate di novità nel mondo del fumetto, in Italia, nel Sud, nella Calabria.
Riferimenti:
Marina Comandini, sito ufficiale: www.marinacomandini.it
Luca Scornaienchi, sito ufficiale: www.zonaunderground.it
Centro Fumetto A. Pazienza: www.cfapaz.org