Più che un titolo, un invito: Non stancarti di andare

Più che un titolo, un invito: Non stancarti di andare

Teresa Radice e Stefano Turconi firmano un fumetto lungo e intenso, come la vita, profondamente radicato nelle inquietudini e nelle speranze del presente.

La giovane coppia formata da Iris e Ismail – italiana lei, siriano lui – stanno per andare a vivere insieme, ma prima lui deve tornare a casa per chiudere alcune faccende in sospeso. A causa dei disordini interni al Paese l’uomo si vede costretto a iniziare un viaggio della speranza per tornare in Italia, senza aver modo di contattare Iris e senza sapere che la ragazza porta in grembo loro figlio.

Il viaggio e l’attesa

I due temi principali di Non stancarti di andare sono il viaggio e l’attesa.
Se il primo rappresenta un punto nevralgico nella produzione – e nella vita personale – dei due autori Teresa Radice e Stefano Turconi, presente vividamente in Viola Giramondo e ne Il porto proibito, il secondo viene trattato qui in modo approfondito e variegato, affrontandolo sotto diversi aspetti, sviscerando sentimenti e conseguenze legati a questo particolare stato dell’esistenza.

I due argomenti poi si intrecciano e rincorrono continuamente: il viaggio che Ismail deve percorrere per tornare in Italia, lungo e periglioso, è legato a stretto filo con l’attesa di Iris, che lo aspetta senza poter avere nessuna informazione su di lui. Ma nel contempo Iris sperimenta anche una “dolce attesa”, vivendo i mesi della gravidanza come un percorso emozionale di grande intensità.

L’attesa diventa allora una chiave di lettura particolare e sofferta dell’amore, che viene quasi esaltato dalla separazione, dal non essere ancora “qui ed ora”, dall’anticipo di quello che verrà.

La maniera più incisiva con cui queste riflessioni trovano compimento nell’opera consiste nella prosa di Teresa Radice: diverse pagine sono occupate interamente da testo scritto, solitamente sotto forma di lettere vergate a mano che la protagonista indirizza al bambino che custodisce dentro di sé, nelle quali vengono riversati pensieri, timori, speranze e quant’altro con uno stile così aperto e sincero che non può lasciare indifferenti. Riuscendo quasi sempre ad evitare il rischio di eccedere in toni pietistici, la scrittura di Radice ferma piccoli istanti della vita che sta raccontando, descrivendoli con una generosa dose di particolari che li rende importanti e speciali.

Attualità e sofferenze intergenerazionali

È la prima volta che i due fumettisti realizzano un fumetto che affronta così direttamente tematiche fortemente legate alla situazione sociopolitica attuale.

Conformemente al loro stile, lo fanno senza risultare demagogici o inopportuni: si limitano con disarmante linearità a raccontare una storia calata nel proprio contesto storico, non dissimilmente da come lo avrebbero fatto se si fosse svolta in epoche più remote, e quando il loro percorso narrativo li porta a raccontare di viaggi della speranza, migrazioni, barconi affondati, soccorsi e accoglienza lo fanno con un filtro privo di retorica ma pieno di umana partecipazione.

Non di solo presente vive questa graphic novel: attraverso diversi flashback veniamo a conoscenza della storia riguardante la madre di Iris, Maite, con la quale sussiste un rapporto complicato, fino ad arrivare a quella dei nonni, emigrati negli anni Trenta in Argentina e schiacciati dalle repressioni politiche dell’epoca.

Questo frequente muoversi avanti e indietro della narrazione temporale viene gestito molto bene dalla sceneggiatrice, che non ne fa un semplice vezzo stilistico: permette infatti di riprendere il fiato dalla vicenda principale, oltre ad arricchire il testo di informazioni ulteriori sul retaggio della protagonista che vengono svelate nel momento adatto per comprendere con maggiore consapevolezza determinati passaggi di trama.

“Iris, tra le tue poesie…”

Una grossa fetta della riuscita di Non stancarti di andare si trova nei personaggi che vi troviamo all’interno.
Iris e Ismail sopra a tutti: la loro separazione e la forte differenza nel tenore di quanto accade loro, permettono ai due protagonisti di essere portatori dei grandi temi dell’opera.

Non sono persone perfette, come si potrebbe erroneamente pensare basandosi sulla scrittura piena di colore e ottimismo di Radice: vengono descritti come esseri fallibili, timorosi, che sbagliano e soffrono, ma anche come persone che non vogliono cedere ai lati peggiori del loro carattere persino nei momenti più difficili. Sono delle rocce, anche se talvolta friabili, e sono le due colonne su cui poggia la storia.

Il terzo personaggio fondamentale è Padre Saul, un prete cattolico che in Siria si fa promotore del dialogo tra le varie fedi e culture, e che rappresenta un punto di riferimento importante tanto per la coppia quanto per il cuore del fumetto. La figura è dichiaratamente ispirata a Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita italiano che fondò la comunità monastica cattolico-siriana di Mar Musa e che nel 2013 è stato rapito da un gruppo di estremisti arabi.

Radice e Turconi hanno conosciuto personalmente Dall’Oglio, come viene specificato nelle note in chiusura di volume, e questo rende il sentimento di partecipazione di Iris e Ismail verso Saul ancora più potente e realistico.
I due protagonisti del resto ricordano molto gli stessi autori, per chi li conosce, a cominciare dall’approccio speciale e partecipato ai lavori artistici in cui i personaggi sono impegnati con soddisfazione: Iris disegnatrice, Ismail uomo di lettere, costituiscono un’inversione di parti rispetto ai “ruoli” dei due autori, ma resta intatto lo stesso sentimento di riconoscenza per aver la possibilità di rendere la propria passione una professione.

Infine, anche Maite si ritaglia uno spazio importante: una donna di mezza età moderna e libertina, dal taglio di capelli all’atteggiamento estremo e vivace, soprattutto sotto il profilo della sessualità. Ma dietro questi aspetti, che potrebbero semplicemente passare per strambi, si nasconde un passato complicato e doloroso, fatto di solitudini e ansie che venivano colmate attraverso relazioni effimere e vuote e una vita votata all’eccesso. “Sbucciare” questo personaggio per arrivare a comprenderne la vera natura è uno degli esercizi più belli e profondi che spinge a fare questo libro.

Matita, pastelli e commozione

Stefano Turconi realizza forse il suo lavoro più completo, con Non stancarti di andare.
Lasciate da parte le sartie delle navi viste ne Il porto proibito, l’artista si cimenta qui con scenari ben diversi ma anche molto più vari di quelli della loro precedente opera. Il paesaggio ligure, gli sfondi milanesi, il deserto siriano costituiscono gli sfondi principali su cui si svolge l’azione, e il disegnatore li rappresenta con uno stile costruito e cesellato negli anni: il dinamismo sviluppato nel fumetto Disney, e che prende spunto diretto dall’animazione, ha incontrato la linea chiara di stampo franco-belga e si è incarnata in una sintesi grafica che rende il tratto che Turconi sfoggia qui morbido, cinetico e piacevolmente a mezza via tra il cartoonesco e il realistico.

La colorazione è un valore aggiunto capace di veicolare molto bene le emozioni, oltre che di sottolineare efficacemente alcuni stacchi di scena: i flashback sono colorati a pastello, e spesso con toni che virano al monocromo rosso per il passato di Maite, con un effetto ricercato e suggestivo.

La varietà stilistica si presenta anche nelle illustrazioni che accompagnano i testi in prosa, spesso solo abbozzate a matita, nelle scene dei ricordi di Iris sul suo primo incontro con il suo compagno e nelle due tavole in cui Ismail è testimone dell’insensata furia che porta le milizie del regime a distruggere le opere del museo in cui lavorava come professore, dove il segno si fa confuso per trasmettere la concitazione e l’assurdità.

Tutti espedienti grafici che sottolineano intelligentemente passaggi particolari della storia e che fanno da contraltare allo stile principale: elegante, armonioso e curato, accompagna nel modo migliore i testi di un’opera che si pone, oggi più che mai, necessaria non solo per quello che veicola, ma anche per il come lo fa.
Non ci sono messaggi, lezioni o testimonianze in Non stancarti di andare, c’è una storia raccontata con passione e competenza, disegnata con perizia e gusto e che spinge a riflettere e a far emergere la parte migliore di noi.

Abbiamo parlato di:
Non stancarti di andare
Teresa Radice, Stefano Turconi
Bao Publishing, novembre 2017
320 pagine, cartonato, colori – 27,00 €
ISBN: 9788865439319

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