Pur essendo intitolata a Paperino, la storia scritta e disegnata da Blasco Pisapia vede in Zio Paperone un vero e proprio co-protagonista, che divide la scena e l’importanza narrativa al 50% con il nipote.
Paperino ottiene infatti la proprietà di uno scalcagnato terreno nei pressi di un villaggio bretone afflitto da una grave povertà, e si reca sul posto insieme a Qui, Quo, Qua e allo Zione, che appena intravede una possibilità di guadagno tenta di lucrare alle spalle di Paperino.
L’autore dimostra una grande consapevolezza dei ritmi narrativi disneyani e la capacità di muovere molto bene i personaggi: il Paperino entusiasta e ingenuo e il Paperone arrogante, salvo poi essere pronto a maturare dopo aver ricevuto una lezione sui propri atti non proprio cristallini, sono indice di un’attenzione verso dinamiche classiche ma rese in maniera moderna con qualche piccolo ma significativo accorgimento, che dimostra una vena autoriale di spicco.
Lo Zione qui presente è al centro di situazioni di ispirazione scarpiana (come la scena in cui i suoi pensieri sono ossessionati dalla cittadina dove si sta per recare Paperino, che ricorda da vicino quanto accade nelle prime tavole di Zio Paperone e l’ultimo Balabù) e dimostra sul finale di “saper perdere” quando la posta in gioco rappresenta una correzione alla propria scorrettezza.
Sul fronte grafico Pisapia sfoggia uno stile classico e raffinato, dove i Paperi risultano aggraziati e dotati di linee dinamiche e aggraziate. I volti toccano una vasta gamma di espressioni e la tavola è capace di aprirsi a soluzioni diverse dalla solita gabbia, senza strafare ma utilizzando una costruzione che si adegua all’azione.
Su Paperino e la leggenda delle pietre rotolanti abbiamo posto qualche domanda al suo autore, Blasco Pisapia.
Puoi parlarci della genesi di questa storia?
L’idea di partenza di Paperino e la leggenda delle pietre rotolanti arriva da un libro di leggende della Bretagna che ricevetti in dono molti anni fa. Leggere uno dei racconti e pensare che fosse perfetto per una storia di Paperone, fu tutt’uno. Quando mi proposi come sceneggiatore a Massimo Marconi, nel lontano ’95, fu questo il soggetto che gli spedii. Purtroppo, quella lettera (sì, all’epoca erano di carta…) Massimo non l’ha mai ricevuta, ma quella storia è sempre rimasta in un cassetto del mio cervello, aspettando il momento buono per venir fuori ed essere riscritta.
Su quali caratteristiche del personaggio di Paperone ti sei voluto/dovuto concentrare per questa storia?
Il Paperone cui ho pensato è quello di Paperino e la clessidra magica di Carl Barks che, messo alle strette, ripudia almeno per un momento quello che sembra essere il suo sistema di valori. Mi è piaciuto anche riferirmi al topos ciminiano delle avventure alla scoperta di Paesi e civiltà sconosciute: ribaltare per una volta la situazione di partenza caricando la molla al contrario mi ha consentito di indagare la psicologia dei personaggi da una prospettiva un po’ diversa.
Qual è per te l’essenza di Paperone, in cosa rintracci le fondamenta del personaggio?
Be’, a questa domanda rispondo con un disegnino, sperando di interpretare il pensiero del festeggiato. Auguri, carissimo Zione, e mille ancora di questi anni!
Trovate qui il disegno di Blasco Pisapia.
Abbiamo parlato di:
Topolino # 3204: Paperino e la leggenda delle pietre rotolanti
Blasco Pisapia
Panini Comics, 19 aprile 2017
164 pagine, brossurato, colori – € 2,50
Scheda Inducks