Gil è uno spaziotrasportatore che solca i venti stellari per trasportare merci. Rimasto vedovo, deve occuparsi del figlio Kadyn e decide un giorno di portarlo con sé. Il viaggio si rivela più noioso del previsto per il bambino, finché l’attacco improvviso di un Leviatano fa naufragare la nave e separa i due. A questo punto inizia l’avventura vera: da una parte un padre disperato, dall’altra un bambino entusiasta venuto in contatto con un misterioso e potentissimo artefatto.
Partendo da un canovaccio narrativo molto classico, basato su una quest piuttosto canonica, Jason Aaron e Dennis “Hopeless” Hallum in questo primo numero si divertono soprattutto a costruire un universo fatto di animali fantastici (tra cui gli squali spaziali, vero feticcio di Aaron) e a definire i rapporti tra i personaggi, oltre che a inserire qualche mistero per rendere più intrigante l’avventura. I due sceneggiatori costruiscono un percorso parallelo e speculare tra genitore e figlio, ognuno affiancato da compagni di viaggio (talvolta anche guide) che diventano spalle comiche, a volte risultando anche troppo schematici e ripetitivi.
Sebbene l’uso di viaggi in esotici mondi spaziali per parlare di rapporti famigliari sia un topos da tempo molto usato e meglio approfondito altrove (basti pensare al ben più profondo Black Science), l’avventura di Hallum e Aaron si distingue per una certa spensieratezza che viene ben bilanciata da momenti più toccanti, ma in cui si percepisce sempre il sostanziale divertimento dietro alla scrittura.
Gli stessi divertimento e spensieratezza si ritrovano nei disegni di Stephen Green e nei colori di Rico Renzi: i due si sbizzarriscono, soprattutto nelle spettacolari doppie splash page che costellano il volume, nel creare enormi bestie spaziali, scimmie aliene, pesci e squali volanti, razze extraterrestri coperte da armature e tute che danno loro un aspetto esotico e coerente con la natura “marinaresca” del titolo. Tutto è definito nel minimo dettaglio grazie a uno stile preciso e attento ai particolari.
Green sa modulare il suo tratto a seconda della situazione raccontata: se le linee che definiscono Kadyn sono dolci, rotonde e piene, ricche di pura energia fanciullesca, quelle del volto di Gil sono spezzate, segnate da rughe profonde, che si aprono raramente in sorrisi stanchi. Se l’artista fa un buon lavoro sulle espressioni facciali (davvero divertenti quelli della scimmia spaziale) e sulla recitazione dei corpi, la sua vera forza sta nella rappresentazione dell’azione che si sposta tra pianeti e paesaggi diversi: una pregevole gestione del ritmo e una buona varietà di soluzioni nel costruire la tavola fanno sì che il flusso della storia sia sempre in rapido movimento. Questa sensazione di energia è rafforzata dai colori accesi e pieni di Renzi, che si sposano perfettamente con lo stile ruvido e corposo del disegnatore.
Sea of stars non brilla forse per grande innovazione, ma è sicuramente un buon fumetto di intrattenimento che promette di approfondire nei volumi successivi sia le caratterizzazioni dei personaggi sia i misteri della trama.
Abbiamo parlato di:
Sea of Stars vol.1 : Perduto tra i cieli selvaggi
Jason Aaron, Dennis Hallum, Stephen Green, Rico Renzi
Traduzione di Andrea Toscani
Panini Comics, 2021
136 pagine, cartonato, colori – 17, 00 €
ISBN: 9788828700494