Pastrovicchio presenta Darkenblot a Cartoomics 2017

Pastrovicchio presenta Darkenblot a Cartoomics 2017

A Milano al Cartoomics 2017 Lorenzo Pastrovicchio ha parlato del suo lavoro sulla saga di Darkenblot, sceneggiata da Casty per Topolino.

Su Topolino #3197 è stata pubblicata la storia in due parti Darkenblot 2.1 che rilancia l’omonima saga uscita negli scorsi anni sul settimanale Disney e ristampata in due volumi della Definitive Collection (secondo e sesto numero della testata).
L’incontro organizzato al Cartoomics 2017 è stata l’occasione ideale per fare il punto della situazione con il disegnatore del progetto, Lorenzo Pastrovicchio, che, interrogato dal caporedattore di Topolino Davide Catenacci, ha parlato di queste avventure partendo dall’idea originale, che fu proprio sua.

L’artista era da sempre affascinato dalla figura di Macchia Nera, un rivale tenebroso e seriamente temibile per Topolino fin dalla sua prima comparsa nelle strisce di Floyd Gottfredson.
Unendo questa fascinazione all’attenzione per il contesto hi-tech, il disegnatore ha proposto alla redazione di Topolino un abbozzo di quello che sarebbe diventato Darkenblot, contattando poi Casty per proporgli di curarne la sceneggiatura. In quel periodo l’autore aspettava l’occasione per scrivere un’avventura che si discostasse dalle storie umoristiche e anche da quelle più classicamente avventurose e Darkenblot era il progetto ideale.

Alcune idee iniziali di Pastrovicchio vennero modificate ed evolsero in accordo con Casty: inizialmente si pensò di ambientarlo in una Topolinia futuristica ma per non creare confusione nei lettori del settimanale si è preferito creare una nuova città che potesse richiamare l’atmosfera di alcune metropoli nipponiche tecnologicamente all’avanguardia.
Anche l’idea che il Darkenblot fosse un esoscheletro dentro il quale si nascondesse Macchia Nera è arrivata in seconda battuta: originariamente il villain stesso avrebbe dovuto essere in realtà un automa con le sue sembianze o addirittura un personaggio del tutto nuovo.

Altro punto su cui si è concentrata la presentazione è stata l’ampio studio grafico che Pastrovicchio ha compiuto per Darkenblot: l’artista dedica infatti molto tempo all’analisi delle nuove tecnologie e insieme a Casty guarda in particolare a “gadget” che siano agli esordi della loro progettazione, immaginandone un ipotetico sviluppo così da non rimanere indietro rispetto all’evoluzione tecnologica reale.

È stato anche rivelato che la nuova storia, che vedrà la luce su Topolino #3199 (dopo un numero con un intermezzo a sorpresa), nasce da uno spunto di Pastrovicchio legato ad una sua osservazione su alcuni ideogrammi giapponesi: l’avventura sarà ambientata proprio in Giappone.

Le ultime domande di Catenacci hanno riguardato il lavoro di Pastrovicchio in generale: il disegnatore ha rivelato che trova personalmente più complesso lavorare partendo dagli storyboard (modalità di sceneggiatura adottata da Casty) che dalla classica sceneggiatura scritta (come per esempio quelle di Francesco Artibani per PK). Nel primo caso ha meno libertà e, anche se è più stimolante dover rispettare la composizione della pagina e della vignetta ideata dall’autore dei testi, risulta più faticoso.
Ha infatti affermato che nelle storie di PK riesce a gestire bene la griglia perché libero di costruirla visualizzandola nella sua mente dopo aver letto la sceneggiatura.

Alla domanda sulla preferenza tra disegnare storie lunghe in più puntate o storie standard, Pastrovicchio ha ammesso che le saghe, per quanto siano più faticose, sono i progetti che lo attraggono di più per via del loro respiro cinematografico, pur non disdegnando anche avventure più tranquille e autoconclusive.
A tal proposito si è accennato ad una serie di storie in dirittura di arrivo, scritte da Artibani e con protagonista Pluto, dove si cercherà di rilanciare il personaggio del cane di Topolino, che da tempo viene trascurato, facendogli vivere alcune avventure da solo.

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