L’incontro a fumetti di Davide Toffolo con Pier Paolo Pasolini

L’incontro a fumetti di Davide Toffolo con Pier Paolo Pasolini

Dipingendo e raccontando un poeta morto da trent'anni, Toffolo parla anche di se' e del perché la vita e le opere di Pier Paolo Pasolini siano così importanti per lui, come uomo e come artista.

Intervista a PasoliniEdito per la prima volta nel 2002 per le Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pasolini segna un punto di svolta nella carriera fumettistica di Davide Toffolo. Come il precedente Carnera, la montagna che cammina e il recente Il re bianco, anche in questo caso siamo di fronte ad una biografia sui generis, in cui l’autore fa a meno dell’aneddotica per concentrasi meglio sulle emozioni che scaturiscono dall’incontro con l’artista trattato.
Non a caso il Pasolini che l’autore racconta non è il vero Pier Paolo Pasolini, o almeno questo sembra dalla lettura del fumetto. Costui si veste, parla e assomiglia nei tratti somatici al poeta e cineasta scomparso nel 1975, ma non può essere il Pasolini originale dato che tutto il racconto si svolge ai nostri giorni. Pero’ questa è la cosa meno importante del fumetto, un sentito viaggio all’interno della parola dell’autore, non tanto per carpirne la portata profetica, ma per comprendere il senso di una poetica proiettata all’interno di una società che, in confronto ad oggi, era profondamente differente.
Per fare questo Toffolo mette in gioco la propria persona, o meglio la propria trasfigurazione in forma di personaggio all’interno del proprio fumetto, per poter parlare ad un poeta immaginato e/o immaginario, per poter capire quali sue riflessioni possano ancora oggi scuotere le coscienze di noi borghesi assopiti, senza che tali parole siano sradicate dal contesto storico e sociale in cui sono state pronunciate. Questa paradossale intervista, fatta di pochi incontri, si muove su scenari di un’Italia diversa da quella pasoliniana, anche se l’autore si sforza nel tentativo di scoprire dove sia finita l’immagine e l’estetica di quel paese. E per questo va a visitare il luogo della morte del poeta (un po’ come fece Nanni Moretti in Caro diario) oppure le vie dove giro’ Accattone, uno dei suoi migliori film.

Questo Pasolini fuori sincrono, così come ce lo racconta Toffolo, è veramente strano, ieratico, distaccato dal mondo che cerca di analizzare con le proprie riflessioni. Più vicino ad un personaggio di un suo film che al vero Pasolini, quasi che l’autore del fumetto abbia condensato la poetica e la personalità dell’artista friulano in un’unica figura, per questo irreale, ma altrettanto potente e affascinante.
Con un andamento ellittico, fatto di dialoghi a due, di riflessioni e allegorie, il libro di Toffolo risulta riuscito nel tentativo di non essere banale e didascalico, anche se l’ampio uso di testi del poeta di Casarsa poteva generare l’effetto contrario. Invece quest’aspetto è ben integrato all’interno di un racconto che per Toffolo (o perlomeno per il suo omologo di carta) é un viaggio iniziatico e conoscitivo della figura e dell’importanza artistica di Pasolini. Un’esperienza che si esaurisce con un mancato appuntamento, quasi che il poeta volesse sottrarsi dall’essere totalmente spiegato, analizzato, conosciuto, per poi ricomparire e riemergere nell’allucinazione che chiude il libro in una sequenza di rara poesia.

Insomma, più che un omaggio ad una delle figure italiane più importanti del ventesimo secolo, sembra che Toffolo abbia voluto calarsi profondamente nel senso delle riflessioni e dell’arte di Pasolini, immaginando un fumetto più espressivo che verista. Dipingendo e raccontando un poeta morto da trent’anni, Toffolo un po’ parla di sé e del perché ad un certo punto della propria esperienza la vita e le opere di Pier Paolo Pasolini diventino così importanti per lui, come uomo e come artista. La risposta, semmai debba esserci, rimane pero’ sospesa, e forse neanche il fumettista la conosce. Ma questo non è per forza un difetto in quanto nella vita e nell’arte l’importante è interrogarsi, anche a costo di non ottenere tutte le risposte.
Con quest’opera e con il precedente “Carnera, la montagna che cammina”, Toffolo ha impresso una svolta alla propria carriera, abbandonando in parte lo stile con cui si era precedentemente mostrato al suo pubblico attraverso opere come Fregoli o Piera degli spiriti, per esplorare così percorsi decisamente inediti. Un cammino questo che non sembra doversi arrestare dopo il recente “Il re bianco”, in nome di una ricerca artistica forse ancora non compiutamente espressa, ma originale e coraggiosa.

Note
Intervista a Pasolini, la prima edizioneLa prima edizione a cura dell’Edizioni Biblioteca dell’Immagine (Pordenone, 2002) aveva come titolo Intervista a Pasolini, di cui potete leggere la nostra recensione all’epoca della sua uscita: www.lospaziobianco.it/?p=15

Riferimenti
Il sito della Coconino: www.coconinopress.com
Il sito dell’autore: www.treallegriragazzimorti.it

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