Conobbi Laura Scarpa allestendo la mostra allo spazio Paraggi intitolata “Immagini che raccontano viaggi” e mi ritrovai a maneggiare i suoi disegni e i suoi carnet come oggetti preziosi pieni di poesia disegnata e vibrante di quel segno che la caratterizzava, pochi tratti e riconoscevi come per magia ciò che lei rappresentava. Era il 2010 e la mia prima volta al Treviso Comic Book Festival; entrare dentro questa grande famiglia voleva dire avere la possibilità di conoscere tanti ospiti nazionali ed internazionali che mi avrebbero in qualche modo arricchito la vita. Ecco, Laura Scarpa, vuoi per la sua bravura, vuoi per la sua venezianità, fu la prima fumettista donna che sentii vicina a me come una magica creatura e che ancora oggi riesce a farmi sognare ogni giorno con il suo
“Caffè a colazione”.
Intervista a Laura Scarpa
In che modo il concetto di “erotismo” viene, secondo te, immaginato e rappresentato da un autore e da una autrice di fumetti, quali sono le differenze tra le due visioni?
Le differenze sono ad personam. La differenza non sta tra maschio e femmina e basta. Ovviamente quello è un elemento importante, ma quando non parliamo di pornazzi quello che emerge è un misto tra quanto è ABITUALE, cioè ritenuto doveroso nella comunicazione erotica, e PERSONALE, cioè propria interpretazione e ossessione.
Il fumetto (come cinema e narrativa) è comunicazione, perciò mescola questi due elementi, esterno e interno.
L’arrivo delle donne nel fumetto erotico non ha spesso portato innovazione, mi permetto di dire, ripetendo in modo personale gli schemi sessuali che viviamo. Oggi c’è maggior sperimentazione, e spesso questa viene dalle donne.
Personalmente al cinema molto spesso mi annoiano da morire amplessi e baci, li sento tempi morti. Per fortuna nel fumetto, meno voyeuristico, questo non accade e ha sempre un senso.
Ecco, io posso vedere un porno, provare eccitazione direi meccanica. Se vedo o leggo qualcosa di erotico, pretendo che a trascinarmi dentro sia la situazione, e quella può coinvolgere o eccitare o attizzare… dipende da me, dalla scena e dal momento.
Personalmente a me interessano le storie.
Preferisci più rappresentare il nudo femminile o quello maschile? E qual è l’atteggiamento o la situazione che in una scena erotica/di sesso trovi più eccitante/stimolante per l’immaginazione?
Mi piace abbastanza disegnare cazzi e personaggi maschili, ma confesso che è più facile disegnare nudi femminili, ci sono linee sinuose, tette che occupano spazi, culi più tondi. L’uomo nudo è fatto di maggiori sfumature, muscoli ossa… lievi sporgenze… È più difficile se non usi un disegno molto realistico e di mezzi toni. Inoltre immagino io riesca meglio a stare dentro al corpo di una donna per immaginarmi come sta, come assume una posizione ecc.
Qual è il personaggio dei fumetti che per primo ha stimolato il tuo immaginario sessuale?
Di sicuro non Valentina di Crepax… Non è il mio genere di storia e fantasia, solo successivamente forse, quando ne ho apprezzato maggiormente il segno. Non ne ho avuto un primo.
Mi eccita assai di più la realtà e il fare. Pare che questo sia femminile, che siano gli uomini a essere più visivi. Ma il fumetto che credo sia meglio fatto dal punto di vista erotico, conturbante, è Talk Dirty di Schultheiss.
Quale parte del corpo ti viene meglio e disegni più volentieri?
Da elaborare, le parti sporgenti, cazzi, tette ecc… vengono più facili e interpretabili (e poi faccio una lotta contro le tette a boccia)… Ma devo dirti? Non siamo in macelleria, non mi frega molto della parte in sé. Una delle scene del cinema più erotiche è in Maria Braun di Fassbinder, la mano di lei accarezza la grossa coscia o pancia del suo uomo, un soldatone nero americano, che verrà ucciso poco dopo. Si amano, sono sudati. Si vede il sudore e la carne e l’affetto.
Quanta Laura Scarpa c’è nei tuoi disegni?
Assai, ovviamente questo accade sempre. Poi nelle mie storie erotiche per Blue, ora pubblicate in Francia da Delcourt, io ho sempre scritto storie vere, magari interpretate a fantasia mia. Io non so inventare storie erotiche, alla fine me ne frega poco. Io voglio raccontare quello che accade nei sentimenti e nel corpo. Non necessariamente storie d’amore, anzi. Per sentimenti intendo tutto quello che proviamo: emozioni e pensieri.
Sono fumetti partiti da mie storie, vissute in prima persona, e poi quelle che io avevo intuito/saputo di amici o raccontatemi da loro, per caso o apposta. Sempre mia l’interpretazione, spesso un pezzo di me anche quando non ero interprete, ma in quei casi a volte, invece, proprio l’altro da me, il carattere diverso. Se non ci allontanassimo un po’ da noi saremmo dei segaioli solitari… e pure un po’ fessi.
Parlami del tuo periodo dentro Blue. Come è cambiato l’erotismo rispetto ad allora?
Blue è stata una rivista rivoluzionaria, non tanto per la presenza di fumetto erotico (esplicito e non) di grande classe e grandi firme, ma per l’enorme senso di libertà. Erano appena passati gli anni in cui erotismo e porno avevano scalcato le gabbie diventando, in parte, presenti nella rivoluzione dei costumi. La libertà sessuale ha usato il porno, lo ha preso come possibilità di espressione, sebbene il rischio di strumentalizzazione e tristezza sia sempre stato in agguato. Ma combattere la censura è stato davvero importante, e lasciare il giudizio libero, il che ha permesso di rendere meno tabù le scelte diverse.
Blue era davvero il sunto di questa libertà, nelle sue pagine molte storie erano esplicite o porno, altre più complesse e introspettive o “diverse” altre riguardavano il sesso quasi per niente. Nel concetto di Francesco Coniglio, il sesso è semplicemente una parte importantissima della vita, e può essere erotico anche solo un personaggio che ci affascina o altre situazioni e cose, apparentemente non sessuali.
Io però, dentro a una rivista di sesso, volevo offrire la possibilità di vedere senza veli, e di raccontare il sesso come lo vedevo io, nella vita, coinvolgente, sempre con sensazioni e sentimenti (paura, allegria, amore, odio, noia, imbarazzo, delusione, piacere e mille altre sfumature). La mia prima storia nacque da una telefonata notturna in cui accontentai un maniaco telefonico, prendendolo per un mio giovane amante. Mi si aprì una porta: viviamo continuamente momenti belli, o buffi, o malinconici o sorprendenti o altro… in mezzo ad amori e avventure, ci sono questi frammenti. Che ci coinvolgono non solo fighe e cazzi, ma tutto il nostro essere, anche in modo leggero e breve, ma sempre importante, e da comunicare.
Credo che le mie storie, se pur esplicite, non si potevano considerare erotiche in senso stretto, ma piacquero a molti lettori di Blue.
Tenni poi per parecchio tempo una rubrica, Cuori di carne, in cui io e i lettori ci mettevamo in gioco su tanti dettagli e “deviazioni”.
Tornando al fumetto e all’erotismo, allora in Francia non mi pubblicarono, per un contrasto: i miei disegni erano espliciti, troppo per una pubblicazione normale, e il segno non era però erotico (molto asciutto, realistico ma sintetico, non Baldazzini, Manara o Saudelli, per intenderci), troppo poco realistico e “caldo” per una pubblicazione erotica. Che cosa è cambiato? Non lo so. Non seguo abbastanza da dirti qualcosa di meditato.
Posso dirti che mi pare che sempre più la sessualità vissuta, varia e diversa, sia accettata, entri nella vita comune. I giovani del ’68 ora sono anziani, dunque l’evoluzione è forzata! Anche se in questi giorni vedo ancora alternarsi tanti moralismi. La difesa delle donne diventa l’attacco al maschio e non mi piace, anche se la violenza deve essere combattuta strenuamente. I gay stanno meglio di prima (finalmente ORA in Scozia sono depenalizzati, con le scuse sincere del ministro riguardo al passato), ma ancora c’è tanta strada da fare. Non siamo tanto più avanti di una volta.
In ogni caso l’immagine esplicita del corpo e del sesso è diventata più digerita (e secondo me persino in modo spesso noioso), persino ossessiva o abusata e al contempo combattuta in modo ottuso. Stiamo vivendo un momento contraddittorio. Contemporaneamente il segno del fumetto è sempre più vario grazie alla massiccia pubblicazione di graphic novel.
Così oggi in Francia i miei fumetti di 10-20 anni fa sono usciti nel 2017 nella collana erotica Delcourt, e ben capiti dalla critica, devo dire. Ora usciranno con Hachette, nel 2018. Fa un po’ ridere… E, riguardandoli, li ridisegnerei quasi tutti, ma i racconti mi piacciono ancora.
E il mio augurio, anche per giovani autori-autrici, è che oggi è necessario raccontare il sesso soprattutto per dire come lo viviamo. Gioia, ossessione, “complicatezza”, piacere e magari con un po’ di ironia… Che uno dei miei più bei ricordi di scopata (anche se vissuto con uno poi rivelatosi stronzo, parlo di scopata infatti) è quello in cui godevo e anche morivo dal ridere contemporaneamente… Da provare.
Laura ma l’erotismo secondo te invecchia?
Ho 60 anni, da 4 o 5 anni il sesso e il desiderio si sono allontanati da me, tranquillamente e con un po’ di pigrizia. Ci vorrebbe un fulmine con tuono per svegliarmi.
Il sesso è una cosa bellissima, non l’unica.
Intervista rilasciata a gennaio 2018.
Laura Scarpa, biografia
Nata a Venezia nel 1957, si trasferisce a Milano e quindi a Roma. È autrice di fumetti, illustratrice, editor e docente allo IED e della sua Scuola di Fumetto online.
Come autrice ha scritto e disegnato storie su per le più note riviste italiane, da Linus a Il Corriere dei Piccoli, Snoopy, Lupo Alberto Magazine, Blue, Mondo Naif e Internazionale, e alcuni libri: è del 2017 Sous les étoiles per Delcourt. Pubblica una vignetta settimanale “Visto da Laura” su La Prealpina, quotidiano di Varese. Per il web, disegna Caffè a colazione, e pubblica sulla rivista digitale Aces Weekly, diretta da David Lloyd.
Come editor ha curato da il Corriere dei Piccoli a Blue e ANIMAls e dirige il magazine Scuola di Fumetto. Scrive saggi e testi di didattica, come Hugo Pratt – le lezioni perdute e Praticamente fumetti.
Presiede l’Associazione Culturale ComicOut, che si occupa della diffusione e studio del fumetto ed è anche casa editrice.
laurascarpa.com
comicout.com
Tonia
13 Dicembre 2020 a 10:55
Sempre interessanti i vostri articoli.
Da un paio d’anni mi sto interrogando e interessando all’erotismo,prima come pittrice e disegnatrice e poi mi sono trovata casualmente coinvolta come sceneggiatrice alla creazione di un fumetto erotico insieme ad un’amica fumettista. Sempre casualmente mi trovo a gestire un gruppo su Facebook che si chiama Erotismo Fumettoso. Sto scoprendo un mondo interessante e per niente banale e superficiale. Mi interessa approfondire l’argomento e se mi aiutate a fare un’excursus sulla storia del fumetto erotico e i vari modi di vivere l’erotismo da parte di uomo e donna mi farebbe piacere avere un quadro basato sulla vostra esperienza.
Grazie