Piangere sui bravi sceneggiatori di un tempo che non torneranno: Rodolfo Cimino è proprio uno di quelli in lista, per cui schiere di fan ormai cresciuti si stracciano ancora le vesti al pensiero delle tante avventure che Zio Paperone ha vissuto insieme a Paperino grazie alla penna dello sceneggiatore udinese.
A cavallo tra due secoli, Rodolfo Cimino esordisce alla sceneggiatura nel 1961, sul numero 283 di Topolino, con Zio Paperone in: Brividi all'Equatore, storia che, com'era prassi al tempo, vide l'editing della redattrice Elisa Penna, la stessa che qualche anno più tardi avrebbe dato vita, insieme a Guido Martina, al personaggio di Paperinik. Sulle pagine di Topolino, Cimino arrivò come altri dopo di lui, ossia da inchiostratore di tavole per conto di Romano Scarpa, privato del suo (illustre) predecessore, Luciano Gatto.
A come Avventura, Affari e Avidità
È probabilmente a Scarpa che Cimino deve il suo inserimento nel battutissimo filone di impronta avventurosa, diretto discendente delle storie di Carl Barks, che vede Zio Paperone sempre affamato di tesori e guadagno. Il Paperone che gli viene consegnato è un personaggio dall'identità già molto forte e molto amato, nonostante il ritratto spietato che un autore come il “professore” Guido Martina aveva fino a quel momento delineato. Come Scarpa, Cimino decide di smussare le asprezze del fantamiliardario e lo fa in modo molto semplice: creando un proprio schema ricorrente, divenuto poi una sorta di marchio di fabbrica, in un momento storico in cui i crediti a sceneggiatori e disegnatori sulle pagine del giornalino erano ancora lontani.
Cimino stesso ha infatti più volte dichiarato come la sua attività di sceneggiatura si basasse sulle innumerevoli (e fantasiose) strade che potevano aprirsi partendo da un'idea quasi sempre fissa nel tempo. Una struttura che ricorda davvero da molto vicino la morfologia della fiaba teorizzata nel 1928 dal formalista russo Vladimir Propp, il cui Schema prevede che un iniziale equilibrio, perlopiù pacifico, sia sconvolto da un avvenimento e solo in seguito ristabilito attraverso una serie di peripezie da parte del personaggio che ricopre la funzione di eroe.
Nelle storie di Cimino, Paperone viene a conoscenza di un mirabolante tesoro custodito in un luogo sperduto ed esotico e, coinvolti loro malgrado i nipoti, parte alla volta di questa meta, popolata da tribù autoctone con un livello sociale e tecnologico rurale e per questo assolutamente armonioso. La rottura di questo equilibrio avviene proprio nel momento in cui Paperone entra in contatto con gli indigeni, in particolar modo con le autorità locali impersonate da anziani sciamani o capi di villaggio e, aiutato da un trabiccolo meccanico ispirato alla storia, cerca di sfoderare le sue abilità di affarista trattando con la popolazione affinché possano consegnargli i tesori. Gli indigeni si rifiutano: è qui che avviene la fase di “attacco” (e di peripezia) in cui lo Zione cerca ugualmente di impossessarsi dei suddetti tesori, agendo con la superiorità del papero metropolitano e, quindi, sottovalutando la popolazione di turno che puntualmente, grazie all'aiuto della magia o della Natura stessa, lo elude, ristabilendo l'equilibrio iniziale: Paperone non riuscirà a mettere le mani sul tesoro e sarà costretto a battere in ritirata con le pive nel sacco e il trabiccolo rotto: oltre al danno la beffa.
Andrea Tosti, nel suo libro Topolino e il fumetto Disney italiano (2011, Tunuè) ha utilizzato la definizione molto calzante di “apologo morale”, d'altronde intrinseca alla narrazione fiabesca: Paperone è destinato a ripetere all'infinito il tratto che lo caratterizza, ovvero quello di taccagno avventuroso avido tesori, e all'infinito essere sconfitto. Le sconfitte sappiamo bene essere assenti nel dizionario personale di Paperon de' Paperoni: tuttavia qui non c'è voglia né ricerca di rivalsa, ma solo un'accettazione leggera di un destino che ha deciso diversamente, coadiuvato da errori umani (o meglio, paperi) e calcoli sbagliati che da un personaggio passato alla storia per l'ossessiva efficienza e precisione proprio non ci si aspetta.
Ogni storia è una dimostrazione di come le complicazioni del progresso – di cui i pesanti e laboriosi trabiccoli presenti nelle storie sono quasi metafora – non possono vincere contro un certo tipo di pensiero magico e la bellezza di una vita semplice fatta di piccole cose da apprezzare.
Il signore della splash page
Restando nel concetto di marchio di fabbrica, grazie a tutti i grandi disegnatori che negli anni hanno collaborato con lui, Rodolfo Cimino ha regalato alla storia del fumetto Disney italiano una serie di inconfondibili splash page, frontespizi presenti in una vignetta quadrupla contenente anche il titolo della storia che erano soliti anticipare non solo la meta prescelta e il tipo di popolazione (e quindi anche il tipo di trabiccolo utilizzato), ma spesso anche come sarebbero andati gli eventi per Paperone e il “nipotame”.
L'altro Cimino: I Racconti intorno al Fuoco e l'epopea di Reginella
L'apporto che Rodolfo Cimino ha dato nel caratterizzare ancora più approfonditamente Zio Paperone è notevole, ma le storie per cui ancora oggi i cuori si sciolgono sono quelle in cui dimostra la sua grande abilità di narratore, in cui mescola ai protagonisti piumati personaggi totalmente nuovi come Reginella oppure quando, come nel caso de I Racconti intorno al Fuoco, nessuno dei personaggi Disney è protagonista.
Il ciclo di storie de I Racconti intorno al fuoco, pubblicato su Topolino dal 1990 al 1995, è infatti composto da storie in cui la vena fiabesca dell'autore è al suo massimo: la famiglia dei paperi, con Nonna Papera a fare da cantastorie, si raduna di volta in volta attorno a un falò acceso nel luogo in cui la storia raccontata si è svolta, in un tempo mitico e in una terra lontana da Paperopoli e probabilmente dal Calisota stesso. Cowboy, principini dei ghiacci, tamburini, piccoli indiani: i protagonisti di queste storie sono ancora una volta degli eroi che per portare a compimento il proprio percorso di maturazione, conquistare la persona amata o ricongiungersi ai propri familiari lontani, sono sottoposti a una serie di prove dal fato avverso, prove che verranno brillantemente superate grazie alla grande umanità di cui questi protagonisti sono ampiamente provvisti.
E cosa dire di Reginella e della sua dolcissima storia d'amore, completamente fuori canone, con Paperino? Sovrana di un regno lontano, ha doveri da adempiere che rendono la sua esistenza incompatibile con quella terrena e paperopolese.
Rodolfo Cimino, dunque: solo un punto di vista così umano e bonario della narrazione poteva permettere allo Zione di diventare davvero il papero più ricco del mondo.
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