
“Dio… Dio è finita! Shastar aveva ragione… come topi. Siamo come topi in trappola.”
(Druuna)
La fama dei cartoonist è indubbiamente legata ai loro personaggi.
Pensiamo a Pratt e Corto, Schulz e Charlie Brown, Crepax e Valentina, Hergé e Tin Tin; artisti che sono vissuti in simbiosi con i loro personaggi. Ve ne sono altri nel mondo dei comics e tra i vari che potrei citare, mi sento di fare anche il nome di Paolo Eleuteri Serpieri.
Artista dotato di un pregevole talento artistico, con un segno plastico e accademico, esordisce nel fumetto con storie di genere western per poi virare verso il genere fantascientifico con la storia breve Forse, pubblicata dalla rivista Orient Express e antesignana del personaggio che darà a Serpieri fama nazionale e internazionale.
Druuna nasce nel 1985 e sarà destinata a essere una delle eroine più sexy e conturbanti del fumetto italiano, senza avere quelle fattezze magre e perfette delle eroine di Manara ma piuttosto un corpo più carnoso e quasi tarchiato, che non la priva di bellezza e sensualità.
In un futuro non molto lontano, in una città in preda al delirio più inquietante e suddivisa in piani (sotto l’inferno più cupo dove vengono gettate le vittime del morbo, sopra una specie di paradiso valicabile solo agli individui sani) vive e si muove Druuna; uno strano morbo colpisce gli esseri umani trasformandoli in mostri cannibali dall’inarrestabile frenesia sessuale.
Vi è solo un rimedio che può attenuare parzialmente il morbo: un siero che viene detenuto dai “preti” che governano la città e che considerano le vittime del morbo come peccatori. Loro detengono il siero e lo distribuiscono solo a individui sani che potranno così aspirare al piano alto della città.
Il marito di Druuna, Shastar, è affetto dal morbo e ha bisogno di molto siero. Per procurarglielo, la seducente protagonista si prostituisce e subisce ripetute violenze nel corso di una storia in cui la componente erotica si alterna a quella horror rimandando al genere post apocalittico tanto caro al fumetto di quegli anni.
È tutta qui, condensata in Morbus Gravis, la bellezza, la suggestione e il fascino dell’opera di Paolo Eleuteri Serpieri; la trama è avvincente, calibrata da un buon ritmo narrativo e da una buona dose di erotismo non invasivo, che invece caratterizzerà i successivi capitoli della saga in cui l’autore non disdegna sequenze vagamente sadomasochiste e al limite dell’hard.
La parte scenografica della città è degna di nota così come lo sono i vari personaggi più o meno raccapriccianti, disseminati qua e là in un’avventura non priva di situazioni al limite del sostenibile; ne è un perfetto esempio, la sequenza in cui uno dei mostri affetti dal morbo violenta e uccide una donna sotto gli occhi disperati e impotenti del marito, tra il divertimento generale di chi osserva come un pubblico pagante a una partita, ormai rassegnato a vivere in un simile mondo.
Una rassegnazione che è parzialmente evidente in Druuna quando si presta ai favori sessuali (in cui sembra quasi che provi un perverso senso del piacere) di un medico di dubbia etica o nel difendere il siero che serve a far regredire il morbo presente nel corpo del marito Shastar; una rassegnazione che si trasforma in speranza nella bella e sconvolgente verità alla fine della storia, in cui Serpieri è bravo a delineare un finale che rappresenterà l’inizio del successo che Druuna si conquisterà nel mondo dei comics.
Un successo che dura tutt’oggi e che ha posto l’artista italiano in quel ristretto olimpo dei maestri dell’erotismo riservato a nomi quali Guido Crepax e Leone Frollo e che ha portato Druuna a vivere altre avventure nel delirante mondo creato dal suo autore, che si dedicherà unicamente alla sua eroina, entrando in simbiosi con lei.
Una simbiosi che, in futuro, non sarà più eguagliata quanto all’originalità narrativa e all’impressionante inventiva visiva di questa prima avventura.
“‘Morbus Gravis’ è uno dei primi dieci graphic novel della mia vita, Uno di quelli che leggi da giovane e poi li ricordi per tutti gli anni a venire e gli lasci sempre un posto d’onore nella libreria.” dice lo sceneggiatore Moreno Burattini in un articolo scritto per il suo blog Utili spunti di riflessione.
Condivido pienamente.
Curiosità
Sembra che per la fisionomia di Druuna, l’artista si sia ispirato all’attrice Valérie Kaprisky. Morbus Gravis ha avuto un seguito, Morbus Gravis 2 (Delta) che conclude la storia.
L’idea di Morbus Gravis deriva dal romanzo Universo di Robert A.Heinlein.
Altre avventure di Druuna sono: Creatura (1990), Carnivora (1992), Mandragora (1995), Aphrodisia (1997), Il pianeta dimenticato (2000) e Clone (2003). Successivamente è uscita l’ultima avventura, Venuta dal vento. Tra quest’ultima storia e la penultima, Clone, Serpieri ha realizzato anche Anima strana e curiosa avventura di Druuna.
Edizione consigliata
Alessandro Editore ha sempre realizzato ottime edizioni cartonate di garnde formato, con ottima qualità di stampa e cura editoriale.
Altre Edizioni
Ve ne sono diverse: la più recente è dell’instancabile Editoriale Cosmo che ha ripubblicato in 5 albi dal formato bonelliano tutte le avventure di Druuna. A partire dal 2010 le Edizioni d’arte Lo Scarabeo hanno pubblicato Morbus Gravis in un volume cartonato insieme alla seconda avventura, Delta.
La prima avventura di Druuna si può recuperare nella storica edizione di Produzioni Cartoons (supplemento alla rivista L‘Eternauta). Successivamente la Comic Art ha ristampato Morbus Gravis sia in volume cartonato (serie grandi eroi n. 89) che brossurato (serie best comics n. 12).