In principio era un panda.
Un semplice panda in brevi strisce autoconclusive, prive di una vera e propria trama: in quei fumetti il protagonista viveva degli sketch a metà tra comicità, dolcezza e gag metanarrative.
Col passare degli anni, la fortuna di questo personaggio è cresciuta, con la riproposizione su carta di quelle strisce e la creazione prodotti di merchandising, e il Panda di Giacomo Bevilacqua è diventato un’icona, un personaggio immediatamente riconoscibile e con delle caratteristiche chiare e identificabili.
La velocità di fruizione, la rapida condivisibilità ma soprattutto le sensazioni che regalava la lettura di quelle vignette hanno fatto la fortuna di Panda, che circa tre anni fa è approdato in Panini Comics, editore sotto il quale Bevilacqua ha avuto l’opportunità non solo di portare la sua creazione in edicola con storie inedite, ma di costruirle attorno addirittura una serie bimestrale con una lunga avventura a puntate che viene ora raccolta in un volume unico sempre da Panini Comics, con il titolo A Panda piace… Ansia, la mia migliore amica..
Il primo interrogativo che poteva sorgere al riguardo è: funzionerà un personaggio del genere, nato per un tipo di racconto ben diverso, in un contesto come quello di una storia lunga?
Il dubbio è legittimo, tanto che inizialmente1 soffre il “momento di passaggio” che il fumetto deve affrontare: a fronte di una narrazione lunga e che inizia visibilmente a costruire una trama con molti elementi, la sceneggiatura è ricca di situazioni indipendenti dalla storia in generale, come piccole gag, flashback ironici e altri inserti che spezzano il racconto, spesso anche con battute metafumettistiche.
Poi la storia ingrana maggiormente2, e anche la fluidità della narrazione ne beneficia: non mancano gli intermezzi comici, spesso pervasi dal tipico stile umoristico di Giacomo Bevilacqua, ma la trama risulta più compatta e l’autore sembra aver preso maggiormente le misure del nuovo “mezzo” in cui si muove Panda.
Con il progredire della storia3, infatti, si riesce sempre più a vedere la complessità dell’affresco creato da Bevilacqua: la direzione in cui si muovono gli eventi appare ben pensata ed è lodevole la capacità di gestire personaggi, elementi e indizi anche a numeri di distanza, componendo un affresco coerente e completo che dà soddisfazione al lettore.
Nella fase finale si tirano le fila dell’intera avventura di Panda grazie anche alla capacità di sorprendere e disattendere alcune aspettative maturate fino ad allora. Infatti la storia arriva al punto in cui Panda è inglobato dentro la sua Ansia, vera e propria personificazione dell’omonimo stato d’animo, che è letteralmente cresciuta a dismisura fino a prendere il sopravvento sul protagonista: ci si poteva aspettare che questa versione potenziata di Panda avesse una parte attiva nello scontro finale, invece l’autore risolve questo passaggio in poche tavole.
La situazione non è fine a se stessa, perché l’intervento degli amici di Panda permette al personaggio di sentirsi più vicino a tutti loro e di iniziare a prendere coscienza della vera natura della sua missione… ma chi si aspettava una presenza massiccia di Ansia nel pieno del suo sviluppo si è trovato spiazzato.
Altro colpo di scena è legato proprio alla fine del racconto. Si poteva banalmente immaginare che la conclusione dell’avventura sarebbe coincisa con il confronto tra Panda e Crisi, l’inquietante entità che sta cercando di contrastare l’avventura di Panda. Questo scontro è ben presente e raccontato in maniera avvincente, ma occupa solo una minima paret.
Il vero finale è la spiegazione della natura stessa di quanto fatto da Panda nel corso di tutta il racconto, e in fondo del senso stesso del volume e della serie originale. Non vogliamo qui svelare quale sia questa rivelazione, basti sapere che ribalta la percezione di tutto quanto visto fin dall’inizio dell’avventura e che spiega il significato metaforico che questo progetto di Bevilacqua nasconde, dimostrando come da un’emozione del tutto personale possa nascere un’opera godibile, avventurosa, divertente e toccante perfettamente fruibile dai lettori.
Le ultime tavole sono di una “malinconia serena” – si conceda l’ossimoro – che traspare in modo forte dalle vignette e che chiudono nel modo più sensibile ed elegante possibile questa lunga avventura.
Meritano due parole anche i disegni. Osservando infatti le tavole iniziali e quelle finali, specialmente ora che sono raccolte in un’unica soluzione, si può notare una vera e propria escalation qualitativa: se all’inizio le tavole, soprattutto nel ritrarre i personaggi, erano fortemente debitrici dello stile grafico delle strisce sul web, si è potuto osservare un continuo miglioramento, un affinamento costante nella componente grafica. Il risultato finale, che trova l’esempio più riuscito proprio nel finale, è un prodotto decisamente più curato anche sotto l’aspetto estetico, che beneficia dell’introduzione dei grigi avvenuta qualche numero addietro.
Tirando le somme, la scelta di Panini Comics di dare luce verde a questo progetto si è rivelata felice. Panda ha dimostrato di essere un personaggio che si può prestare con successo anche ad avventure di largo respiro e i lettori hanno potuto leggere una storia articolata ma senza lungaggini eccessive, lasciando la voglia di rileggerla dall’inizio alla luce delle rivelazioni finali.
In tal senso la nuova edizione proposta da Panini Comics si pone come un buon modo per presentare la serie al pubblico, considerando la sua natura di storia unica articolata in 8 capitoli.
Abbiamo parlato di:
A Panda piace… Ansia, la mia migliore amica
Giacomo Bevilacqua
Panini Comics – luglio 2016
472 pagine, bianco e nero, cartonato – 25,00 €