Fabrizio è un giovane uomo che viaggia fra i tabaccai della Lomellina, nel sud milanese, per consegnare delle buste contenenti sequenze di numeri da giocare che dovrebbero garantire delle vincite praticamente certe. In uno di questi viaggi trova una misteriosa palla che riesce a comunicare con lui, e decide di portarla con sé.
Paolo Bacilieri torna al lavoro su un soggetto dimenticato da circa vent’anni, e presenta al lettore una storia sporca e attualissima, sospesa fra le incrostazioni fangose delle risaie milanesi, le superstizioni del gioco nelle ricevitorie, le spoglie e cadenti strade di campagna e una Milano che ci riporta indietro nel tempo.
La vicenda si sviluppa su un doppio binario, che sembra non incrociarsi mai: da un lato abbiamo il racconto dell’esperienza vissuta da Fabrizio, e dall’altro l’evento biblico della resurrezione di Cristo, con Maria che, accompagnata dalle donne e dagli apostoli, rinviene il sepolcro vuoto.
Le atmosfere hanno il sapore dell’orrorifico amore corporale, fatto di mutazioni ed eventi misteriosi tipico di Charles Burns, declinato però in una veste inusuale che è tipica del fumetto italiano.
L’amore corporale di Fabrizio per la Palla, oggetto organico indefinito e inizialmente sporco, sembra rappresentare i confini evanescenti di un sentimento profondo che è prettamente carnale ed effimero, sudicio e privo di forma, ma allo stesso tempo sensuale e ammaliante. L’inspiegabilità di questo episodio, inserito in una storia realistica, ben si concilia con il delineare lo spaesamento di Fabrizio, perso totalmente nel brancolare insensato della sua vita e della sua ambigua e multiforme sessualità.
La storia di ispirazione biblica sembra invece connotare una differente forma di attrazione, quella spirituale, che risulta però altrettanto sporca, inspiegabile e di pancia. Non c’è pudicizia nel rappresentare un Gesù risorto, totalmente nudo e martoriato dalle piaghe, mentre sua madre si accascia a baciare i suoi piedi.
In questo è esemplare l’accostamento di due pagine intere, in cui avviene da un lato la scena fra Gesù e Maria, mentre di fianco, con modalità e apparenze non differenti, vediamo Fabrizio giacere nudo sul pavimento con la sua Palla, fra la cenere e i mozziconi di sigaretta e con un corpo irsuto che nulla lascia al gusto estetico, comunicando però un forte senso di erotismo. Allo stesso modo degli esempi citati, l’amore degli apostoli per Gesù è altrettanto ambiguo, pieno di imbarazzi e sguardi quasi spaventati: la loro impressione è quella di avere di fronte qualcosa che ammirano profondamente, ma di cui non hanno alcuna conoscenza precisa.
![Fonte: sito dell'editore.](https://www.lospaziobianco.it/wp-content/uploads/2016/11/7-palla-e1479319950360.jpg)
Torna il Bacilieri di Zeno Porno, ma con un segno più maturo e misurato, figlio della sua evoluzione artistica. Il suo tratteggio luminoso e dettagliato, che ricorda quello di Magnus, si fa qui più cupo, per adattarsi meglio ai toni del racconto, e diviene più viscerale.
Bacilieri ha ideato un’opera ermetica, veloce e straniante, in cui descrive un sentimento amoroso primordiale, selvatico e affascinante, ponendo dei dubbi senza mai scioglierli.
Palla è dunque prima di tutto una sfida personale per il lettore, un’esperienza fatta di suggestioni e immagini solo sussurrate, una via buia e alternativa per vivere in maniera più vivida e attraverso l’inconscio ciò che più ci è sconosciuto e incomunicabile.
Abbiamo parlato di:
Palla
Paolo Bacilieri
Hollow Press, settembre 2016
56 pagine, brossurato, bicromia – 12,00 €