Paese che vai…: tre mostre di fumetti in giro per l’Europa

Paese che vai…: tre mostre di fumetti in giro per l’Europa

Viaggio tra fumetti e mostre del fumetto in Europa. Fino al 29 settembre, a Barcellona, una mostra sulla storica, irriverente rivista underground spagnola El Víbora. A Lipsia, invece, una mostra su Mosaik, fumetto fondamentale della DDR, e un piccolo approfondimento sul fumetto keniota.

Per molti lettori, il fumetto è un viaggio: una scoperta di mondi nuovi, di storie mai sentite, un’esperienza che ci porta per poche ore altrove. Ma il fumetto può anche diventare viaggio e scoperta nel mondo reale. Seguendo questa passione, negli ultimi viaggi che ho fatto in giro per l’Europa e per il mondo, ho sempre cercato di scovare fumetterie, pub e bar a tema fumetto, negozi di gadget e mostre interessanti. In questo mio peculiare modo di esplorare una città, ho avuto modo di scoprire quartieri bizzarri, piccoli e grandi musei, cittadine sconosciute, e di imbattermi in  eventi che mi hanno colpito, intrigato, emozionato. Quella che segue è la cronaca di tre piccole ma interessantissime mostre che sono tutt’ora in corso di svolgimento a Barcellona e Lipsia.

El Víbora: storia del fumetto underground spagnolo

Ogni volta che devo andare a Barcellona, contatto sempre Maya Quaianni, collaboratrice de Lo Spazio Bianco, per due motivi: chiedere consigli su ristoranti da provare e su fumetti da comprare. Questa volta, l’imbeccata è stata superiore alle mie già alte aspettative, con il consiglio di visitare il bellissimo (ed enorme) Museo Nazionale dell’Arte della Catalogna, dove fino al 29 settembre si è svolta una mostra dedicata a El Víbora, storica rivista pubblicata da La Cúpula dal 1979 al 2005. In una piccola ala del museo, la storia della rivista viene raccontata in maniera completa grazie all’uso di pannelli in tre lingue (spagnolo, catalano e inglese), di infografiche che disegnano la cronologia della rivista incrociandola con gli eventi storici spagnoli, di videointerviste e di foto d’epoca che narrano un’avventura simile a quella avvenuta in Italia con Frigidaire o il Male e direttamente influenzata dagli Underground Comix di Crumb e Shelton.

Nata nel 1979 a Barcellona grazie all’idea dell’editor Josep Maria Berenguer con il supporto di Josep Toutain, El Víbora raccoglie l’eredità di altre riviste di breve durata come El Rrollo enmascarado, Star, Ozono o Butifarra!, rispondendo alla richiesta di un pubblico che vuole fumetti adulti, violenti, irriverenti, che parlino di sesso e droga, che affrontino l’attualità e che si liberino dal giogo della dittatura franchista, finita ufficialmente nel 1975. Attraverso splendide copertine e disegni originali, la mostra permette di ammirare l’arte potente e irriverente di artisti come Gallardo, Mediavilla, Max, Montesol, Martí, Nazario, Alfredo Pons, Roger y Sento, tutti nomi che hanno influenzato e continuano a influenzare il fumetto spagnolo, creando la scuola della cosiddetta línea chunga, contrapposta alla classica linea chiara difesa da riviste come Cairo. Accanto a loro, El Víbora ha fatto conoscere al pubblico autori internazionali del calibro di Robert Crumb, Peter Bagge, Martin Veyron, nonché gli italiani Tanino Liberatore (autore anche di alcune copertine della rivista con protagonista il suo Ranxerox) e Massimo Mattioli. La mostra parla anche brevemente degli anni ’90, in cui la

rivista riesce a reggere la crisi di altre riviste di fumetto e a rilanciare con autori come Daniel Clowes, Charles Burns, Miguel Angel Martin e Ralf Köning, per poi chiudere i battenti nei primi anni 2000.

Nonostante il piccolo spazio concesso a questa mostra, vedere El Víbora entrare nel MNAC è un riconoscimento importante, che sancisce ancora una volta l’aumento dell’attenzione data al valore storico, artistico e sociale del fumetto. Anche se ormai la mostra si è conclusa, se siete a Barcellona non potete non visitare l’immensa collezione del MNAC (mettete in conto almeno 4 ore di visita) e lo splendido palazzo reale che ospita il museo.

©RICARD CUGAT

Lipsia: tra DDR e fumetti kenioti

Tra tutte le città tedesche dell’Est, Lipsia è, dopo Berlino, quella con un maggior fervore culturale. Musei, eventi, concerti, film. Fervore che coinvolge anche il mondo del fumetto, come dimostrato dal MangaCon svolto all’interno dell’annuale fiera del libro o il The Millionaires Club (di cui abbiamo parlato qui). Questo legame con il fumetto si rinnova nel Zeitgeschichtliches Forum, luogo ad ingresso gratuito dedicato al ricordo della storia della DDR, in cui si possono trovare una bella e grande mostra permanente dedicata a questo periodo storico, oltre che ad eventi dedicati a discussioni su estremismi, dittatura e libertà di espressione. In questo contesto trova la sua casa naturale una mostra dedicata a Mosaik, fumetto periodico per eccellenza della Germania dell’Est, che vede protagonisti i Didedag, tre ragazzi che vivono avventure attraverso il tempo e la storia.

La mostra (partita come temporanea e diventata permanente) colpisce fin da subito perché gli spazi (contenuti) sono riempiti di colori, ricostruzioni di varie scenografie tratte dalle avventure del fumetto, sezioni interattive, videoinstallazioni con interviste ad autori, lettori e giornalisti specializzati. Il cuore dell’esposizione è il primo, lungo periodo della storia di Mosaik, quello che va dalla sua creazione nel 1955 per idea di Hannes Hagen (nome d’arte di Johannes Hagenbarth) fino all’uscita dalla redazione di quest’ultimo, avvenuta nel 1975, con sulle spalle un successo clamoroso e milioni di copie vendute.

La mostra ripercorre in maniera dettagliata la storia della rivista e quella del suo creatore, al quale si aggiungono gli altri membri della redazione e i vari editori, e spazia dalle storie dei personaggi (dedicando un focus ad ognuna delle 6 grandi avventure della gestione Hagen) alle varie fasi di produzione, mostrando anche tavole originali dei vari disegnatori coinvolti. Di particolare interesse è la connessione con la storia della DDR: le crociate contro i fumetti, “corruttori” dei giovani socialisti, erano all’ordine del giorno, con Mosaik oggetto principale delle critiche del regime e dei suoi giornali. Un punto di vista storico sul fumetto che mostra un interessante e tristemente beffardo punto in comune tra Oriente comunista e Occidente filo-americano, quello di individuare nei fumetti uno strumento culturale potente e quindi pericoloso.

Uscendo dal centro cittadino di Lipsia e andando verso piazza Wilhelm-Leuschner-Platz si incontra invece la biblioteca pubblica della città, ospitata in un moderno edificio a cinque piani che ospita, oltre a libri e una ricca collezione di fumetti, anche un centro congressi e alcuni spazi dedicati a mostre temporanee.

È qui che, fino al 9 novembre 2019, si può visitare la mostra Inks&Pixel dedicata a fumetti e fumettisti kenioti e già presentata in altre città tedesche. L’esposizione, organizzata in collaborazione con Kulturnetz e.V. – Kulturbüro Bremen e il Goethe Institut Kenia, si presenta piuttosto semplice e spartana, ma riesce comunque a dare una panoramica del fumetto keniota attuale, popolato da collettivi artistici attivi sia sul web che sui quotidiani nazionali, con sporadiche e coraggiose autoproduzioni di graphic novels. Nomi di artisti come Joe Barasa, Celestine Wamiru, Paul Maddo Kalemba, Chief Nyamweya o di riviste come Shujazz sono pressoché sconosciuti in Europa, ma molto conosciuti in Kenya e in Africa, dove animano una scena piccola ma variegata, che incorpora varie influenze internazionali su una base culturale ed artistica di forte tradizione.

Inks&Pixel, oltre a parlare di fumetti kenioti, è interessante nel suo mettere in luce la perenne contraddizione dell’approccio tedesco al fumetto: da una parte, università e centri culturali svolgono un’opera di ricerca e approfondimento ottimi (basti pensare al sito di ricerca fumettistica ComicForschung) che si traducono in libri e mostre; dall’altra questo lavoro viene scarsamente pubblicizzato dalle istituzioni e non riesce ad attrarre nessun tipo di pubblico, nemmeno quello che conosce il fumetto, magari attraverso manga e cinecomics, ma che non è molto interessato (o non viene messo nelle condizioni di interessarsi) per espandere il proprio interesse.

Comunque sia, se siete appassionati di fumetto e vi trovate nella Germania dell’Est, visitate Lipsia: oltre alla bellezza e ai molti musei della città, troverete mostre fumettose per i vostri gusti.

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