Come e quando vi siete conosciuti?
Carmine di Giandomenico Io e Ale ci siamo conosciuti 7 anni fa durante la fiera di Romics dove mi presentai alla Montego. Nello staff era presente Alessandro che visiono i miei lavori insieme all’editor della casa editrice Franco Urru (autore di Tarak il selvaggio), che mi propose il progetto Giulio Maraviglia scritto da Bilotta. E da lì, iniziando a frequentare Alessandro dialogando sul progetto e su cosa lui volesse fare, capivo piano piano che avevamo gusti narrativi molto vicini, e tra incontri per la documentazione e consegne tavole è nata un’amicizia segnata dal rispetto professionale e personale. Questa amicizia ci ha portati a continuare un percorso narrativo dopo “Maraviglia”, in continuo evolversi sia a livello di sceneggiature che a livello di narrazione disegnata, inseguendo delle sperimentazioni e proiettandoci sulla strada della “Dottrina” in lavorazione per la Magic Press.
Alessandro Bilotta Ci costringi a fare conti di cui temo i risultati. Prendendo una copia del primo albo di Giulio Maraviglia leggo “novembre 2000” e ci siamo conosciuti solo qualche mese prima. Carmine mi era stato proposto da un paio di disegnatori della Montego che avevano preso in considerazione il suo lavoro. Nessuno voleva lavorare con me e lui è stato così buono da avermi dato una possibilità. Le cose non sono molto cambiate da allora, dal novembre 2000.
Prima Giulio Maraviglia e poi la collaborazione per La Dottrina: ormai siete un gruppo affiatato. Come avviene il processo di sviluppo del fumetto: è un operare in simbiosi o lavorate separatamente?
CDG La nostra è una simbiosi, ma per ottenere ciò è molto difficile, perché bisogna trovare il giusto equilibro per entrambi senza che l’uno prevalga sul ruolo dell’altro. Nel senso che prima di realizzare una qualsiasi storia o pagina ne parliamo a lungo, cercando di lasciare la massima libertà all’altro senza costrizioni di sorta, cercando di evidenziare maggiormente la narrazione che storia richiede.
AB Lavoriamo separatamente e anche a distanza, da Roma a Teramo e viceversa, e non esiste neanche una linea ferroviaria che ci unisce. Ma la simbiosi è talmente forte che per me è come fossimo un’unica persona. è anche un po’ per questo che le ragazze nell’intimità mi chiamano Carmine
La Dottrina è, a dir poco, intrisa di immaginario futurista. Ve lo avranno già chiesto migliaia di volte: cosa ha a che fare il futurismo con la distopia alienante della vostra opera?
CDG Il futurismo rappresenta una corrente artistica che ha spezzato tutti i legami classici dell’arte fino a quel momento storico. Ma la cosa più importante, e che ci ha colpiti, è che sono stati i primi nazionalisti artistici guerrafondai. È geniale che abbiano adottato come loro simbolo rappresentativo il cocomero, la trasposizione perfetta del tricolore.
La scelta di questa corrente artistica per impostare e dare un’impronta al nostro lavoro, a mio avviso, è stata soprattutto dettata da due motivazioni: la prima è che furono i suoi rappresentanti a ideare la grafica propagandistica di Mussolini, con i suoi toni dittatoriali; la seconda, e più importante, è che questa corrente artistica non ha una caratteristica che la settorializza. Infatti, ogni artista dell’epoca apportava sperimentazioni e ricerche sul movimento, la luce, la spazialità, il suono, soprattutto come concetti e non come classiche iconografie.
AB Questa è responsabilità mia, sono un grande appassionato del Futurismo, dei suoi artisti e del loro tipo di approccio al mondo dell’arte. Quando scrivo qualcosa di personale parto dall’Italia e ho sempre pensato che fantascienza in italiano si dicesse futurismo. Dai una rimescolata a tutto e ottieni come fa un disegnatore di Teramo a maledire quel novembre 2000.
Voi due ci avete abituati ad una continua evoluzione del vostro stile. Sono passati due anni dal volume 2 e tre anni dal volume 1: a vostro avviso, quali innovazioni grafiche e narrative troveremo nel nuovo nell’albo appena uscito e in quello a venire?
CDG L’innovazione grafica della dottrina parte soprattutto dalla sceneggiatura di Alessandro (e lui saprà spiegarti meglio di me), ma quello che posso dirti è che dietro c’é un lavoro strutturale impressionante e delle volte difficilissimo da rappresentare, perché ha una costruzione talmente romanzata tanto che sarebbe bello pubblicarne soltanto la sceneggiatura.
Mentre per il disegno, la decisione presa è che ogni numero della dottrina ha una piccola e graduale differenza grafica tra i diversi capitoli. Questo porta anche a tempi di realizzazione po’ dilatati, per poter cercare il giusto compromesso e soprattutto per essere in sintonia con la storia di Alessandro.
AB La sperimentazione si spingerà ai limiti, non so se posso anticiparti… Te lo rivelo in esclusiva: ci siamo dati il cambio. Carmine ha scritto i testi e io ho fatto i disegni!
La Dottrina è colma di rimandi, letterari e non, anche molto sottili e “colti”. Se uniamo questo ad altri vostri lavori (ad esempio l’Oudeis di Carmine) viene fuori una necessità di valicare i confini del fumetto, nel senso classico del termine. Dove vorreste arrivare?
AB A pagare il mutuo ogni mese, ma so che ora mi dirai che ho sbagliato mestiere. Non potevi dirmelo dieci anni fa?
CDG Personalmente penso di non voler arrivare a nulla di così fantasmagorico. Il mio intento, e penso sia anche quello di Alessandro, è che vogliamo raccontare fumetti in una determinata maniera, con una ricerca che porti anche a delle riflessioni importanti, non dal punto di vista politico, ma sentimentale; una ricerca sulla descrizione dei sentimenti e delle passioni.
Non so se questa strada oggi possa essere compresa, ma di certo con Alessandro è una sfida che abbiamo intrapreso insieme, con la quale stiamo cercando un nostro modo di narrare, dove sia la suggestione a fare da padrone, e non il semplice disegno in sé o la veste grafica d’impatto.
Detto ciò, ci piace anche il fumetto classico e la sua struttura avvincente, e soprattutto ci divertiamo molto a creare anche dei fumetti divertenti e coinvolgenti, come abbiamo fatto con Maraviglia.
La pubblicazione de La Dottrina ha “subito” una scansione temporale piuttosto lunga ed anomala. Questa diluizione ha influito in qualche modo nell’accoglienza del pubblico?
CDG Questa è una domanda difficile a cui rispondere: senza dubbio in molti non ne sono contenti, ma penso anche che chi ha seguito la Dottrina attenda pazientemente la sua conclusione.
Questa cosa l’ho vissuta con la produzione provinciale di “Lovelorn Man”, un solo numero uscito nel 95, e a distanza di tempo ancora oggi ci sono lettori che vogliono ancora che ne esca uno nuovo. Un po’ come nel film “Il tormento e l’estasi”: “Quand’é che la finirai!” (Carmine cita il film di Carol Redd del 1965, con Charlton Heston che interpreta Michelangelo, alle prese con la cappella sistina… ndi)
Perché questo esempio? Perché penso che quando una storia resta impressa nell’immaginario del lettore, si crea una sorta di legame forte dal quale è difficile poi staccarsi, fino a quando la storia non verrà completata.
AB Conosciamo uno a uno tutti i dieci lettori della Dottrina. Quando è iniziata la pubblicazione, molti di loro lo leggevano sottobanco a scuola, ora lo leggono i loro figli. Queste sono le soddisfazioni più grandi del nostro mestiere.
Cosa è cambiato per le vostre carriere dall’uscita del primo volume?
CDG Dopo l’uscita del primo volume della Dottrina, devo dire che la nostra visibilità è aumentata grazie al fatto che la Dottrina viene pubblicata dalla Magic Press, e che per il lancio del suo primo numero c’é stata una grande campagna promozionale, inusuale per il mercato italiano, ideata e seguita da SaldaPress. Questo ci ha permesso anche di poter far conoscere anche altri nostri lavori precedenti a chi non ci conosceva.
AB Le fan mi riconoscono per strada. Una volta, una mi ha fermato dicendo che mi preferiva come attore di cinema, da quando sono passato alle fiction ha levato i miei poster dalla sua cameretta.
Perché mai coloro che non conoscono ancora La Dottrina dovrebbero recuperarne i volumi e leggere questa storia?
CDG Perché il mondo del fumetto è come un enorme quadro con mille colori perfettamente integrati tra essi: guardandolo una sola volta non potremmo mai apprezzare ogni sfumatura, ogni dettaglio di questo immenso dipinto. Quindi per conoscerlo meglio bisogna avvicinarsi, e ogni volta averne delle sorprese e sensazioni emotive diverse. Ecco il perché. La Dottrina è una di queste sfumature.
AB Per investimento. Come tutti i fumetti, se collezionati e ben conservati, fra una ventina di anni, gli albi che costano 8 euro, potrebbero arrivare a valerne almeno 10.
Dopo la ristampa in edicola di qualche mese fa, state tornando nelle fumetterie con Giulio Maraviglia: ci sarà un futuro per quest’ottima serie?
CDG Maraviglia rappresenta per me e Alessandro un punto di partenza e nel mio caso di ri-partenza importante, sia dal punto di vista professionale che emotivo.
Non sappiamo ancora come siano andate le vendite della ristampa da edicola e come andranno nel volume che uscirà presto in fumetteria, ma nel nostro cassetto sono pronte altre avventure che spero si possano presto far venire alla luce. E chissà se proprio con una serie da edicola. Vedremo.
AB Il significato della ristampa è di provare l’edicola. Solo tramite un buon riscontro in edicola Giulio Maraviglia avrà la possibilità di andare avanti. Altrimenti ci andremo noi a fare gli edicolanti.
Cosa vorreste che si racconti di voi e del vostro lavoro?
CDG Caspita che domanda…( piccola toccatine ai gioielli di famiglia). Sarei un ipocrita se non dicessi che mi piacerebbe che se ne parli bene, ma l’unica cosa che spero, e che si possa raccontare, e che siamo riusciti a realizzare ciò che abbiamo fatto e faremo, soltanto con il valore del nostro lavoro.
AB Io vorrei un bel epitaffio:“Qui giace Alessandro Bilotta, uno che ci ha provato facendocela a stento”.
Bibliografia
Le stabilianti vicende di Giulio Maraviglia, inventore – comparso originariamente in 3 albi per la Montego nel 2000/2001 è stato ristampato quest’anno per l’edicole da Free books. A breve dovrebbe arrivare anche un’edizione per libreria.
La Dottrina – 3 dei 4 albi previsti sono già usciti per Magic press/Gruppo saldatori 2003/2005
Oudeis – il primo dei due volumi previsti di questo fumetto scritto e disegnato da Di Giandomenico è uscito nel 2004 per Saldapress
Riferimenti
Intervista ad Andrea Ciccarelli del Gruppo Saldatori, responsabili della promozione
Recensione de La Dottrina volume 1
Magic Press, il sito: www.magicpress.it
Gruppo Saldatori, il sito: saldapress.grupposaldatori.com
Free Books, il sito: www.free-books.it/it