Paco Desiato si dedica fin da giovanissimo alla spray-art, nel 1998 è citato nel libro di storia dell’arte: “La Pittura Napoletana” (ed. Liguori) come uno dei rappresentanti più attivi della cultura underground partenopea.
Nel 2001 pubblica un’avventura intitolata Cecilia su “Kerosene” (ed. Mare Nero).
Nel 2003 vince il concorso per giovani autori “Black-Smoking” e pubblica la graphic Novel: “Papele Satanno: l’abito non fa il tossico” (ed. Le nuvole). Sempre nel 2003 pubblica SuperPak su “Sinestesie” ed Napoli Comicon. Nel 2006 riprende la serie di Omar Moss (che già aveva pubblicato on line nel 2000), con due volumi inediti per Lavieri Editrice: “Diario di un ladro” e “In trappola”.
Da Febbraio 2010 a Febbraio 2011 collabora con il quotidiano “Terra” per l’inserto a fumetti “3D la terza dimensione della cronaca”, come direttore artistico e alternandosi come sceneggiatore, storyboarder, disegnatore e colorista.
A settembre, con la storia “Il sindaco pescatore” vince il Premio Siani 2011.
Dal febbraio 2011 ad oggi collabora con la Disney/Pixar come colorista sulle graphic novel di Cars2, Toy Story, Monsters & Co., Hero’s Duty, Ralph Spaccatutto e Monsters University.
A Napoli presenti Mammacqua, un fumetto sull’acqua come bene comune con un sottotesto fortemente politico e anche “celebrativo” in un certo senso, tanto da meritare l’attenzione del sindaco De Magistris. Ci racconti come è nato e quanto sei sensibile all’argomento?
A maggio 2015 l’editore mi contattò per chiedermi se fossi interessato a scrivere una graphic novel sull’acqua pubblica, gli risposi che avrei accettato solo se si fosse accesa una scintilla nella mia testa. La tematica propostami mi coinvolgeva molto già nel 2011 in occasione del referendum sull’acqua pubblica e proprio un mese dopo la proposta da parte dell’editore, mi trovai quasi per caso a Piazza Municipio dove ascoltai un sorprendente e lucido intervento di Alex Zanotelli e fu allora che la scintilla scoccò. Il rischio di questo progetto era però quello di cadere nel didascalico e di annoiare il lettore cosa che già in passato dovevo affrontare quando lavorai per uno dei primi esperimenti di Graphic Journalism prodotto dal quotidiano Terra e dalla Scuola Italiana Comix dove mi alternavo come direttore artistico, sceneggiatore, disegnatore e colorista. Accettai l’incarico di quello che poi è diventato Mammacqua, a patto di poter essere libero di raccontare la reale storia dei comitati a modo mio. Devo dire che l’editore si è dimostrato fin dall’inizio molto aperto e ha dimostrato molta fiducia nel mio modo di lavorare nonostante la sinossi da me presentata con diversi soggetti sia storici sia inventati che attuali, fosse un pò complessa e forse azzardata. In Mammacqua ho avuto la possibilità di raccontare la storia dei movimenti politici risalenti a poco più di dieci anni fa unita al contesto storico della città di Napoli in un palcoscenico dove i personaggi si alternano tra presente, passato e immaginativo dove vediamo eroi che non hanno niente da invidiare agli eroi dei fumetti e della mitologia.
Napoli vista non come la città/macchietta da film da botteghino, ma Napoli vista dagli occhi di chi davvero la vive tutti i giorni con la necessità di combatterla spesse volte, trasformando le mancanze, le disattenzioni e l’odio in amore per la storia e la rinascita della propria città. E io che vivo in questa città mi sento orgoglioso di tante realtà eccellenti napoletane che con coraggio resistono con successo come ad esempio lo stesso Napoli Comicon.
Visto il tema di questo Napoli Comicon, che opinione hai della sempre crescente ibridazione del fumetto con altre forme di espressione artistica e comunicativa (cinema, TV, letteratura, teatro…)?
Penso sia un processo naturale. Tutte queste sono forme d’espressione artistica che scelgono soltanto un linguaggio a volte diverso, ma sono state sempre connesse tra loro e, a mio avviso, il fumetto racchiude in sè molti aspetti contemporaneamente: chi fa fumetti deve essere scrittore, regista, designer, stilista, architetto, scenografo, attore, cameraman quant’altro. Il fatto che alcuni spettacoli teatrali, cinematografici o serie televisive si ispirano al fumetto o viceversa evidenzia che il fumetto oramai è, a tutti gli effetti, un’arte e non morirà mai. Ritengo, non senza speranza, che tra svariati anni nelle scuole si studierà insieme ad altri testi di letteratura contemporanea anche qualche bella Graphic Novel.
Vedi Napoli e poi…?
Ti arricchisci. Senza dubbio. Basta girare nel centro antico e vedere i resti storici emersi, risalenti a 2000 anni fa, della preesistente città greca; basta guardare negli occhi un passante e leggere nel suo volto qualcosa di unico, che Fellini definiva “secrezione aurea” dovuta all’incrocio infinito di razze che ci riporta un viso carico di umanità, di storia, di saggezza e filosofia. Per Fellini Napoli era il negozio dove egli stesso veniva a prendere le sue facce, per i suoi film. E io sono pienamente d’accordo e aggiungo che è anche come una biblioteca, una delle più preziose di cui dobbiamo ritenerci fortunati perchè la possiamo ancora leggere nelle sue stratificazioni e in tutte le sue infinite bellezze partendo dal mare fino ad arrivare ad esempio in una singola colonna ellenica incastonata in una Chiesa paleocristiana. Vedi Napoli e poi ti arricchisci, dunque, ma senza abbandonarla, senza derubarla ma curandola e proteggendola in ogni suo tassello. Perchè Napoli ha infinite potenzialità che possono concretizzarsi solo con la cura di ognuno di noi che la vive.