Orfani: Sam – “Nemesi”, l’inizio della fine

Orfani: Sam – “Nemesi”, l’inizio della fine

Orfani verso la conclusione: il volume sceneggiato da Recchioni e Monteleone, con Di Giandomenico ai disegni, introduce il nuovo ciclo narrativo

Il primo albo di Orfani: Sam, intitolato Nemesi, approda questo mese in edicola con la seguente formazione: Carmine Di Giandomenico alla copertina e ai disegni, con colori di Alessia Pastorello. Soggetto e sceneggiatura toccano al tandem Roberto RecchioniMichele Monteleone.
Il volume rappresenta l’inizio della fine, ovvero il primo albo della sesta e ultima stagione della popolare serie bonelliana, che si protrarrà per altri undici numeri, per poi proseguire al ritmo di due speciali annuali.

Una storia che fa il punto dopo il salto temporale

Dopo la parentesi delle due miniserie, Orfani: Juric e Orfani: Terra – la prima incentrata sul passato di Jsana Juric e la seconda riguardante la situazione del pianeta Terra dopo l’esodo verso Nuovo Mondo – gli autori tornano a puntare riflettori e telecamere su quella che potremmo definire la saga principale della serie, ovvero su ciò che rimane del lignaggio dei primi Orfani qualche anno dopo le vicende di Orfani: Nuovo Mondo.

Ci troviamo dunque ancora alla colonia, che apprendiamo essere stata battezzata Itaca, dove diverse fazioni sembrano contendersi fette di potere: ai piani alti il governatore Garland, presentatoci come un viscido manipolatore, e il generale Petrov, duro uomo di guerra (accoppiata che richiama, per certi versi, il duo Juric – Nakamura della prima serie) sono impegnati in un gioco di potere il cui esito risulta incerto.
Tutto questo mentre nelle strade sembra essersi affermata una sorta di setta pseudo religiosa inneggiante alla “Madre Severa”, chiaro richiamo alla defunta presidentessa Juric, la quale pur nella sua assenza si riafferma come il personaggio più influente dell’intera serie.
La luna di Nuovo Mondo sarebbe invece ancora in mano ai terroristi capitanati da Caesar, compagno di Rosa nella terza stagione, il quale starebbe creando notevoli problemi alla colonia.

Per quanto riguarda invece la discendenza di Ringo, troviamo i giovani figli di Rosa e Jsana rintanati in una sinistra e decadente costruzione, costantemente protetti da quella Sam che dà il nome a questa sesta stagione: ex orfana, ex mastino servo del potere, ex amante ed ex nemesi di Ringo, ora invece custode attenta di Perseo e Andromeda, progenie del Pistolero stesso.

Il contributo esplosivo di Carmine Di Giandomenico e Alessia Pastorello

A partire dalla copertina, citazione allo Spiderman #1 di Todd Mc Farlane, il contributo di Carmine Di Giandomenico, poi in coppia con Alessia Pastorello, si dimostra non solo armonico e ben riuscito, ma addirittura esplosivo nell’impatto con il lettore: la tradizionale gabbia bonelliana va ripetutamente in pezzi nel corso delle pagine, talvolta in maniera consecutiva per decine di tavole, aprendosi poi in singole e doppie splash page prive di margini bianchi, a volte usate a loro volta come sfondo per altre vignette più piccole, ad esse sovrapposte.

Belli ed estremamente espressivi sono anche i volti, in particolare quelli di Perseo e Andromeda durante le scene dialogate, il che contribuisce a una buona caratterizzazione, non solo fisica, dei nuovi personaggi.
Il filtro usato da Alessia Pastorello è dominante blu per l’atmosfera tecnologica e futuristica di Itaca, con variazioni dal giallo, al verde, al violaceo per ambientazioni più specifiche, come nei bassifondi della città o per le scene notturne, e con nette e improvvise virate al rosso nelle scene violente, quasi tutte dominate dalla ferocia e dalla dinamicità di Sam, che grazie a Di Giandomenico diventa quasi un vento assassino, pronto a falciare decine di soldati in un tripudio di scie rosse e fiotti di sangue.

Apprezzabili anche le tavole panoramiche, disegnate e colorate trovando la giusta misura tra sintesi e dettaglio nel presentare al lettore Itaca, la prima città nata sulla colonia: tavole dai tratti puliti e colori netti, che sanno ben restituire l’idea delle “caotiche strade di quella città infinita e brulicante di umanità”.
Curioso, per finire, il bizzarro e vistoso design della “Gunbike”, guidata da Sam e i ragazzi: tentativo di sdrammatizzazione narrativa in fin dei conti ben riuscito, di cui il merito va in larga parte alla resa visiva del mezzo, più che all’idea in sé di una motocicletta volante a forma di revolver gigante, con possibilità di sparare frontalmente e tanto di rinculo con conseguente impennata al momento dello sparo.

Nuovi traguardi, qualche perplessità, vecchie speranze

Nel complesso, questo albo rappresenta, dal punto di vista grafico, uno dei punti più alti di Orfani, sebbene la serie non sia nuova a picchi qualitativi notevoli (per citare un albo su tutti, potremmo ricordare il n° 11 della prima stagione, con i disegni di Gigi Cavenago) e sicuramente ci abbia regalato, nel corso degli anni, alcune tra le migliori tavole di fumetto seriale viste in edicola nell’ultimo lustro.

Per quanto riguarda invece la sceneggiatura, nonostante questo sia di fatto un albo introduttivo, pensato più che altro per stupire con rocambolesche scene d’azione e contemporaneamente gettare le basi per il nuovo ciclo narrativo, emerge comunque in modo riconoscibile la mano e lo stile del suo creatore, Roberto Recchioni, che pare divertirsi a inserire parallelismi con situazioni narrative già proposte nelle stagioni precedenti, talvolta ribaltando le parti o sbilanciandone gli equilibri (ad esempio il già citato dualismo Garland – Petrov e Juric – Nakamura, ma il fatto stesso che “il corvo” Sam si trovi a fare da balia a dei ragazzini, proprio come era toccato a Ringo nella seconda stagione, è indicativo).

Risultano tuttavia un po’ stucchevoli e poco credibili alcuni dialoghi, in particolare quelli tra Garland e Petrov, in cui gli sceneggiatori sembrano lasciarsi sfuggire di mano l’uso di metafore e frasi ad effetto, creando così alcuni scambi concettualmente poveri che aggiungono poco alla psicologia dei personaggi, e che anzi tendono a banalizzarla dietro stereotipi (un esempio lampante è il botta e risposta di pagina 9, sulle formiche che sanno nuotare e i pesci che smettono, se bombardati).

Quello della psicologia dei personaggi è forse, in effetti, uno dei problemi della serie in generale, cui solo in certi casi gli autori sono riusciti efficacemente a porre rimedio, dando ad alcune figure un autentico spessore psicologico e una personalità credibile e non stereotipata (eccellente in questo senso la Juric della mini serie di Paola Barbato). Superficialità che si è talvolta riscontrata anche quando si è giocato con alcuni temi caldi (immigrazione, sessualità, terrorismo) che sono poi stati ridimensionati e ridotti a inerti cornici narrative; per fare un esempio: il “viaggio della speranza” di Rosa ha influito poi in maniera minima o nulla sulla sua psicologia e sullo sviluppo della sua vicenda, prevaricato da tematiche più scontate e “di pancia” come violenza e vendetta personale.

La speranza è che le buone premesse di questo primo numero, quali lotta per il potere tra le varie fazioni in gioco alla colonia, il bizzarro rapporto tra Sam e i due giovani eredi di Ringo, le mosse dei terroristi di Caesar o il ruolo dell’ancora misteriosa figura che chiude il volumetto, possano essere sviluppate al pieno delle possibilità, e che questa volta, sul gran finale, la serie più avanguardista di casa Bonelli abbia la forza e il coraggio di rompere gli ultimi tabù e andare fino in fondo alle sue potenzialità, anche se ciò significasse sacrificare un po’ di apparenza e scavare più in profondità nei personaggi e nella storia per dare loro quello spessore e quell’unicità di cui talvolta, in questi anni, si è sentita la mancanza.

Abbiamo parlato di:
Orfani: Sam #1 – Nemesi
Roberto Recchioni, Michele Monteleone, Carmine Di Giandomenico, Alessia Pastorello
Sergio Bonelli Editore, aprile 2017
98 pagine, brossurato, colori – 4,50€

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