Jsana Juric è cresciuta, si è appena laureata in Sociologia e manovra ormai lei stessa le sorti della Jelek, pur rimanendo formalmente nell’ombra del padre putativo Sàndor Kozma, ormai succube della sua creatura.
Paola Barbato continua nella sua opera di definizione di un personaggio dal passato disturbante e affascinante insieme, spingendo il lettore a immedesimarsi col biografo Emile Bogdan, vittima di una sindrome di attrazione-repulsione verso la stessa Juric.
L’impianto narrativo si regge su un’ottima gestione dei tempi e sulla costruzione di dialoghi convincenti, e delinea in maniera molto efficace i tratti della protagonista, grazie a un’indagine approfondita della sua psicologia. Il racconto è di una crudezza sorprendente, per nulla scontato, in equilibrio tra scene movimentate e violente e sequenze più introspettive.
Si tratta sicuramente della serie più riflessiva del ciclo di Orfani, ma è importante sottolineare come i punti chiave della storia siano rappresentati da scene molto dure, che con la loro potenza visiva ben bilanciano la lenta ma inesorabile escalation di una donna che ha sempre meno scrupoli nella sua personale ricerca del potere.
Nelle stagioni precedenti avevamo apprezzato la risolutezza, le capacità strategiche, la razionalità fredda e calcolatrice della Juric: sorprende che Paola Barbato, pur non avendo mai messo mano al personaggio, sia stata capace di interiorizzarne in questo modo le caratteristiche. Il racconto finora restituisce un personaggio credibile, tridimensionale e intrigante, contribuendo così a rafforzarne la centralità all’interno dell’universo di Orfani, e spinge il lettore a chiedersi da un lato chi potrà surrogarne l’importanza narrativa, dall’altro quanto ci sia di concreto nell’indizio al termine dell’albo che vorrebbe la Juric aver previsto la sua stessa uscita di scena.
Roberto De Angelis, coadiuvato da Riccardo La Bella alle matite, con le chine gestite invece da Maurizio Di Vincenzo, conferma gli alti standard ai disegni, ormai marchio di fabbrica della serie. Il passaggio dalla gestione del solo De Angelis alla lavorazione a sei mani risulta indolore, se si esclude la poca uniformità nella rappresentazione del volto della protagonista, i cui lineamenti sono ora più spigolosi, ora più dolci.
La scansione delle tavole è piuttosto classica, la resa delle anatomie è la caratteristica meglio riuscita del lavoro, che presenta anche una curiosità: la prospettiva di alcune vignette è costruita in modo da celare l’occhio sinistro della Juric, anticipandone visivamente la menomazione che poi diventerà il suo tratto caratteristico. Stefania Aquaro, Alessia Pastorello e Luca Saponti contribuiscono alla riuscita grafica dell’albo (ben presentato dalla copertina di Nicola Mari e Barbara Ciardo) utilizzando palette di colori sempre armoniche con le scene, con particolare riferimento alla lunga sequenza di pp. 56-83, dominata da calde tonalità di rosso.
Pur nella loro brevità, si segnalano anche le scene di prologo ed epilogo, opera di Roberto Recchioni e Andrea Accardi. I serrati scambi tra Bogdan, Garland e Petrov si contraddistinguono per il loro essere intriganti e per la curiosità che suscitano in vista dell’epilogo del prossimo numero.
A un solo passo dal termine della quarta stagione, possiamo già rilevare la duplice valenza di Orfani: Juric. Si tratta di un’opera che ha saputo sviscerare in maniera egregia il passato di uno dei personaggi cardine dell’immaginario, risultando quindi un tassello imprescindibile per ogni appassionato della serie.
Si qualifica anche per essere una tra le migliori produzioni sfornate di recente dalla Bonelli, che rinvigorisce l’universo di Orfani forse un po’ indebolito dalla narrazione troppo diluita di Nuovo Mondo, e risulta fruibile a sé stante da qualunque appassionato di fumetti, rappresentando un ottimo punto di approccio per chi volesse avvicinarsi alla serie.
Abbiamo parlato di:
Orfani: Juric #2 – Storia di una principessa
Roberto Recchioni, Paola Barbato, Andrea Accardi, Roberto De Angelis, Riccardo La Bella, Maurizio di Vincenzo
Sergio Bonelli Editore, novembre 2016
98 pagine, brossurato, colori – 4,50€
ISBN: 9772283302003