Jsana Juric: come le api con il miele

Jsana Juric: come le api con il miele

Giunta al suo quarto anno editoriale, la saga di Orfani scava nel passato di Jsana Juric e si segnala, attraverso un racconto duro e morboso, per un convincente inizio di stagione.

L'epopea di , testata a colori ideata da ed Emiliano Mammuccari, entra nel suo quarto anno editoriale. Orfani: Juric scava nel passato di uno dei personaggi più iconici della saga sci-fi, la sociologa di origini serbe Jsana Juric, ed è il primo di due brevi cicli narrativi, entrambi composti da tre numeri, concepiti per interrompere la continuity e traghettare il lettore dal finale di Nuovo Mondo all'inizio della sesta stagione.

Lontana da casa, rimasta sola e viva per miracolo, la piccola Jsana non è altro che una profuga quando viene accolta dall'ente umanitario noto come EMR, diventandone subito un simbolo e poi la figura di maggior spicco. Un'ascesa rapida e dai retroscena inquietanti, capitolo d'apertura di quella che lo stesso Émile Bogdan, biografo ufficiale della Juric, fatica a redigere: la genesi di una mente spietata, calcolatrice e dall'innata predisposizione al comando, disposta a tutto pur di soggiogare la volontà altrui.

Il fiore del male si distingue per un racconto duro, morboso, a tratti disturbante, non per nulla affidato alla “dylaniata” , sceneggiatrice della miniserie. Ancora una volta, seppur con interpreti diversi, sembra elevare il fumetto di genere a metafora del presente, a trait d'union tra fantasia e dati di realtà, tra l'immaginazione più fervida e una cronaca che, quotidianamente e nell'indifferenza generale, pullula di morte e tragedie annunciate. I viaggi della speranza, già al centro di Nuovo Mondo, tornano a costituire un importante leitmotiv, attirando l'attenzione non tanto sulla drammaticità dei flussi migratori, quanto sul doppiogiochismo e i giri d'affari che si dipanano dietro di essi. Una gigantesca zona d'ombra che può nascondere, e talvolta partorire, autentici mostri, le peggiori mutazioni dell'animo umano.

A tal proposito è Bogdan, in avvio di stesura, a chiedersi se sia possibile nascere malvagi, rimanere impermeabili alle convenzioni del bene. Se abbia senso, citando William Golding, rassegnarsi al fatto che l'uomo, una volta acquisite ragione e coscienza, tenda a generare il male con la stessa naturalezza con cui le api producono il miele. La risposta, atroce, viene delegata alle matite di , rivelatrici di un approccio meticoloso nella resa dei volti e del linguaggio corporeo. Coadiuvato dai colori di Andres Mossa, l'artista napoletano riempie lo sguardo della protagonista di una freddezza sprezzante e sadica, annullando qualsivoglia distanza tra la Jsana bambina e la despota Juric, Presidente del Governo Straordinario di Crisi.

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Recchioni, qui principalmente in veste di soggettista, firma prologo ed epilogo dell'albo, disegnati in bianco e nero da . Dodici tavole che puntano la lente d'ingrandimento sul lavoro di Bogdan, il quale, impegnato a districarsi tra una moltitudine di documenti top secret, diventa il tramite utile ad allacciare passato e presente della storia.

Orfani: Juric, lasciandosi alle spalle l'eccessiva e a tratti penalizzante dilatazione delle tre stagioni precedenti, si segnala per un esordio di notevole impatto, tale da innalzare in modo sensibile il tenore della serie.

Abbiamo parlato di:
Orfani: Juric #1 – Il fiore del male
Roberto Recchioni, Paola Barbato, Roberto De Angelis,
Editore, ottobre 2016
98 pagine, brossurato, colori – 4,50 €
ISBN: 977228330200360037

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