Orfani #7 – Bugie e Pallottole: i pro e i contro di essere “Orfani”

Orfani #7 – Bugie e Pallottole: i pro e i contro di essere “Orfani”

Con il settimo numero Roberto Recchioni, coadiuvato ai disegni da Alessandro Bignamini e Giorgio Santucci, imprime una decisa (e forse avventata) accelerata alle avventure degli Orfani, mettendoli davanti al vero nemico.

Bugie e Pallottole” è un numero “manifesto” per il progetto Orfani.
Vengono, infatti, alla luce tutti i lati positivi e negativi che la testata si porta appressoUpkPfA5XLjjn+upOftbCYLN4o0gRwc4QdUzRHhAJn9k=-- sin dal primo numero.

Se difficilmente si rimane delusi dal comparto artistico, nonostante una sensazione di omologazione allo stile di Emiliano Mammucari che i disegnatori della serie sembrano seguire e che risulta alle volte irritante, non si può dire sempre lo stesso della sceneggiatura e dei dialoghi.
Il presente narrativo, dove Ringo scopre la verità sull’attacco che ha devastato la terra facendo nascere di conseguenza gli “Orfani“, è affidato al sempre bravo Alessandro Bignamini, che aveva già disegnato il secondo numero della serie, mentre il passato, in cui i protagonisti vengono testati per la prima volta sul campo contro un gruppo di terroristi (o almeno così gli è fatto credere) è di competenza della new entry Giorgio Santucci. Il suo stile muscolare e dai neri grezzi ci regala una delle sequenze più riuscite della saga, dove una regia attenta della vignetta rende la violenza, la brutalità e la fisicità della situazione palpabile.

Ma è la differenza di spessore narrativo, che si nota in maggior modo nello sviluppo delle due diverse linee temporali, che affligge realmente la serie. Se nel passato Roberto Recchioni riesce a cogliere tutti i dubbi, l’immaturità e lo straniamento dei piccoli soldati davanti alle loro prime vittime, grazie a una sceneggiatura silenziosa, ma di grande efficacia, nella linea temporale presente si cade in soluzioni troppo scontate, come già successo in alcuni dei numeri precedenti. Il “one man show” di Ringo, che annienta da solo l’esercito delle controparti “deformi” degli Orfani quando nel numero precedente era riuscito a stento ad avere la meglio su uno di loro (Rey), risulta estremamente forzato.

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Parafrasando il filosofo tedesco Martin Heidegger che sosteneva che “La grandezza dell’uomo si misura in base a quel che cerca e all’insistenza con cui egli resta alla ricerca”, si potrebbe dire che “La grandezza di un eroe, si misura in base alla statura e alla ricerca dei suoi nemici”, facendo emergere così uno degli altri grandi difetti che affliggono la serie.
La poco minacciosa Professoressa Juric che, messa con le spalle al muro da un Pistolero infuriato, confessa le reali colpe della distruzione del pianeta, svelando così il più banale dei colpi di scena che si poteva pensare, è davvero un nemico di poco conto, che fatica a uscire da una caratterizzazione troppo monodimensionale.

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Derivano da questo scarso lavoro di approfondimento psicologico sui protagonisti e coprotagonisti, svolto finora, e dallo scarso carisma degli antagonisti, i veri punti deboli di questa testata. Tutti i protagonisti tendono a essere troppo “figure” e poco personaggi. È vero, in fondo, che gli “Orfani” sono dei Orfani 7_069 copia2bambini intrappolati in corpi d’adulto ma, visto quanto successo loro e le traversie che hanno vissuto, ci si aspetterebbe uno sviluppo maggiore delle loro relazioni e delle loro personalità, che aiuterebbe il lettore a una migliore immedesimazione e immersione nella storia.

In soli sette numeri abbiamo assistito una sequenza rutilante di eventi mai realmente approfonditi, che ci hanno portato, forse troppo presto, a scoprire la verità su quanto successo alla Terra.
Leggendo “Orfani” si può captare questa smania di correre, questo bisogno di arrivare al momento “combattimento” che alla fine lascia però poco al lettore, senza contare un tempo di lettura medio per albo di circa dieci minuti.

Rimane il forte dubbio che sarebbe stato meglio impostare la prima stagione sullo sviluppo delle personalità e delle peculiarità dei numerosi protagonisti, per poi terminare, o comunque raccontare con più calma, gli avvenimenti nella seconda. Storpiando il titolo di questo episodio potremmo dire che servono “più bugie e meno pallottole”.

Abbiamo parlato di:
Orfani #7 – Bugie e Pallottole
Roberto Recchioni, Giorgio Santucci, Alessandro Bignamimi
Sergio Bonelli Editore, 2014
98 pagine, brossurato, colore – € 4,50
ISBN: 9772283302003

 

4 Commenti

1 Commento

  1. UsuallyLurker

    6 Maggio 2014 a 16:25

    Condivido quanto detto nella tua recensione e aggiungo un mio parere: questa serie non decollerà mai, la meccanica stupidità con la quale i personaggi si sono mossi in questi sette albi è solo la punta dell’iceberg. Sono deluso, pensavo che questa serie potesse essere un punto di svolta per il fumetto italiano, certo non mi aspettavo “Saga” ma nemmeno questo noioso videogame, ripetitivo e ingenuo. Sono contento comunque che sulla rete ci sia qualcuno che faccia davvero il critico e cerchi di guardare con oggettività a questo sfacelo.

    • Michele Garofoli

      7 Maggio 2014 a 20:30

      Innanzitutto ti ringrazio per i complimenti. Per quanto riguarda “Orfani” posso dirti che è una serie che, per ora, funziona in maniera altalenante. In precedenti recensioni avevo espresso anche giudizi lusinghieri sulla testata Bonelli, cosa che non posso dire di questi ultimi numeri. Speriamo che Recchioni ci spiazzi e ci dia un finale di stagione che smentisca queste sensazioni.

  2. Fabrizio

    22 Maggio 2014 a 12:07

    Bravo! finalmente una recensione obiettiva, che mette alla luce, come giustamente hai osservato, i principali difetti di questa serie, che, da appassionato Bonelli di lunga data, e più in generale di fantascienza e fantasy, ho abbandonato già al terzo numero. E l’ho fatto proprio per la grande assenza di questa serie, ovvero la scarsissima personalizzazione dei protagonisti, ben diversamente da quanto accade in altre serie bonelliane (sto apprezzando moltissimo la serie fantasy Dragonero, ad esempio). Peccato che si fa un pò fatica a trovare recensioni come la tua, per tutto quanto stanno facendo per promuoverla; pensa che via fb ho il “mi piace” su altre testate bonelliane, e nonostante non l’abbia mai messo su “Orfani” continuano ad arrivarmi notizie nella sezione fumetti, con sempre e solo panegirici, appuntamenti vari, esaltazioni. Probabilmente si cerca di spingerla in tutti i modi. Un amico che come me è assiduo frequentatore di edicole e fumetterie, mi ha riferito proprio stamattina una chiaccherata con un venditore, che ha candidamente osservato come le vendite di questa testata siano in picchiata vertiginosa. Credo che l’aumento del prezzo di copertina degli albi bonelli questa volta sia più un modo di coprire le perdite derivanti da progetti che non stanno andando come avevano pensato. Oltretutto, dai miei 40anni di cui una 30ina con la passione della fantascienza a tutto tondo, ho trovato la serie scontata e prevedibile, per non parlare dei dialoghi pressochè assenti (continuano a dire che sia una cosa voluta per rendere l’immediatezza, mah), oltre a situazioni decisamente poco realistiche che ho trovato piuttosto ridicole. Piuttosto ho provato ad acquistare anche Lukas, genere urban-horror che, al momento, presenta invece parecchie chicche di stampo tipicamente bonelli, per ora, a partire dalla splendida caratterizzazione della città ove è ambientato.

    • Michele Garofoli

      23 Maggio 2014 a 11:09

      Intanto ti ringrazio per i complimenti. Sono riflessioni molto interessanti quelle che poni. Orfani è un prodotto nato e concepito e soprattutto proposto al lettore con aspettative mostruose, ed chiaro, quindi, che si pone nella difficile posizione di soddisfarle. E’ un opera che possiede comunque delle potenzialità che, per adesso, rimangono inespresse. Vedremo se chiusa la prima stagione Recchioni saprà dare più profondità alla sua creatura.

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