The Omega Men, terrorismo e supereroi

The Omega Men, terrorismo e supereroi

"The Omega Men": da Tom King, da una serie supereroistica classica a una deriva hard sci-fi canonica di grande forza e attualità.

omega menGli Omega Men sono uno dei tanti gruppi minori dell’universo supereroistico DC Comics. Nati nel 1981 grazie a Marv Wolfman e Joe Stanton, fanno parte di quella serie di gruppi supereroistici composti da alieni e operanti nello spazio, spesso nati su testate mainstream – in questo caso sulle pagine di Green Lantern – e che hanno tentato, magari a più riprese, la via della serie autonoma. Come per molti altri casi simili la serie autonoma regge per un po’ e chiude, ma i personaggi continuano a comparire qui e lì.

Già qualche anno pre-New52, l’eterogeneo gruppo di bizzarri rinnegati alieni aveva ricevuto un rilancio e restyling nella pregevole saga cosmica che aveva tentato un rinnovo degli eroi dello spazio DC al di fuori del pantheon Lanterna Verde.
Si tratta del dittico di miniserie Adam Strange e La Guerra Rann-Thanagar a cui segue una miniserie inedita in Italia dove tornano protagonisti.
Se in questa occasione i personaggi risultano accattivanti e interessanti, rientrano ancora in un ambito piuttosto canonico.

Non è così invece per quanto riguarda la rielaborazione messa in atto dallo sceneggiatore Tom King e dal disegnatore Barnaby Bagenda con i colori di Romulo Fajardo Jr., per la maxiserie di 12 episodi di The Omega Men.

La Lanterna Bianca Kyle Rainer interviene nel sistema Vega con lo scopo di mediatore. Il sistema, guidato dalla cittadella, è sconvolto da disordini intestini, soprattutto a causa del gruppo ribelle degli Omega Men, che hanno scatenato una serie di azioni terroristiche, l’ultima delle quali è proprio la cattura e l’uccisione in diretta dello stesso Kyle Rainer. In realtà si tratta del primo passo di un piano complesso che prevede la trasformazione della Lanterna Bianca in un nuovo membro del loro gruppo.

Il non convenzionale, in fondo, sembra essere proprio la chiave per tutta questa operazione. Sicuramente lavorare su un gruppo di eroi “minori” è ciò che ha permesso ai suoi autori di avere campo libero nella sperimentazione in diversi ambiti possibili a partire dalle copertine, decisamente fuori canone rispetto alle copertine supereroistiche, virando verso concept più vicini al design che non alle classiche e dirompenti illustrazioni a cui siamo abituati.

L’origine eterogenea dei protagonisti, ognuno un reietto per la cultura del proprio pianeta di appartenenza – pianeti facenti tutti parte del medesimo sistema, Vega – diventa l’occasione per imbastire una storia i cui meccanismi giocano tra la spy story e le narrazioni di complessi piani criminali, ma i cui temi portanti si orientano su terrorismo, religione, fede e guerra con paralleli di grandissima attualità. Non è un caso che l’ideatore, Tom King, sia un ex agente della CIA della sezione anti-terrorismo.

divergence-omega-men-1-kyle-rayner-spoilers-4Se l’evoluzione del mondo del supereroe ci ha portato a storie dove le questioni morali si sono fatte sempre più complesse, sfaccettandosi in ampie scale di grigio, con questa storia facciamo un ulteriore passo avanti, minando continuamente il concetto di giustizia, spesso il cuore stesso della narrativa degli eroi in calzamaglia.

Sono infatti le implicazioni filosofiche, seppure molto concrete e, come si è detto, molto attuali, l’elemento di maggiore forza e impatto di questa storia in cui ogni personaggio porta avanti con fermezza ragioni e un concetto di giustizia differenti.
Il lettore si trova spiazzato, con ragioni spesso in antitesi ma la cui validità non permette una scelta assoluta. Il tutto attraverso un lavoro di scrittura poco scontato, che non scivola mai nel retorico o nel moralistico ma che riesce a tenersi perfettamente in equilibrio tra temi, struttura narrativa e la cosmologia dell’universo in cui è inserita.

Non è un caso che la chiave di volta narrativa sia Kyle Rainer, ex Lanterna Verde e attuale Lanterna Bianca.
Lanterna Verde è la serie in cui i personaggi sono nati e il corpo delle Lanterne, veri e propri “poliziotti” dello spazio, non ha giurisdizione nel sistema di Vega. Il confronto con un’autorità esterna va ben al di là delle sole esigenze di marketing (l’utilizzo di un character noto come traino) o di cosmogonia dell’universo narrativo, ma diventa un’esigenza fondamentale dalla grandissima forza metaforica.
King si permette inoltre di lavorare su un approfondimento inedito di psicologia e motivazioni del personaggio di Rainer, che ce ne regala una sfaccettatura molto intrigante.

omega-men-001-2-2015-page-11La ripetizione è uno dei meccanismi narrativi della serie. Ripetizione di parole, di battute e di vignette. La struttura è piuttosto schematica, con una suddivisione della tavola in una gabbia spesso impostata su nove vignette, pochissime splash-page e poche variazioni, conferendo un ritmo molto particolare e un notevole peso alla percezione dello scorrere del tempo. È un meccanismo ipnotico, a tratti claustrofobico, per un fumetto dove la parola e il dialogo assumono un peso e si prendono uno spazio considerevoli.

La sorpresa è scoprire che questa scelta così rigida ha ragioni che vanno oltre le semplici motivazioni narrative, per un’opera che risulta completa e compiuta in tutti i suoi livelli di lettura.
Il racconto è disorientante, soprattutto nella sua prima parte, mettendoci direttamente nelle stesse condizioni di Kyle Rainer. Ci vorrà tempo perché il quadro inizi a delinearsi. Ma il susseguirsi di colpi di scena e cliffhanger da un episodio all’altro non permetterà mai a questo disorientamento di diventare un ostacolo o un meccanismo di allontanamento dalla storia.

Anche i disegni di Barnaby Bagenda risultano poco convenzionali e trovano i risultati più interessanti su fattezze aliene, veicoli e tecnologia. È uno stile plastico, non estremamente realistico, dai tratti morbidi nei corpi e più incisivi nei volti, che diventa un ottimo contraltare alla storia.
I colori di Romulo Fajardo Jr. sono pastelli vividi che sembrano realizzati direttamente sulle matite, come lo stile con cui Cary Nord ha rilanciato la serie a fumetti dedicata a Conan il Cimmero, con un effetto di grande impatto, quasi psichedelico.

Bagenda viene sostituito in due casi. In un episodio le matite passano a Toby Cypress, dal tratto più grezzo e cartoonesco. Il risultato è interessante ma lo stacco rispetto al disegnatore titolare risulta troppo netto. Nel secondo arco narrativo, il disegnatore sostituto è IG Guarda, il cui tratto si avvicina molto a quello di Bagenda, mantenendo una certa continuità visiva.

Ulteriore nota di non conformità rispetto ai normali standard mensili supereroistici è una certa dose di violenza esplicita, sia graficamente (c’è una quantità di sangue che supera le normali aspettative) che nelle situazioni e nelle azioni compiute dai personaggi della storia. Una caratteristica che resta comunque perfettamente adeguata e in linea con quello che viene raccontato, senza trovarsi mai ad essere gratuita o forzata.

The Omega Men è una maxiserie complessa ma non ostica, una sorpresa molto ricca per lettori di supereroi aperti ad espansioni non canoniche, ma anche per lettori di hard sci-fi e per qualunque lettore interessato a scoprire un fumetto non scontato, intrigante e di un certo impatto.

Abbiamo parlato di:
Omega Men
Tom King, Barnaby Bagenda, Romulo Fajardo Jr.
Traduzione di Stefano Formiconi
Panini Comics, 2021
304 pagine, cartonato, colori – 32,00 € cad.
ISBN: 9788828734932

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