Omaggio a Sergio Bonelli

Omaggio a Sergio Bonelli

2011-2021: decimo anniversario dalla scomparsa di Sergio Bonelli.
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Da sinistra: Lele Luzzati, Carlo Chendi, Sergio Bonelli, e Moebius(l’ultimo a destra). Dietro Carlo Chendi si intravede l’editore Rinaldo Traini.

Oggi ricorre il decimo anniversario dalla morte di Sergio Bonelli. 

Chi ama i fumetti, chi fa il fumetto di professione o solo chi i fumetti li legge, non può non riconoscere l’importanza che quest’uomo ha avuto nel fumetto italiano. 

Io ebbi la grande fortuna di intervistarlo un anno prima della sua scomparsa e devo dire che fu una delle ore più belle della mia vita, perché parlavamo di fumetti, di film e altro con una naturalezza disarmante. Ma fu un’altra la cosa che mi colpì, che differenziava Sergio Bonelli da qualsiasi altro autore che avevo conosciuto. 

Eravamo agli sgoccioli dell’intervista e una sua collaboratrice entrò per avvisarlo di un altro appuntamento. Lui quindi si alzò, mi salutò cordialmente e si diresse verso il suo ufficio, credo. Io spensi il registratore e uscì dalla stanza in cui ero, e ne approfittai per dare un’aocchiata a tutte quelle opere d’arte appese in redazione: sunday e daily pages della golden age, opere splendide di cui, con Sergio Bonelli avevamo parlato poc’anzi, durante la nostra intervista. 

Sergio Bonelli era già diretto verso il suo ufficio quando all’improvviso si voltò e vedendomi osservare le strip incorniciate, ritornò verso di me e mi dedicò altri 5 minuti del suo tempo, indicandomi gli autori di cui prima avevamo discusso. 

Ecco, forse quello che ho detto è poca cosa ma serve a far capire che quest’uomo non ha mai smesso di amare i fumetti, che la passione per la nona arte lo ha accompagnato fino a quel 26 settembre 2011.

Recentemente rileggevo, un’avventura di Zagor tra le sue più note, La marcia della disperazione: un capolavoro. E che dire di Odissea Americana, forse la più grande storia avventurosa del fumetto italiano. 

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Il duello finale tra Tex ed El Muerto, una delle storie del noto ranger più amate dai lettori.

Perché se tanti parlano sempre della grandezza di Sergio Bonelli come editore, forse bisognerebbe soffermarsi sulla sua carriera di sceneggiatore (ricordiamo per quei due o tre che ancora non lo sapessero che Sergio quando scriveva, usava lo pseudonimo di Guido Nolitta): ha creato due personaggi rivoluzionari come Zagor e Mister No e, secondo il mio modesto parere, ha superato anche il padre Gianluigi nello scrivere Tex. Sergio ha scritto alcune delle avventure più belle del ranger più famoso del mondo, a cominciare dalla storia più amata dai lettori (secondo un sondaggio degli anni 80), El Muerto, per poi continuare con un capolavoro assoluto come Il segno di Cruzado. E possiamo continuare con Sasquatch, La strage di Red Hill,… Tutte memorabili. 

E queste, insieme a tante altre, bastano, sempre secondo il mio parere a definire Sergio Bonelli il più grande sceneggiatore di fumetti italiano, capace di scrivere storie che riuscivano a fondere vari generi (avventura, storia, fantascienza, western, humor) con una naturalezza che ancora oggi stupisce. 

Durante la nostra intervista mi disse: Io scrivevo nei tempi morti, quando il mio lavoro di editore me lo permetteva…”.

Se nei tempi morti riuscì a scrivere storie così belle, figuriamoci cosa avrebbe potuto fare scrivendo a tempo pieno. 

Quando parlo di fumetti, mi rivolgo sempre ai giovanissimi, a quelli che hanno scoperto i fumetti da poco. Ecco, oggi gli consiglierei di procurarsi una qualsiasi avventura, che sia di Zagor, di Tex o di Mister No scritta da Sergio Bonelli e di leggerla, per capire la grandezza di quest’uomo. 

Io appena metterò il punto, andrò a rileggermi Odissea Americana, poi Il segno di Cruzado, e poi L’uomo della Guyana. Tre delle mie storie di Nolitta/Bonelli preferite. 

 

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Da sinistra, un giovane Moreno Burattini, oggi curatore e sceneggiatore principale di Zagor con Sergio Bonelli(al centro).

In ricordo di Sergio Bonelli

TEX 600 – Tex, Sergio Bonelli (e Guido Nolitta): fratelli di sangue e inchiostro

 

1 Commento

1 Commento

  1. David Padovani

    28 Settembre 2021 a 10:37

    Cerco di evitare, per stare lontano dal concetto italico di “conflitto di interesse”, di commentare pubblicamente i pezzi del sito, ma stavolta permettimi di farti i complimenti per questo tuo pezzo, Ned, che contiene riflessioni belle non banali su un personaggio che è stato (e continua a essere nella sua eredità) fondamentale per il fumetto italiano e occidentale.
    Consideralo anche un complimento cumulativo per tutti i pezzi che scrivi per Lo Spazio Bianco, sempre interessanti e mai scontati ;-)

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