“Non andate nel bosco”: Werther Dell’Edera tra orrore e realtà

“Non andate nel bosco”: Werther Dell’Edera tra orrore e realtà

Abbiamo intervistato Werther Dell'Edera per parlare di “Something Is Killing The Children” e dei suoi recenti lavori per Sergio Bonelli Editore.

In occasione della pubblicazione italiana di Something Is Killing The Children (nominata come Miglior nuova serie agli Eisner Awards 2020 e portata in Italia da Edizioni BD) abbiamo contattato Werther Dell’Edera per parlare del suo lavoro e delle sue scelte stilistiche, con un cenno al suo contributo a Daryl Zed (Sergio Bonelli Editore) e all’evento Dylan Dog/Batman di prossima pubblicazione (dopo il numero zero di prologo pubblicato nel 2019).

somethingCiao, Werther e ben ritrovato su Lo Spazio Bianco.
Partiamo da Something Is Killing The Children: come è nata la collaborazione con James Tynion IV?

Sono stato contattato dall’editor della serie Eric Harburn, dopo che aveva visto il lavoro da me fatto sul Corvo Memento Mori. È stati lui a propormi di lavorare su questa sceneggiatura di James e, dal canto mio, ho accettato subito perché tutte le opere di James che avevo letto fino a quel momento mi erano piaciute tantissimo!

Something Is Killing The Children è un horror cupo, moderno, d’atmosfera. Quali sono le difficoltà maggiori nel rendere su carta l’orrore?
Non saprei. Le mie difficoltà generalmente nei vari aspetti del disegno, però è un discorso abbastanza soggettivo. Secondo me, parlare di difficoltà di resa di un genere è invece un argomento troppo vago. Magari qualche volta può capitare che ci sia una vignetta che non viene proprio fuori ma non penso sia una difficoltà legata al genere. Comunque, in linea di massima, se mi diverto difficilmente mi trovo in difficoltà.

Leggendo la storia si avverte in qualche modo l’influenza dei manga, sia in termini narrativi che visivi. Hai avuto delle ispirazioni in particolare? Ci sono opere che avevate in mente durante l’ideazione di questa serie? 

No, nulla di particolare. Nella creazione di un mondo narrativo, per me vale tutto. Ci sono pochi punti di riferimento e uno di questi è stato Sasuke del Maestro Shirato: è stata la mia fonte di ispirazione per il personaggio di Erica.

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Studio di Werther Dell’Edera per il personaggio di Erica e il suo equipaggiamento.

Visto il tema di SIKTC, che si evince sin dal titolo, quanto è stato difficile affrontare un argomento così sensibile, anche se derivato in chiave fantastica, e quali accortezze da disegnatore hai avuto nel farlo?
Nessuna accortezza. Io mi spingo fin dove si spinge lo sceneggiatore. Tanto più lui vuole essere esplicito, tanto più lo sarò io nel disegno. Immagino che questo finisca in qualche modo con l’influenzarci a vicenda, perché quello che lui scrive sicuramente lo visualizza in un modo che comunque sarà diverso da quello che disegnerò io.

L’horror è un genere che ti appassiona?
No, non particolarmente.

In questa storia risulta molto importante sia lo storytelling che la gestione del ritmo. Quanta libertà hai avuto in tal senso dalla sceneggiatura di James Tynion IV?
È difficile dirlo. Anche quando ho totale libertà sull’interpretazione dello script, in realtà tendo a essere comunque molto fedele a quello che lo sceneggiatore chiede. Quindi ritengo che si sia semplicemente creata un’ottima sinergia. 

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Studio di Werther Dell’Edera per il personaggio di Erica e la sua bandana.

Tynion IV ti ha attribuito l’intero merito della creazione grafica dell’eroina protagonista: quali sono stati gli elementi di base che lo sceneggiatore ti ha fornito e come sei arrivato alle caratteristiche definitive del personaggio, come per esempio gli occhi grandi perennemente bordati di nero, lo zainetto, il foulard, etc…
Di base James mi ha chiesto una ragazza atletica, bionda, che avesse magari gli occhi cerchiati di nero (occhiaie oppure trucco) e un abbigliamento sportivo. Agli occhi grandi e al taglio di capelli ci sono arrivato abbastanza naturalmente perché avevo in mente, come dicevo prima, Sasuke. Poi piano piano ho iniziato a costruire il personaggio sulla base del mio gusto personale e sul fatto che comunque il suo abbigliamento dovesse essere il più smooth possibile. Ma, essendo una eroina, doveva anche avere un “costume”, un qualcosa che però fosse poco invasivo e facile da mettere ed ecco qui la bandana coi denti, un po’ Grifter, un po’ Tokyo Ghoul.

Tynion IV afferma che uno degli elementi che stanno decretando il successo di SIKTC sia proprio la presenza di una protagonista che definisce la serie, un'(anti)eroina subito riconoscibile per i lettori, un elemento che è mancato negli ultimi anni nel fumetto statunitense, reo di aver creato pochi nuovi eroi con cui empatizzare. Che cosa ne pensi?
Che sicuramente Erica Slaughter è un gran personaggio! La adoro e adoro disegnarla. Quindi forse sì, ha ragione.

La serie è stata accolta in maniera particolarmente favorevole negli States: non solo è stata presto “promossa” da miniserie a serie ongoing ma di recente ha ricevuto la nomination agli Eisner Awards 2020 come Miglior nuova serie. Ti aspettavi questo riscontro di pubblico?
No, non me lo aspettavo. Ed è stata una sorpresa bellissima!

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Studio di Werther Dell’Edera.

Impossibile non citare il tuo coinvolgimento nel progetto Dylan Dog/Batman, la cui miniserie è prevista nei prossimi mesi dopo “l’antipasto” del numero zero. Cosa puoi dirci a riguardo?
Praticamente niente, sono legato al silenzio da vincoli contrattuali.

Riguardo la suddivisione del lavoro con Gigi Cavenago, dai credits del numero zero si evince che tu ti occupi di matite e layout e lui di rifiniture e colorazione: quanto è complesso realizzare tavole in tandem?
Per me è facilissimo, tanto il lavoro sporco lo fa Gigi! 

In questi mesi sono stati pubblicati anche due episodi di Daryl Zed disegnati da te. È una serie dalla veste grafica interessante, resa retrò anche e soprattutto dai colori di Sergio Algozzino. Quali sono le atmosfere che hai voluto richiamare in queste tavole?
Quando ho iniziato a disegnarlo stavo lavorando sul segno. Non ci sono atmosfere particolari che ho voluto richiamare, se non quelle richieste da Tito (Faraci), lo sceneggiatore di questa miniserie.

Il personaggio di Daryl Zed nasceva originariamente come gioco metaletterario di Tiziano Sclavi in Caccia alle streghe, dove l’autore di Dylan Dog prendeva posizione sul tema della censura e della rappresentazione della violenza nei prodotti d’intrattenimento. Lavorando spesso su fumetti anche splatter credi ci sia ancora da tener conto di polemiche di questo tipo, sulla presunta “istigazione a delinquere” da parte di opere di fiction?
Ritengo che chi si scaglia su qualcosa additandola come origine di tutti i mali, in linea di massima o sta mentendo o si sta scaricando la coscienza da quelle che sono le proprie responsabilità. Partendo da questo presupposto, di polemiche in giro se ne trovano e se ne fanno a bizzeffe e tutte hanno il valore che hanno nella misura in cui sono più intese per creare consenso o dissenso che per creare dialogo.

Hai delle opere nel cassetto?
Sì un paio…

Ringraziamo Werther per la sua disponibilità.

Intervista realizzata via mail nel mese di luglio 2020

WERTHER DELL’EDERA

dellederaNato a Bari nel 1975, dopo il diploma al liceo classico si trasferisce a Roma dove frequenta la Scuola Romana dei Fumetti. Esordisce come disegnatore nel 2003 realizzando la miniserie Road’s End, edita dalla Magic Press, alla quale segue la collaborazione con Eura Editoriale alle serie Detective Dante e John Doe. Inizia poi a collaborare con editori statunitensi per i quali realizza inizialmente la serie western Loveless scritta da Brian Azzarello e pubblicata dalla DC Vertigo; seguono, sempre della Vertigo, collaborazioni alle serie House of Mystery, Greek Street e quelle sul personaggio di John Constantine; lavora anche con la Marvel Comics su vari progetti, oltre a realizzare la graphic novel Spider-Man: Family Business. In Italia avvia una collaborazione con la Sergio Bonelli Editore alle serie Orfani, Le Storie e Dylan Dog. Su testi di Tiziano Sclavi realizza nel 2019 il romanzo a fumetti Le voci dell’acqua edito in Italia da Feltrinelli Comics. Su testi di Roberto Recchioni, ha illustrato la miniserie Il Corvo Memento Mori, pubblicata in Italia da Edizioni BD. Ha inoltre illustrato i romanzi di Alessandro Piperno Persecuzione e Inseparabili (Premio Strega 2012). Attualmente, oltre ad aver lavorato a due numeri di Daryl Zed (Sergio Bonelli Editore), prosegue il lavoro su Something Is Killing The Children (pubblicata negli States da BOOM! Studios e in Italia da Edizioni BD) su testi di James Tynion IV, e su Dylan Dog/Batman insieme a Gigi Cavenago, su testi di Recchioni.

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