Quando ci si trova immersi nel buio, la prima cosa che si fa è cercare una fonte di luce. Riducendola ai minimi termini, si può riassumere così l’idea alla base di Nocterra, serie sceneggiata da Scott Snyder, disegnata da Tony S. Daniel e colorata da Tomeu Morey. Edito negli Stati Uniti da Image Comics, per la collana Best Jackett Press dello stesso Snyder, il fumetto è stato portato in Italia direttamente in volume da saldaPress.
Proprio questo primo cartonato, Notte fonda, conferma l’impressione che nel fumettista di New York coesistano due anime: una tamarra, caciarona, che si è resa evidente soprattutto nelle sue opere più recenti targate DC Comics come Dark Nights: Death Metal e Batman: l’ultimo cavaliere sulla Terra; l’altra, colta e raffinata, che emerge soprattutto nei prodotti creator-owned come The Wake e lo stesso Nocterra. Per quanto riguarda la prima, è sufficiente accennare alle creature infette che popolano le pagine e agli atteggiamenti badass dei personaggi. Nella seconda direzione, invece, si muovono sia i riferimenti alla cultura classica quali le differenze caratteriali tra gli imperatori romani Augusto e Tiberio e i richiami a Eos, l’aurora, e a Nox, la notte, sia le metafore usate per spiegare i sintomi della cataratta o, ancora, la guida di un camion nel buio totale.
A questi aspetti si aggiunge anche la presenza di concetti pseudoscientifici che l’autore dissemina nei balloon, come al suo solito. In tal senso viene in mente proprio il succitato The Wake (disegnato da Sean Gordon Murphy) che, diviso in due volumi, prevedeva una prima parte ottimamente congegnata e una risoluzione inaspettatamente deludente. A parità di ambizione, evidente già dall’incipit dell’avventura nelle tenebre della protagonista Val, l’auspicio è che lo sviluppo sia diverso e migliore, magari godendo di un respiro più ampio di quello concesso alla miniserie dell’etichetta Vertigo.
Se i contenuti già nei primi sei capitoli non mancano, la forma con la quale Snyder sceglie di proporli è interessante e coinvolgente. Val racconta la sua storia in prima persona attraverso le didascalie, dando vita a un vero e proprio dialogo con un interlocutore, che potrebbe essere il lettore, incalzandolo con delle domande e, talvolta, mettendone alla prova l’ottimismo con il proprio cinismo. La narratrice è quindi interna alla vicenda e offre il suo punto di vista su tutto ciò che ha vissuto e comunica. Partendo da questo presupposto, tra gli elementi degni di nota c’è la ripetizione ossessiva di una domanda da parte della ragazza: “Dov’eri quel mattino? Il mattino in cui calò il Grande Buio”. Lei fa coincidere l’inizio del Grande Buio con diversi momenti e non solo con l’oscuramento improvviso del Sole visto in tutto il mondo, pertanto il criterio di categorizzazione diventa estremamente soggettivo e continuamente discutibile. Mentre tutti sulla Terra, come da topos del genere post-apocalittico, contano gli anni a partire dall’evento traumatico, invece l’eroina finisce per scandire l’esistenza di chiunque sulla base del luogo, del “dove” più che del “quando”.
Continuando a battere su questo tasto, Snyder costruisce due piani di passato. Val racconta sempre al passato remoto, ma a esso si aggiunge, non grammaticalmente ma concettualmente, un trapassato. Il primo livello di passato della protagonista per il lettore consiste nel presente narrativo, poiché il pubblico, che assiste in diretta al compimento della missione, non sa quali siano gli hic et nunc del personaggio, mentre il secondo livello di passato coincide con la sua infanzia in orfanotrofio quando era bambina. Nel continuo intreccio e nei parallelismi tra le due linee temporali sta uno dei giochi diegetici più stimolanti.
Infine, tra gli spunti offerti dalla sceneggiatura c’è un accenno a un linguaggio particolare parlato dalle creature simil-zombi che minacciano l’umanità sopravvissuta al Grande Buio. L’atteggiamento di chi non è stato infettato dal virus, almeno di chi ha le competenze per occuparsene, è simile a quello degli studiosi interpretati da Amy Adams e Jeremy Renner nel film Arrival di Denis Villeneuve.
Per quanto riguarda la messa in scena di questo fumetto, è corretto applaudire il bel lavoro di Daniel, che non solo eguaglia ma anche supera la qualità artistica raggiunta in Batman RIP e successivamente smarrita. Il tratto è di nuovo sicuro, potente ma controllato, attento all’espressività dei personaggi e alla credibilità delle proporzioni. Che fosse voluta oppure no, la deriva quasi caricaturale del disegnatore, presa subito dopo il congedo dalla gestione batmaniana di Grant Morrison, cede il posto alla capacità di passare con naturalezza da primi piani molto seri a ghigni grotteschi, da raffigurazioni realistiche ad altre marcatamente Anni Novanta (non per niente Nocterra è un’opera Image e Daniel si è affermato proprio nella casa editrice all’epoca dissidente e rivoluzionaria), con individui che volano piuttosto che saltare, corpi che esplodono in poltiglia purulenta e camion che sbandano a velocità incredibile.
In una narrazione in cui l’azione è deflagrante ma intervallata da lunghe pause dialogiche, è importante mantenere sempre viva l’attenzione del lettore e l’artista è bravo a variare la gabbia, impostando tavole con tante vignette e altre di più ampio respiro fino a culminare nelle splash-page, anche doppie.
Tomeu Morey, dal canto suo, è protagonista con le tinte scure, che danno materialità alla Terra senza Sole, ma riesce anche a gestire con successo i pochi punti di luce a disposizione, per illuminare e dare profondità al viso e al fisico di ogni personaggio.
Sapendo che Netflix ha già annunciato che di Nocterra sarà reso disponibile un adattamento televisivo, ci si permette il divertissement di chiudere con un accenno di fantatelevisione: sarebbe curioso vedere il progetto affidato a un altro Snyder, Zack Snyder, che proprio su Netflix sta ripartendo dopo i controversi progetti firmati Warner Bros. e che si è già cimentato, anche di recente, con storie di sopravvivenza complicate dall’esistenza di esseri bizzarri e crudeli.
Abbiamo parlato di:
Nocterra volume uno: notte fonda
Scott Snyder, Tony S. Daniel, Tomeu Morey
Traduzione di Stefano Menchetti
saldaPress, 2022
168 pagine, cartonato, colori – 19,90 €
ISBN: 9791254610121