Le visioni d’amore, morte, rinascita.
L’abisso della droga, dell’irrequietezza. Un rifugio nascosto.
L’inchiostro “corrotto” che sporca voracemente infiniti fogli sparsi sul pavimento. Il ticchettio costante della macchina da scrivere.
Un universo pervaso di musica ed esplosività creativa.
Queste le sensazioni che Nick Cave: mercy on me cerca di restituire ai lettori e ai fan di Nick Cave.
Dopo il successo di Cash: I see a darkness e Castro, Reinhard Kleist dà alle stampe una nuova storia nella quale leggenda e realtà si confondono costantemente. Ancor prima di venir etichettata come un’opera biografica, possiamo considerare Mercy on me come la storia di un’intera generazione e di un linguaggio culturale che hanno segnato in maniera decisiva il panorama internazionale, fino ai giorni nostri.
Un approccio per molti versi diverso rispetto a quanto realizzato dall’autore nelle sue opere precedenti, svoltosi fondendo le informazioni tratte da fonti ufficiali, come dischi e romanzi, al dialogo con Nick Cave in persona. Un modus operandi che gli ha consentito di catalogare, organizzare e infine raccontare una vita “maledetta” come quella dell’artista australiano, nonostante le difficoltà nel rappresentare la sua travolgente energia.
Il metodo di Kleist è lo snodo fondamentale dell’opera, la sua matrice primaria. Per ammissione dello stesso autore, infatti,
raccontare la biografia di Nick Cave semplicemente dalla A alla Z non avrebbe permesso di mostrare appieno la sua arte.
Così, sono gli stessi protagonisti dei suoi testi a parlare in prima persona nel libro, in una dinamica narrativa dove tempo concreto e fasi artistiche si confondono delineando più la figura di un demiurgo che di un semplice artista. Un dialogo ovviamente astratto, che coinvolge tanto il lettore quanto Cave stesso, che viene raccontato dai personaggi ai quali lui stesso ha dato vita.
Ognuno dei cinque capitoli del volume, intitolati come alcuni dei componimenti simbolo della carriera del cantante (The Hammer Song e The Mercy Seat tra questi) rappresenta un tassello significativo del mosaico generale: la giovinezza australiana trascorsa a Warracknabeal e l’incontro con Mick Harvey, suo amico storico; il trasferimento a Londra e le esibizioni selvagge, lontano dalla sua musa di allora, Anita Lane; l’oscuro periodo berlinese, caratterizzato dall’abuso di droghe e da un travolgente impeto creativo, culminato nell’ideazione del suo primo romanzo E l’asina vide l’angelo; la disintossicazione e la paura di aver perso il “controllo sulle parole”; la rinascita e l’accettazione.
Fra queste fasi vi è un minimo comune denominatore: la volontà di creare e di reinventarsi.
L’evoluzione stilistica e umana di Nick Cave appare distante dalle leggi ordinarie, se non contraria o quantomeno indifferente ad esse. La sua crescita passa per la metaforica uccisione dei personaggi che animano i mondi generati dalla sua arte, in una specie di rito che si ripete anno dopo anno, fase artistica dopo fase artistica, quasi meccanicamente. È il modo che Nick Cave conosce per andare avanti, verso l’immortalità, in un ciclo di morte e resurrezione che il fumetto mostra efficacemente.
Si tratta di una visione toccante e macabra allo stesso tempo, un connubio che caratterizza lo stile narrativo di Kleist ed è particolarmente osservabile nei dialoghi dal fascino magnetico della biografia. Nulla è lasciato al caso, infatti: ogni dettaglio, ogni parola rappresenta il personaggio di Nick Cave, così come tutti coloro che con lui entrano in contatto: a cavallo tra vita e arte, passando per la psicologia e la religione, la lente del fumettista di Colonia scruta instancabilmente, seppur in modo discreto, nello scorrere della sua storia.
Per quanto concerne la componente artistica, Kleist dimostra ancora una volta di possedere uno stile votato alla valorizzazione del particolare. Il volto di Nick Cave possiede lineamenti marcati, fortemente caratterizzanti, che risaltano con maggior veemenza quando il cantante esprime i propri sentimenti: una ruga a increspare il viso in segno di disaccordo, la bocca deformata nell’urlo sul palco, così come un’occhiata sfuggente, curiosa; analogamente, la sua figura longilinea, contorta e dinamica contribuisce all’atmosfera alterata e visionaria che aleggia intorno al personaggio.
La medesima attenzione è stata posta inoltre nei confronti delle ambientazioni, sia interne che esterne, volte a ricreare lo spirito che il musicista respirava al loro interno: il paradosso dell’immensità dei palazzi di Berlino costretti all’interno del Muro e la fervida eccitazione dei suoi locali, così come Londra animata dalle code chilometriche di astanti in attesa di un concerto sono esempi del significato che assumono i luoghi della vita di Cave.
Tutto ciò ben si sposa con la scelta del bianco e nero, minimale nella sua essenza ma altrettanto puro e diretto. Giochi di luce e ombre racchiudono le sequenze della biografia, mentre dal loro contrasto emergono figure ora angeliche ora mostruose, come riflesse direttamente dalla mente del protagonista. A prevalere è la dualità, tratti morbidi che si increspano a distanza di istanti, diventando sporchi e imprevedibili, contribuendo a una rappresentazione visionaria ed evocativa.
Nick Cave: mercy on me riesce quindi a raccontare la sublimazione dell’arte e della vita dell’artista australiano seguendo binari raramente percorsi da altri biografi e scrittori. L’originalità narrativa e l’accuratezza grafica fanno da sfondo ad una storia che, sebbene romanzata in alcune parti, ha il merito di dare nuova linfa ad un’icona della musica contemporanea, di mostrarne lati nascosti e di renderla avulsa dal tempo.
Reinhard Kleist non solo si conferma una delle personalità fumettistiche più influenti in Occidente, ma compie un ulteriore passo in avanti arricchendo ulteriormente il suo stile tra continuità e nuovi metodi di approccio alla biografia a fumetti.
Quest’ultima opera può essere considerata un must have sia per i lettori abituali di Kleist sia per chi è sempre stato a contatto con la musica di Nick Cave, capace però di offrire motivi di interesse anche per coloro che non conoscono ancora i lavori dei due artisti.
Abbiamo parlato di:
Nick Cave: mercy on me
Reinhard Kleist
Traduzione di A. Patrucco Becchi
Bao Publishing, 2017
328 pagine, brossurato, bianco e nero – 21,00 €
ISBN: 9788865439197