Il mar Mediterraneo ha finito tutte le sue lacrime. Costretto ad assistere a tante morti nelle sue acque si è ritirato, trasformandosi in una distesa arida, un enorme avvallamento brullo e desolato costellato di imbarcazioni naufragate, resti scheletrici dei pesci che una volta vi brulicavano, resti di chi voleva attraversarlo per sfuggire all’orrore della sua vita e non ce l’ha fatta. E giubbotti di salvataggio arancione vivo, a migliaia.
Mentre le navi da crociera lo attraversano su enormi rotaie sospese e i paesi “civilizzati” approfittano per costruire ancora più muri sui confini per cacciare indietro i poveri e i perseguitati, una ragazzina affronta l’impresa apparentemente disperata di attraversare a piedi l’enorme vuoto rimasto del Mediterraneo.
Sergio Nazzaro, giornalista d’inchiesta che ha scritto articoli e libri sulla criminalità organizzata italiana e le mafie africane, affronta con questa allegoria diretta ed efficace l’atteggiamento dei paesi che vivono “a nord” del Mediterraneo nei confronti dei migranti africani, denunciandone la mancanza di umanità in primis, oltre che di programmazione e di senso di responsabilità (e di colpa), nella gestione di un’emergenza umana che miete vittime in continuazione.
Questa immagine, già forte e connotante di suo, viene rafforzata dalla scelta di optare per un fumetto completamente muto, senza parole, nuvolette o rumori. Così tutto appare ovattato, come sul fondo del mare volendo – o come dopo esser stati assordati da una esplosione, come accade alla protagonista nelle prime pagine – e tutto appare come sospeso, in attesa di un qualcosa che possa fungere da redenzione magari, che sollevi il lettore da un senso di colpa opprimente e dalla certezza che quanto compiuto non si ritorcerà contro, un giorno.
A dar concretezza a questi spunti le matite e i colori di Luca Ferrara, già disegnatore per altri fumetti di graphic journalism, di inchiesta e biografici. Uno stile fortemente orientato al realistico, con un segno netto e deciso che non nasconde la morte e l’orrore e che sa dare importanza al paesaggio irreale di un mar Mediterraneo prosciugato, arido, fatto di gole e montagne, di scheletri di pesci, di barche abbandonate e, soprattutto, di cadaveri, di corpi di persone morte nel tentativo di salvarsi la vita.
Ferrara riesce mediamente a sopperire in modo adeguato alla mancanza di parole, lasciando solo alle parti più concitate una certa mancanza di chiarezza – volendo, giustificata dagli eventi, come nella scena iniziale con l’esplosione di una granata e l’inizio di una guerriglia urbana. I colori pastellati e non uniformi donano fisicità alle figure e creano un effetto in un certo qual modo delicato, smussando la durezza dei temi trattati e delle ingiustizie riportate.
A differenza del recente Salvezza, nel quale Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso hanno riportato la loro esperienza diretta sulla nave di soccorso Acquarius, Mediterraneo è sì un’opera di denuncia al pari, ma non certo di cronaca; sfrutta piuttosto la potenza del fumetto nel narrare per allegoria, per riuscire con semplicità e attraverso un immaginario fantastico a raccontare il reale. Due opere quindi che attraverso un diverso approccio riescono con altrettanta efficace a mostrare l’insensatezza di politiche disumane incapaci di porre la vita sopra ogni altra considerazione.
Abbiamo parlato di:
Mediterraneo
Sergio Nazzaro, Luca Ferrara
Round Robin Editrice, 2018
108 pagine, cartonato, colori – 20,00 €
ISBN: 9788898715787