Uno dei punti di forza di Nathan Never, fin dal suo esordio, fu la poliedricità di gusti letterari (e fumettistici) con i quali ognuno dei tre creatori intarsiò le storie del personaggio. Gli ultimi cinque numeri della serie ci hanno ricordato proprio questo fatto: dall'amore per il cyberpunk e la scienza di Bepi Vigna nel #300 siamo passati al trittico di storie di pura fantascienza che hanno segnato il congedo di Antonio Serra dalla sua creatura per arrivare al racconto hard-boiled di Michele Medda del #304.
Leggere Dove muoiono le stelle è come leggere un romanzo del miglior Ed McBain o Dashiell Hammett, con un Nathan calato completamente nella parte del piedipiatti solo e depresso ingaggiato da una cliente al cui fascino non si può essere insensibili.
Tutta la narrazione è scandita da didascalie che racchiudono i pensieri e le riflessioni dell'agente Alfa e accompagnano i personaggi nello svolgersi della vicenda. Didascalie preponderanti sui dialoghi, efficaci nell'inquadrare la vena noir della storia, ma a tratti eccessivamente verbose e ridondanti.
Di contro, Medda conferma la sua capacità di analisi sulla realtà che ci circonda e i suoi fenomeni sociali, inserendo quale fulcro dell'azione una riflessione sul significato dell'essere e dell'apparire nella nostra era digitale.
Le matite di Germano Bonazzi, impreziosite eccezionalmente dal colore, diventano immagini che fanno da contrappunto al flusso di pensieri di Nathan, sorta di illustrazioni suddivise in vignette che accompagnano il racconto.
Abbiamo parlato di:
Nathan Never #304 – Dove muoiono le stelle
Michele Medda, Germano Bonazzi
Sergio Bonelli Editore, settembre 2016
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,20 €
ISSN: 977112157300160304