NapoliTopor (Add Editore) è un’opera chimerica, come chimerica è la figura di Roland Topor (rappresentata anche in copertina), artista francese dalle mille facce e dai mille interessi, illustratore, scrittore (il suo libro più famoso, L’inquilino del terzo piano, venne tradotto in film da Roman Polanski nel 1976), animatore (tra gli autori del cult Il pianeta selvaggio), scenografo per il teatro e attore (in Nosferatu di Werner Herzog e in Ratataplan di Maurizio Nichetti). Il fumetto di Tonino e Fulvio Risuleo, padre e figlio, è un tenero viaggio nel rapporto padre-figlio che vive attraverso il disegno, è un viaggio artistico alla ricerca dell’esperienza in Italia di Topor, tra realtà e bugie (bugie alla base del racconto stesso), è un viaggio spirituale alla scoperta di una città affascinante e piena di segreti come Napoli. Abbiamo parlato di quest’opera peculiare e del peculiare artista che l’ha ispirata con i due autori.
Un viaggio a Napoli alla ricerca di Roland Topor, padre e figlio, da cui nasce un fumetto che parla dell’artista, della città partenopea, e di voi. Come è nata questa vostra idea?
Tonino: Napoli è una delle mie città ideali, come Parigi e Venezia. Lì respiro bene, ci cammino per ore guardando e pensando. E proprio incontrando un venditore di libri usati in piazza San Domenico Maggiore, a Napoli appunto, che mi è tornato in mente Topor e il suo amore per quella città.
Fulvio: Vedo disegnare mio padre da quando sono nato. Disegnava quando lavorava e disegnava quando non ha più lavorato, e ancora disegna. Scrivere una storia per lui è stato bello e giusto. Farlo su Roland Topor mi è sembrato ancora più giusto.
Non siete i primi, in letteratura o nel campo del fumetto, a realizzare un’opera a quattro mani padre-figlio. C’è una qualche storia di questo filone che vi ha inspirato o influenzato?
T: Ah… non sapevo che fosse già accaduto! Ovvero sapevo bene dei disegni a due mani Roland-Nicolas, altri congiunti in congiunzione non ne conoscevo.
F: Ho presente Michel Vaillant, dove il padre scriveva e il figlio disegnava, e ho presente l’elefantino Babar, un personaggio tramandato di padre in figlio. E anche Roland Topor ha fatto delle opere a quattro mani con sui figlio Nicolas. Condividere il sangue, condividere l’inchiostro.
E come è stato lavorare e viaggiare insieme? Avete scoperto qualcosa in più su di voi e sul vostro rapporto? Ho trovato molto teneri i momenti in cui, attraverso i disegni, ricordate tappe del vostro rapporto padre figlio.
T: C’è da dire che fare insieme – sia viaggiare che immaginare cose – è un’abitudine di sempre. Perché ci somigliamo. E ci conosciamo da un sacco di anni.
F: Ci tengo alla tenerezza, sicché il tuo commento mi fa piacere.
Arriviamo adesso a Roland Topor, figura multiforme ed enigmatica che voi avete rappresentato come una chimera: come è nata la vostra passione per lui?
T: Topor l’ho scoperto tanti anni fa, forse alla fine degli anni ’70. Sono un cacciatore di immagini, e per me è stata una passione immediata per via del suo essere capace di scrivere e disegnare alla stessa maniera.
F: Tramite Tonino, da bambino, poi è diventato anche una cosa mia e l’ho approfondito a mio modo.
Il tratto usato da Tonino è ricco di tratteggi ma anche molto stilizzato nelle forme e nei profili: qual è stata la sfida nell’affrontare alcune riproduzioni dell’opera di Topor usando questo stile? Cosa si scopre di un altro artista quando se ne omaggia l’opera?
T: Il mio disegno è un perenne balzellare da un tratto unico e continuo all’altro spezzato e pieno di “peli”. È l’incertezza del raccontatore goloso. Il disegnare “alla Topor” è stato emozionante ed estremamente gratificante.
F: Tonino è uno di quei disegnatori che può disegnare qualsiasi cosa, con qualsiasi tecnica (se ha voglia).
Cosa avete scoperto di nuovo su di lui in questo viaggio?
T: A dire il vero ho avuto solo conferme.
F: È stato bello documentarsi riprendendo tutti i libri che tra me e Tonino abbiamo collezionato negli anni. Di recente ho scoperto che Topor parava italiano, c’è un’intervista online.
Nella postfazione parlate di come per fare gli artisti bisogna saper essere anche bravi bugiardi, un assioma che a volte va contro una certa narrativa molto forte nel contemporaneo in cui si dice che l’onestà per un artista è tutto. E il vostro viaggio in realtà si basa su una bella bugia, già presente nel titolo: tutto quello che presentate sull’opera teatrale di Topor, Le Grande Macabre, non fu messo in scena a Napoli ma a Bologna. Perché spostare la vicenda e perché proprio a Napoli?
T: I ricordi sono così: vividi e sfumati, coerenti e sfasati. E la bugia fa parte del gioco. Napoli e Topor hanno le stesse tinte: contraddittorie, tragiche e gioiose.
F: Sì, lo abbiamo ambientato a Napoli per “motivi artistici” come è scritto proprio nella postfazione. Ci sono tanti luoghi importanti rappresentati nel fumetto, come la trattoria “Mangi & Bevi”, luogo sacro di Napoli.
Pur essendo una figura affascinante, Topor è oggi poco conosciuto. Perché pensate sia importante riscoprirlo in questo periodo storico? E vedete, da qualche parte, uno (o più) eredi spirituali del suo modo di essere artista?
T: Sconosciuto ai più, amato alla follia da chi ha avuto la fortuna di capitargli addosso. La visione di Topor è personalissima e senza tempo. È unica e non credo che possa essere ereditata. Chiedere a Nicolas!
F: Topor non è conosciuto perché il mondo dell’arte (della Storia dell’arte ufficiale, intendo) è estremamente limitato. Per lo stesso motivo per cui non è famoso Enrico Baj, per esempio. Gli artisti che hanno fatto tante cose diverse, le chimere appunto, sono più difficili da catalogare e per questo scompaiono dai radar.
TONINO RISULEO
Dopo un’incursione giovanile nel mondo del fumetto softcore è stato art director e direttore creativo in diverse importanti agenzie di pubblicità (McCann Erickson, FCB, J. Walter Thompson, TBWA, Young&Rubicam). Per le sue illustrazioni ha vinto il primo premio dell’Art Director’s Club di New York. Ha pubblicato con Robin Editore Sembra facile, le avventure di una moka che si crede donna. NapoliTopor è la sua prima esperienza nel graphic novel.
FULVIO RISULEO
Fulvio Risuleo è un regista e fumettista. Tra i suoi film ricordiamo Guarda in alto, Il colpo del cane e Notte fantasma, nonché la serie interattiva Il Caso Ziqqurat. Tra i suoi fumetti ricordiamo L’ida indecisa (001 edizioni) e I Pixel sognano in 8K? (Piè di mosca), e i due graphic novel Sniff, Tango e L’Eletto, pubblicati da Coconino Press – Fandango con disegni di Antonio Pronostico.