Absolute Nancy in Hell è un volume ben curato e pubblicato dall’associazione culturale DOUble SHOt, che raccoglie due miniserie: la prima, Nancy in Hell, già edita da Weird Book in accordo con la casa editrice spagnola Amigo Comics, e la seconda, Nancy in Hell on Earth, inedita in Italia.
“Una cheerleader armata di motosega è intrappolata all’Inferno, ma non temete per lei: sa come cavarsela!“: queste frasi riportate nella quarta di copertina riassumono efficacemente la premessa della vicenda e inquadrano brevemente la protagonista, una ragazza bionda e prosperosa che si presenta agli altri personaggi e al pubblico, nelle prime pagine, come la classica scream girl dei film horror. Lo fa in un bar infernale, nel senso letterale del termine, parlando con un defunto chiamato “il Filosofo”. La situazione precipita velocemente e Nancy si ritrova ad attraversare le Bolge e l’Acheronte in compagnia di Lucifero, affrontando demoni di varie forme in un tripudio di sangue, brandelli di carne, ossa, denti e artigli.
Nella seconda miniserie, poi, la carneficina si sposta sulla Terra e ai diavoli si aggiungono gli angeli. Ricordate tutte le discussioni sul sesso degli angeli? Bene, gli autori di Nancy in Hell on Earth risolvono velocemente la questione: ci sono i maschi e le femmine, ma soprattutto quest’ultime si danno da fare, con le loro chiome dorate, i seni prorompenti e il lato B in bella mostra.
Gli spagnoli El Torres (sceneggiatore) e Juan Josè Ryp (disegnatore di parte della prima mini), i creatori del fumetto, si muovono in due direzioni. Da un lato inventano una protagonista che in shorts e reggiseno passeggia per l’Aldilà e incontra diavolesse mezze nude, pronte a lanciarsi in effusioni saffiche; dall’altro rendono Nancy una dura, una giovane indipendente e determinata, la cui forza di volontà viene spesso ribadita. Non si può negare che l’opera gridi maschilismo e fan service, soprattutto nelle inquadrature dal basso, con al centro proprio il sedere della donna, che abbondano nel secondo racconto, scritto per le matite di Enrique Lorenzana; eppure proprio in quelle stesse pagine Torres, per mezzo dei ragionamenti del villain, mette alla berlina gli stereotipi di certa narrativa non esattamente aperta al girl power o attenta ad evitare la sessualizzazione gratuita della figura femminile.
Girl power che si ritrova fin da subito nell’eroina decisa a lasciare le lande del dolore, anche in virtù del fatto che il suo accompagnatore è tutt’altro che un salvatore di damigelle in pericolo. Nel mondo del fumetto, quando si nomina Lucifero, è difficile che non venga alla mente il Morningstar inserito da Neil Gaiman in Sandman e poi approfondito da Mike Carey nella testata Lucifer. Oppure l’omonima serie televisiva con al centro il gallese Tom Ellis. In entrambi i casi il primo dei caduti è caratterizzato come un antieroe volitivo, affascinante, continuamente impegnato a imporsi come faber ipsius fortunae.
Al contrario, il Lucifero di Absolute Nancy in Hell è una sorta di santone new age, un piagnucolone pentito del suo peccato che cerca di lasciare l’Inferno per andare a chiedere perdono a Dio. È impossibile che metta in ombra la protagonista, può solo mostrarle la via e, successivamente, contare su di lei.
Più interessante del personaggio in sé è la funzione che lo sceneggiatore gli attribuisce, quando nel secondo capitolo, quello riservato alle spiegazioni, dà la sua interpretazione della Genesi: prima Dio crea gli angeli e poi la Terra e gli uomini, costringendo l’oscurità a ritirarsi in un angolo per fare spazio alla luce. C’è un problema: Lucifero invidia agli uomini il libero arbitrio, quindi si ribella e viene allontanato dal suo creatore. Solo e triste, diventa lo strumento dell’oscurità che modella l’Inferno intorno a lui. Il diavolo, allora, non è altro che un ingranaggio di un reame senziente, un reietto privo di libertà prima e dopo, un immortale costantemente sofferente.
Infatti, anche se sono passate ere, l’angelo caduto ricorda. Ricorda e soffre. Il ricordo è il terzo tema significativo dell’opera pubblicata negli Stati Uniti da Image Comics. Come già spiegato da Dante nella Commedia, i defunti ospitati nei primi due regni ultraterreni sono ancorati alla vita cessata per mezzo della memoria e, se i dannati lo rimangono, alle anime purganti è richiesto di lasciarsi alle spalle il passato per proiettarsi verso il Paradiso. Similmente, nel volume di DOUble SHOt i morti modellano con le loro rimembranze il paesaggio che li circonda, al punto che Nancy si arma di motosega, perché è l’ultima cosa che ha visto da viva e la materializza tra le proprie mani. Con il passare del tempo l’oblio si fa strada nelle menti dei trapassati che si trasformano in zombi, ma fino a quel momento essi sono liberi, forse per la prima volta, di forgiare il loro presente. Almeno così dice il Filosofo, prima che tutto vada storto.
Libertà è anche ciò di cui beneficia Juan Josè Ryp nel disegnare le disavventure della cheerleader, visto che approfitta della sceneggiatura horror e splatter per scatenare le componenti più grottesche ed esagerate del suo bagaglio artistico, sconfinando anche nel trash. Quando lavora nell’ambito mainstream, in particolare nel supereroico, il fumettista solitamente sembra mettersi un freno, sfoggiando sì un tratto dettagliato, potente, crudo ed esuberante, ma comunque contenuto entro limiti che di rado è consentito superare, se non per trame inserite in apposite etichette quali la linea Max della Marvel Comics o la recente Black Label della DC Comics.
Ma con Nancy in Hell Ryp va oltre, sparpagliando nelle sue tavole dinamiche singole gocce e ondate di sangue, interiora, pezzi di pelle e pustole, senza dimenticarsi di calcare sulla deformazione dei corpi dei mostri, sull’esibizione di curve femminili e sull’uso delle onomatopee. Nel suo lavoro, non privo di sbavature come in alcune espressioni facciali, è assistito per alcune sequenze e poi sostituito da Antonio Vazquez, che paga l’imprecisione nel delineare i volti, pur continuando a centrare l’atmosfera, anche aiutato dalla colorazione tendente alle tinte scure di Fran Gamboa.
Proprio la scelta dei colori sembra tradire Enrique Lorenzana nella visualizzazione della seconda miniserie, Nancy in Hell on Earth, visto che Gamboa adotta in più occasioni toni brillanti che stridono con le situazioni mostrate, poiché il segno e in generale l’estetica appaiono troppo puliti e patinati per la mattanza in atto.
Più appropriata è la messa in scena sudicia e disperata dell’intermezzo Bad puppy che si avvale delle matite di Abel Garcia, sporcate da retini, tratteggi e sfondi ocra spruzzati di rosso.
Questo breve capitolo extra rafforza l’impressione che Absolute Nancy in Hell dia il meglio di sé quando gli autori spingono con tutte le risorse a loro disposizione sugli aspetti più marcati e caratterizzanti, ossia violenza e oscurità. Perché, al di là delle riflessioni stuzzicanti, la serie si delinea come un prodotto di intrattenimento che non cerca di tenere il piede in due scarpe, ma che ha come destinatario un pubblico ben definito, alla ricerca di un fumetto che possa permettersi di infrangere determinate regole senza diventare una lettura impegnata e impegnativa, senza prendersi troppo sul serio.
Quindi, nelle sequenze in cui alla consapevolezza di usare e abusare con ironia degli stereotipi dell’horror si unisce la potenza espressiva veicolata dal segno, la pubblicazione di DOUble SHOt si rivela vincente, mentre perde qualcosa quando la voglia di osare si riduce. Non per niente tra le comparse appaiono i volti di Danny Trejo (Machete) e Quentin Tarantino.
Abbiamo parlato:
Absolute Nancy in Hell
El Torres, Juan Josè Ryp, Antonio Vazquez, Abel Garcia, Enrique Lorenzana
Traduzione di Marco Cei, Lorenzo Corti
DOUble SHOt, 2020
208 pagine, brossurato, colori – 24,00 €
ISBN: 9788896064542